Mar11262024

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Dall'Atlantico al Pacifico per aiutare chi soffre

Il medico mi portò nel suo studio e, dopo avermi chiesto di sedermi, senza giri di parole pronuncia una frase che probabilmente non dimenticherò mai: “Tua mamma ha un cancro”. Nasce dopo questo terribile momento in Sandro Valbonesi, appassionato sportivo trentatreenne, l’idea di dar vita a Run 4 Life, la traversata a piedi e in bicicletta degli Stati Uniti d’America per raccogliere fondi da devolvere  al centro IRST di Meldola che si occupa della ricerca sul cancro.

Cinquemila chilometri suddivisi in quarantasei tappe da New York a San Francisco con partenza il giorno 15 luglio e arrivo il 2 settembre: “Per dar vita ad una sfida come questa non si poteva che scegliere il vasto territorio degli Stati Uniti, una sfida che regalasse emozioni agli sportivi in genere, ma soprattutto che ricordasse quella sfida che giornalmente combattono quelle persone malate di cancro che lottano per vivere”. Strutturato il progetto Run 4 Life, Valbonesi si impegna nella ricerca del sostegno economico per finanziare la spedizione e devolvere la somma restante all’istituto forlivese.

Il primo a rispondere è Gabriele Limarzi, proprietario dell’atelier della bicicletta Renova, che costruisce una specialissima, in sella alla quale Valbonesi affronta le tappe ciclistiche della sfisa a stelle e strisce. “Durante la prova ho cercato di alternare un giorno di gara ad uno di corsa. Ma le impervie salite delle Montagne Rocciose che non potevano essere affrontate a piedi e la dispersione delle realtà abitative in un territorio molto vasto, mi hanno obbligato a percorrere trenta tappe in bicicletta (4100 chilometri) e le restanti sedici tappe a piedi”. Quali sono stati i momenti più difficili della traversata? “Sicuramente nell’affrontare le Montagne Rocciose, in bicicletta, con le condizioni climatiche che mutavano ogni mezz’ora, alternando violenti acquazzoni a caldo torrido. E poi la solitudine.

I miei amici Timothy e Michele mi seguivano in camper, ma a pedalare ero solo, sostenuto con il passare dei chilometri soltanto dalla soddisfazione per l’andamento della sfida, che andava a compensare la solitudine”. Come ti sei preparato a questa prova? “Ho iniziato a prepararmi a novembre 2010 partecipando a diverse maratone podistiche e allenamenti in bicicletta insieme a Gabriele (Limarzi) e Matteo Bergamini. E’ stata dura, ma tutto è andato come volevamo e soprattutto a livello fisico sono riuscito a superare ottimamente la dura prova. Per questo stò già pensando ad un’altra prova da affrontare nel 2012, per raccogliere fondi da devolvere all’Ospedale Morgagni di Forlì”.

E la bici Renova: “Fantastica ho percorso in sella oltre 4100 chilometri pedalando anche su strade completamente distrutte e non ha mai avuto alcun problema, fatta eccezione per tre foratura di cui due nel primo giorno. Seho raggiunto il mio obiettivo devo ringraziare anche Gabriele e la sua specialissima”.  “Era come correre per tenere accesa una lampadina, più chilometri facevo più energia generavo e più la lampadina sarebbe stata luminosa…” così nella vita di ciascun malato di cancro bisogna lottare e soffrire per tenere viva la luce della speranza