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Aggiornamento:10:19:25

Back Strada Zanini: “A Torino sui pedali, la passione sia l’arma vincente”

Zanini: “A Torino sui pedali, la passione sia l’arma vincente”

Torino - Quel 27 aprile 1996, sul traguardo di Maastricht, in Olanda, le sue braccia si alzavano al cielo e il suo nome entrava nell’albo d’oro della famosa Amstel Gold Race. E’ stato il primo italiano a vincere questa classica del Trittico delle Ardenne, insieme a Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Stefano Zanini, classe 1969, di successi ne ha raccolti moltissimi, sia prima, sia dopo quell’aprile del 1996, in una carriera da professionista ricca di soddisfazioni e anche di fatica, ‘ingrediente’ base di uno sport come il ciclismo. Nel suo palmares personale ci sono tappe al Giro d’Italia, al Tour de France e anche la maglia azzurra ai Mondiali di Valkenburg.

Nelle nostre chiacchierate sui prossimi World Masters Games con i campioni dello sport, abbiamo così intervistato Stefano Zanini, parlando di ciclismo, di passione e dell’ammirazione che un grande campione come lui ha per chi, anche superata una certa età, continua a mettersi in gioco. “Ammiro moltissimo queste persone, questi atleti master che si stanno preparando per questo prestigioso appuntamento di Torino.  La passione per la bici fa fare cose incredibili e le persone, che anche in là con gli anni, continuano a salire in sella e pedalare, facendo anche sacrifici per partecipare a gare ed eventi, sono solo da applaudire e ammirare”.

Una volta lasciato il professionismo, si è mai cimentato in gare come atleta master?

“No, continuo a pedalare e lo faccio solo per passione. Qualche volta, se capita, corro in gare tra ex professionisti”.

Nelle gare che vedono cimentarsi i masters, qualche ex professionista c’è?

“Sì e non sono molto d’accordo, perché questi atleti, spesso, fanno più i professionisti ora, di quanto lo facessero prima. Parlo di chi giunto al professionismo, forse doveva impegnarsi di più in quel momento e sacrificarsi lì, ma ha scelto di fermarsi e dedicarsi a gare dove, per lui, è più facile vincere, penalizzando quelli che vivono la gara in maniera diversa”.

Ma troviamo anche chi magari ha perso solo per un soffio il famoso treno…

“Assolutamente sì. Spesso bravi atleti che, o per un infortunio o per un caso della vita, non sono riusciti ad arrivare al professionismo, seppur meritandolo. In questo caso è giusto che la loro passione e la voglia di fare ciclismo continui in eventi come questi e i World Masters Games sono un’occasione da non perdere”.

Il presente di Stefano Zanini?

“Sto iniziando una nuova avventura come direttore sportivo dell’Astana, team che fa parte del circuito Pro Tour. Una squadra che vede la presenza nello staff, come team manager, di Giuseppe Martinelli, l’uomo che ha accompagnato nel professionismo e diretto per anni Marco Pantani. Il General Manager sarà Vinoukorov, appena ritiratosi dopo aver vinto l’oro olimpico a Londra. Molti gli atleti italiani e tra loro, l’uomo di punta per le corse a tappe, sarà Vincenzo Nibali. Insomma inizia un periodo di grande lavoro per dare il via alla nuova stagione”.

Torniamo ai World Masters Games e agli atleti che si cimenteranno nelle gare di ciclismo. Che augurio fare loro e che consiglio dare?

“L’augurio di raggiungere l’obiettivo che questi atleti si sono prefissati e per il quale si stanno preparando. Il consiglio? Che questo splendido sport rimanga sempre e solo una sana passione”.

Un consiglio che non possiamo che condividere e che assume ancora più importanza quando arriva da un campione dello sport, da un esempio positivo. La passione è il motore degli atleti che si ritroveranno la prossima estate a Torino e che proveranno le stesse sensazioni, passando sotto lo striscione del traguardo, magari allo sprint come faceva spesso e volentieri, nemmeno tanto tempo fa, proprio Stefano Zanini.