Gio03202025

Aggiornamento:11:18:33

Back Strada Partecipazione di ex professionisti e ciclisti squalificati per doping alle Gran Fondo: la parola ad organizzatori e ciclisti

Partecipazione di ex professionisti e ciclisti squalificati per doping alle Gran Fondo: la parola ad organizzatori e ciclisti

Perugia - Abbiamo inviato ad alcuni organizzatori di manifestazioni fondistiche e invitato gli appassionati delle due ruote, attraverso la rete e Facebook, a rispondere ad un interrogativo che nel mondo delle due ruote amatoriali vede un serrato confronto tra le diverse realtà che danno vita a questo movimento. Partecipazione di ciclisti ex professionisti e di ciclisti che hanno subito squalifiche per doping alle vostre manifestazioni. Che cosa ne pensate? questo il quesito proposto a cui in molti, e li ringraziamo, hanno risposto proponendo alcune interessanti riflessioni

Elenio Bergomi: “Personalmente trovo vergognoso che i dopati (che non saranno mai ex) possano partecipare alle gare amatoriali. Per quanto riguarda invece la partecipazione degli ex professionisti non ho nulla in contrario a patto che non possano in alcun modo partecipare alla classifica finale. Troppo facile vincere con gente che partecipa alle gare ritagliandosi il tempo per gli allenamenti tra ore di lavoro e famiglia, senza avere neppure la possibilità di pianificare preparazione, dieta e materiali in modo consapevole”.

Diego Bernacchia: “E' mia opinione, e di altri, permettere a chi e' ex pro o affine o sotto indagine per doping di partecipare alle corse ma permettendogli solo un tesseramento da cicloturista, in questo modo non si discrimina nessuno (chi si dopa e' stupido ma non ha ucciso comunque nessuno) ergo tesserando questi ultimi come cicloturisti gli si impedisce di correre con quell' agone e quella foga tipica di tale corridori, consentendo al vero movimento amatoriale di venir fuori dando la possibilità ai veri AMATORI di correre ad armi pari. Dimenticavo...questo genere di tesseramento disincentiverà  tutti coloro che pur di vincere fanno di tutto,come ex pro frustrati ed in cerca di ingaggio e visibilità e dopati...ve lo immaginate un ciclista di primo piano partire in griglia verde alla Nove Colli? Non sarebbe bello? E' la soluzione più economica meno discriminante e se vogliamo più umiliante per chi corre solo per vincere e fa di tutto pur di primeggiare, calpestando etica e passione di tanti VERI AMATORI COME NOI”.

Simone Tamburrini: “Io nn sono d'accordo”

Aue'eSasa' Di Pietro: “Fuori dalle Granfondo tutti i dopati...”

Letizia Giardinelli “Nelle Granfondo ci sono tanti ex perché ci girano tanti soldi sono stipendiati come dei proff...per quello tanti lasciano e vengono a fare le granfondo..in abruzzo c'e' ne sono tanti;  bisognerebbe rimettere la famosa lista rossa o elite cioe ex prof, una categoria a parte cosi il vero ciclamatore fa categoria a se; secondo me se un qualsiasi ciclista,amatore o proff, o dilettante,o donna se e stato pizzicato con sostanze "toste" non so ormoni o epo SQUALIFICA A VITA cosi si da una bella pulita ma A VITA,no 6 mesi 1 anno cosi forse si risolve il problema”

Piero Zizzi: “Per gli ex pro nulla in contrario,importante che rispettino le regole,per il doping io sono per la radiazione agli amatori che risultano positivi”

Luigi Simone: “Peccato che fra noi amatori non fanno controlli,magari a sorpresa,anche soltanto 2-3 volte l'anno,è vero che costano ma sarebbero soldi spesi bene,  mi farei molte risate....”

Gabriele Lele Pompei “A lavorare!!!”

Giovanni Cesare “Per gli ex perche' nn dovrebbero partecipare?....i dopati si possono stare a casa”

Moscatelli Mauro “Indifferente.....i motori truccati.....girano forte..... Ma durano poco!!!”

Santacchi Sandro organizzatore della Gran Fondo Terre dei Varano prova del Circuito Italici e Marche Marathon afferma: “ Nella prossima Terre dei Varano non accetteremo le iscrizioni di chi abbia subito condanne per doping dal 1.1.2011 e degli ex pro da meno di 3 anni”

Maurizia Corradetti: “Detta così: "ex Pro" ed "ex dopati" non mette sulla stessa bilancia la stessa cosa. Si parla di legalità o di vantaggio? Personalmente mi sembrerebbe più logico un controllo "sul presente" anzichè uno sguardo al passato, se dovessi scegliere. Se invece si parla di vantaggio, il discorso di fa più ampio...Avere un ex Pro in squadra fa sponsor, fa vittoria, fa premi, fa vantaggio. Non per giudicare (non è nelle mie corde) ma se dobbiamo dire che il "cicloamatorismo" ha il suo perché in fin dei conti, opterei per un "-3 anni" ad entrambe le categorie (non per discriminare ma per dar il "giusto" peso alle cose).

