In anteprima vi proponiamo l'intervista di Mauro Giannetti team manager Geox Tmc che potrete trovare in versione integrale nel nuovo numero dal Magazine InBici passione sui pedali.
Basta contare con pazienza, uno ad uno, i suoi trofei per capire che, nel mondo esclusivo delle ammiraglie, Mauro Gianetti è uno dei team manager più vincenti del ciclismo professionistico. Ad arricchire un palmares impressionante è stata l'ultima Vuelta di Spagna, (stra)vinta sotto le insegne del Team Geox grazie all'exploit di uno spagnolo dall'aria un po' "flaca" ma dalla potenza deflagrante di nome Juan Josè Cobo.
Il successo nella corsa iberica, in barba agli oracoli della vigilia che non lo avevano neppure menzionato nella griglia dei favoriti, è l'ultimo capolavoro sportivo di questo team manager ticinese che, malgrado il palmares e le idee avanguardiste, pareva condannato alla "pensione forzata" dopo che l'affaire - Riccò aveva fatto saltare in aria, da un giorno all'altro, la Saunier Duval, il progetto milionario con cui Gianetti aveva ricominciato a dominare, nel nuovo millennio, il pianeta Pro Tour.
Dopo un anno sabbatico ed il purgatorio con la Fuji, Gianetti è tornato in ammiraglia grazie all'ingresso nel ciclismo del marchio Geox, una squadra partita con grandi ambizioni e invece subito "sfrattata" - tra le polemiche - dall'olimpo del World Tour. Ma Gianetti non si è perso d'animo. Ha assemblato un'equipe di atleti fidatissimi, per una volta usando più l'acume degli euro e, a conti fatti, ancora una volta - per l'ennesima volta - ha avuto ragione lui.
Il successo nella Vuelta è la consacrazione di un team manager che, anche da corridore, aveva vinto tantissimo, sfiorando la vittoria da immortale in un leggendario mondiale del 1996, quando s'inchinò sul rettilineo finale soltanto al belga Joan Museeuw (terzo in quell'edizione finì il nostro Michele Bartoli). Appesa la bicicletta al chiodo, Gianetti è rimasto nel ciclismo, alternando il suo ruolo di team manager ad una rigogliosissima attività di cicloamatore. Fino a quando, quindici anni fa, non si è inventato il "Gianetti Day", una Gran Fondo per cicloturisti nata e cresciuta nella valle del Vedeggio e che, quest’anno, si svolgerà nel Centro Sportivo Nazionale di Tenero: "Questa nuova location - spiega Gianetti - conferisce ancora più valore all’appuntamento perchè, per la prima volta, l'evento non riguarderà soltanto gli appassionati del ciclismo, ma tutte le famiglie che vorranno trascorrere qualche ora in piacevole compagnia. Proprio la presenza di piste ciclabili ed il fatto che si andrà su strade meno trafficate, permetterà a tutte le persone di pedalare in tutta tranquillità, immersi in un parco naturale bellissimo quale il Piano di Magadino e le altre zone limitrofe e del bellinzonese”.
Tre i percorsi stabiliti, quello per le famiglie, quello classico e quello medio fondo. Sabato 1 ottobre sarà anche il giorno dedicato alla Mini Gianetti Day riservata ai bambini dai 4 ai 14 anni. Nel programma anche dei momenti di animazione e di ristorazione: "Ci attendiamo almeno un migliaio di persone - spiega Gianetti - e devo dire che, ogni anno, quando vedo tanta gente pedalare tutta assieme, mi emoziono sempre. Certo, la vittoria alla Vuelta è una soddisfazione personale enorme, ma niente è più autentico del sorriso dei cicloturisti che, in giornate come queste, ci ricordano la vera essenza dello sport".
"Quando gli impegni agonistici me lo consentono - prosegue Gianetti - inforco la mia bicicletta e partecipo a qualche corsa amatoriale. Un paio di anni fa, ad esempio, ho corso la Nove Colli, un evento memorabile, giustamente definito la 'regina di tutte le gran fondo'. Da quando ho appeso la bicicletta al chiodo, sono ingrassato soltanto di un paio di chili, un inedito nel mondo del ciclismo. E il merito è proprio di questa inguaribile passione per le corse che, anche dopo aver varcato gli 'anta' mi spinge sui pedali, alla ricerca di nuove sfide personali. Tra l'Italia e il Ticino ci sono appuntamenti per cicloamatori molto belli e suggestivi. Il mio unico rammarico - conclude - è il non avere tempo per correrli tutti".
Fonte: Magazine InBici
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