Enrico Picchetti è uno dei responsabili di AmaTour, la società che organizza la Coppa del Mondo Cicloamatori competizione amatoriale a tappe internazionale con classifica a punteggio: “La partecipazione di ciclisti ex professionisti alle manifestazioni cicloamatoriali secondo me non dovrebbe essere ostacolata. Una volta che il ciclista non gareggia più per professione diventa un cicloamatore come tutti gli altri e soprattutto come tutti gli altri cicloamatori di punta che o sono stati anche loro ex professionisti o si allenano come professionisti. Per quel che riguarda il doping, i ciclisti, siano essi professionisti, ex professionisti o amatori, una volta trovati positivi al doping dovrebbero essere squalificati a vita dalle competizioni. Noi della Coppa del Mondo Cicloamatori AmaTour non diamo punti, anche se presenti negli ordini di arrivo delle gare affiliate alla ns. Challenge, ai ciclisti che sono stati squalificati per doping. Il ns. provvedimento è “a vita”.

Andrea Maiolani dell’Unione Sportiva Bormiese propone un’attenta analisi delle diverse situazioni e senza voli pindarici che non portano a ciascun cambiamento, ne miglioramento, rimane legato a quelle che sono oggi le normative in vigore e vanno rispettate. Perché è giusto promuovere azioni che portino ad un cambiamento dei regolamenti, ma fin quando questi sono in vigore vanno rispettati: “Non è semplice la risposta a questo quesito. E ciò a causa di vari aspetti. Spesso non si conosce il passato degli ex professionisti e quindi diventa difficile poter fare delle scelte in merito. Credo che una volta subito e trascorso il periodo di squalifica, diventa difficile dire ad un ciclista che non può partecipare alla manifestazione. Sarebbe come dire ad un delinquente che esce di prigione, dopo aver subito una condanna, che non può più fare vita sociale o confrontarsi con gli altri nelle mille sfaccettature che il vivere propone. Il primo giudice è il ciclista stesso. Certo si potrebbe fare delle pressioni psicologiche, magari con dei comunicati sul doping che viene bandito dalla nostra manifestazione.

Ti porto un esempio che mi è successo con un podista. Noi organizziamo una mezza maratona in quota ai laghi di Cancano. Quest'anno ci ha chiamati un atleta di media fascia (con tempi peraltro di tutto rispetto) – afferma Maiolani - il quale era stato trovato positivo ad una precedente manifestazione. Quando ci ha contattati - chiedendoci peraltro l'iscrizione gratuita all'evento - era ancora sospeso per i due mesi di squalifica che aveva ricevuto.

La sospensione terminata una settimana prima della nostra gara, ma il giudizio definitivo era previsto una paio di settimane dopo la nostra gara. Era praticamente in una situazione neutra, non facilmente gestibile. Dopo avergli risposto per mail dicendogli chiaramente che non lo volevamo alla nostra gara, questo atleta mi ha telefonato e dopo avermi insultato mi ha pure detto chi ero io per giudicarlo. Aveva forse anche ragione sul fatto che non avessi voce in capitolo per giudicarlo, ma il dato incontrovertibile era che lui si trovava in un periodo terra di nessuno prima di essere giudicato definitivamente.

E comunque la gara era la nostra e quindi la decisione pur sofferta l'abbiamo presa così. Non me ne sono pentito. Anche perché indirettamente abbiamo salvaguardato anche lui. Avrei voluto vederlo in mezzo agli altri atleti e con che faccia si sarebbe presentato sulla linea di partenza. Il problema secondo me è un altro: è l'ipocrisia molto italiana di un garantismo quasi esasperato, che tende a giustificare per forza di cose errori gravi.

Fino a quando i mass media tenderanno a svicolare e scivolare sul problema del doping, facendo apparire semplici problemi che non lo sono e - peggio ancora - stracciandosi le vesti quando il pesce grosso o piccolo che sia viene catturato, non si risolverà il problema e anzi, chi magari si opporrà alla partecipazione di ex dopati, verrà lui accusato. E' una situazione piuttosto deludente. Spero che la tua testata si prenda a cuore il problema e ripetutamente e con insistenza porti a conoscenza i problemi del doping”.

Alberto La Greca (Gran Fondo del Vulture): “Il pensiero di tutta l'Organizzazione della Granfondo del Vulture è riassunto nella limitazione della partecipazione degli ex professionisti alle granfondo e coloro che hanno subito squalifiche per doping dovrebbero essere radiati da tutte le manifestazioni”

Un rappresentante della Bici Club Stefanese scrive lapidario: “Penso che non dovrebbero partecipare”

Gianni Luzi (Mary Confezioni Cycling Team): “Credo che siamo arrivati ad un punto di non ritorno e se non diamo un segnale forte di cambiamento, sarà l'intero movimento a farcelo capire come è già iniziato in questa stagione. Senza demagogia e retorica dobbiamo fare in modo che le manifestazioni tornino ad essere AMATORIALI e un momento di aggregazione, pertanto non possiamo accettare che le manifestazioni cicloamatoriali diventino una valvola di sfogo per atleti di squadre professionistiche e dilettanti rimasti senza contratto, inoltre le opinioni di cicloamatori comuni le potete leggere sul "forum del ciclista" nel sito www.marycyclingteam.it dove al riguardo è stato aperto un' argomento su questo tema, sono decine i commenti al riguardo.

Vorrei integrare la ma risposta al quesito in oggetto con alcune idee che purtroppo non si possono spiegare in due righe, premetto che non ho nulla contro ragazzi che cercano di trovare nel ciclismo la loro professione e che per tanti motivi sono costretti a desistere per poi scendere tra gli amatori, purtroppo negli ultimi anni sono state troppe le distorsioni di una pratica sportiva così diffusa, la mancanza di una regolamentazione in merito ha portato a contrasti e confusione fino alle polemiche degli ultimi tempi, a mio parere dato che tante tra le più importanti prove di granfondo ed in particolare Five Star League, hanno ormai adottato il divieto di partecipazione per gli ex corridori elite, è il caso di valutare l'istituzione di una calendario manifestazioni che dia la possibilità agli atleti più competitivi (ex professionisti, dilettanti e amatori di buon livello) di gareggiare e sfidarsi senza andare ad intaccare il vero senso delle granfondo che sono nate come cicloturistiche ad andatura libera senza classifica, il tempo le ha trasformate in vere gare professionistiche ampliando il divario tra il pedalatore della domenica e coloro che partecipano per vincere, in verità gli organizzatori traggono beneficio dalla competizione perché tranne alcuni luoghi dove il cicloturismo è diffuso, in tante altre senza la classifica competitiva in pochi parteciperebbero, la piaga doping e gli scandali avvenuti nelle granfondo dove molti protagonisti sono stati presi positivi hanno fatto tutto il resto.

L'associazione sportiva che presiedo insieme al responsabile di questo portale e ad altre società delle Marche, Umbria, Puglia, Abruzzo, Emilia Romagna e Toscana, sta gettando le basi per organizzare un vero Challenge Master che con ogni probabilità chiameremo (Giro delle Regioni Master) dove gli atleti che praticano attività agonistica potranno sfidarsi in prove vere, con un chilometraggio che andrà dagli circa 80/110 km.

Le prove regine che costituiranno la colonna portante di questo challenge saranno, La Ascoli Piceno - Loreto manifestazione che nell'ultima edizione ha avuto 520 richieste di partecipazione a fronte di 220 pettorali, il Gran Premio Capodarco che si disputa il 16 Agosto in concomitanza con l'internazionale Dilettanti ed il Callarone di fine stagione che si disputa l'ultima settimana di Ottobre, il tutto con classifica a tempo adottando il chip comunemente usato nelle granfondo, siamo certi che questa novità sarà apprezzata dai tanti atleti che si trovano di fronte ad un calendario saturo di prove identiche e spesso sovrapposte.

Naturalmente la calendarizzazione delle prove sarà fatta evitando la concomitanza con le migliori granfondo Nazionali e del Marche Marathon. Nel prossimo fine settimana ci riuniremo con i responsabili di un consorzio turistico del litorale adriatico per valutare l'opportunità di aprire il Challenge come avviene nei più bei giri a tappe, ossia con un cronoprologo che si disputerà il sabato pomeriggio, ed una gara la domenica mattina. Nei prossimi giorni daremo altre informazioni in merito”.

Cristian Berti, team manager della Asd S. Luis Zen di Verona, propone un’analisi appropriata su cui riflettere attentamente: “Buongiorno! Penso che questo argomento non possa essere chiuso con poche e telegrafiche righe. A mio personale giudizio, una gara che richiama l'ex-pro anche per una piccola parte di percorso, può fare la differenza in termini di notorietà della stessa gara e in termini di prestigio. Parlo ovviamente di ex-pro puliti. Per quanto riguarda invece corridori con "macchie" più o meno grandi, non si va a discutere sul loro valore umano, ma sportivamente parlando restano comunque esempi negativi, di cui il nostro ciclismo non ha assolutamente bisogno. Concordo con il Sig. Gianni Luzi in merito all'insofferenza patita quest'anno, dovuta alla crisi ed a nuove bastonate in ambito ciclistico. Serve un cambiamento, anche di mentalità degli stessi ciclisti, dove agonismo non deve essere per forza motivo di violenza ed un'integrazione sempre più forte tra gare e territorio, oltre a collaborazione più forte tra le Società dello stesso territorio. In un momento in cui le aziende investono meno per ovvi motivi sullo sport, è opportuno e premiante lavorare tutti insieme, dove con l'effetto leva, con poche mosse si possono raggiungere risultati ottimali di organizzazione, dialogo con le autorità e ritorno per gli sponsor. Per capirci, è giunta l'ora di smettere di pensare ai campanili e di scendere a compromessi positivi. Questa è la mia chiave di lettura”

La società Pedalapiano ci segnala di aver inserito una limitazione nel regolamento di gara della manifestazione: “Salve, noi nelle nostre manifestazioni abbiamo messo sul regolamento che atleti che hanno avuto sanzioni superiori a 6 mesi per doping non possono partecipare”

Giuseppe Poggi Team Rossetti, organizzatore della Gran Fondo FRW e coordinatore del circuito Romagna Challenge fa un richiamo all’etica sportiva inserita in un più vasto progetto della sua squadra, la Team Rossetti.  “Bella domanda. Proprio in questi giorni stiamo redigendo il nuovo regolamento del Romagna Challenge e vogliamo istituzionalizzare la nostra presa di posizione già adottata come organizzatori, a livello di circuito.

La mia risposta al sondaggio è questa. Noi del Team Rossetti, sia come squadra, sia come organizzatori della Gf FRW, stiamo portando avanti un discorso sull'etica sportiva. Nella nostra gara non ammettiamo chi è squalificato ne chi ha avuto problemi in passato anche se ha scontato la squalifica. La motivazione è che chi ha barato ha tradito in partenza quella che è la logica del cicloamatore. Lo ha fatto consapevolmente perché la scusa del non sapere non regge più.

Siamo convinti che questa linea sposata anche da tanti altri organizzatori possa portare più effetti che le campagne antidoping tradizionali. Se chi bara sa che non può più correre magari ci pensa una volta in più. È qui non si parla di "diritto a correre" come dice qualcuno che teme ritorsioni legali, perché non parliamo di professionismo e diritto al lavoro.

Questo è e deve essere uno svago – continua Poggi - che richiede impegno certo, ma sempre una attività ricreativa. Siamo convinti che questa linea paghi verso chi vive l'attività nella maniera corretta. Non abbiamo preclusioni verso gli ex pro (puliti ovviamente) anche se gradiremmo che le Granfondo facessero il salto di qualità senza dipendere dai nomi altisonanti. Un ex pro non ha bisogno di vincere una Gf e la GF non deve avere bisogno dell'ex pro per vivere. Sarebbe bello partecipassero da testimonial magari, fuori classifica”.

Antonio Falcone organizzatore della Gran Fondo Città di Chianciano e coordinatore del Master Club Circuito Tricolore inizia la sua riflessione dall’aspetto sociale, dalla società che abbiamo costruito e viviamo oggi: “ Personalmente sono contro il doping ma sono anche contro l'accanimento terapeutico.

La società moderna è tutta dopata: per ballare prendono le pasticche, per fare sesso il viagra, per ridere l'alcool e le droghe, per fare sport ci sono miani di sostanze lecite ed illecite la nostra è una società che vive taroccata siamo tutti dipendenti dei display, non ci parliamo più, spesso abitiamo nella stessa scala e non ci conosciamo. Mi sembra però che l'antidoping nel ciclismo stia diventando un business al pari del doping e poi come mai solo i ciclisti sono i colpevoli.

Personalmente non faccio uso di nessuna sostanza dopante, solo un bicchiere di vino mentre mangio ed un liquore alla liquirizia per digerire e quindi sono contro il doping in ogni caso se un atleta ha scontata la pena del Coni diventa al pari degli altri, stessa cosa è per i carcerati: una volta scontata la pena, qualcuno pensa di non farli vivere più?”

Daniele Gusmerini, Gran Fondo Bellunese: “Alla nostra manifestazione non saranno ammessi al via ciclisti che abbiano subito squalifiche con qualsiasi ente di promozione e pratica sportiva. Dopo i numerosi problemi visti ultimamente vogliamo dare un segnale forte in favore di chi pratica il ciclismo con passione e amore. Per quel che riguarda gli ex professionisti ci atteniamo al regolamento della FCI, i professionisti parteciperanno su mia autorizzazione, ma non fanno classifica e non possono influenzare la gara degli amatori”