Gio10032024

Aggiornamento:01:32:53

Back Strada Ciclo pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo da “Padre Pio”

Ciclo pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo da “Padre Pio”

Il fiume Ofanto nasce dall’Appennino Campano, e segna buona parte del confine amministrativo fra le province di Avellino e Potenza prima, poi tra quelle di Foggia e Bari. E proprio sotto il ponte di epoca Romana lungo l’antica via Appia Traiana veniamo trionfalmente e amichevolmente accolti da personalità Canosine, nonché da amici e parenti di due ciclisti del nostro gruppo, i fratelli Morra, prodigatasi poi in un serale banchetto degno delle migliori ospitalità, che non descrivo per non ingolosire chi non vi fu partecipe. Canosa di Puglia è una cittadina in provincia di bari, all’estremità nord occidentale delle Murge, di antichissime origini. Durante la seconda guerra Punica fu essa che accolse l’esercito Romano dopo la rotta di canne nella battaglia del 216 a.c. contro Annibale. Ricca di monumenti ha la cattedrale del XI-XII secolo con all’esterno il mausoleo del crociato Boemondo I° D’Altavilla (m.1111). Ci è piaciuto, contrariamente alla norma, iniziare il nostro racconto dal punto d’arrivo, perché lo riteniamo dovuto data la piacevolissima impressione suscitata sul nostro ben amalgamato gruppo sportivo.

La faticosa e ultima tappa da Apricena a Canosa di Puglia di Km 123,2 è stata percorsa in 6h-09’ alla media di Km/h 20,1. Punto focale del ciclo pellegrinaggio è il “Luogo Sacro” che è stata la meta per la quale dieci atleti dell’Asd Ciclistica Cesate hanno sopportato con stoicismo tanta fatica. San Giovanni rotondo, un centro di ventimila anime nel settore meridionale del Gargano, trasformatosi da paese agricolo in centro turistico per la presenza della tomba di “Padre Pio”, ora Santo. Nato a Pietralcina in provincia di Benevento nel 1887 col nome di Francesco Forgione, cappuccino si ritirò suo Gargano, dove ricevette le stimmate nel 1918. Con le elemosine raccolte fece costruire nel 1947 la Casa di sollievo della sofferenza e a San Giovanni rotondo morì nel 1968. Ora dopo la doverosa introduzione riprendiamo la narrazione dell’avventura partendo dall’inizio e raccontando le tappe ciclistiche del nostro viaggio. Associazione sportiva dilettantistica affiliata al comitato di Milano, abbiamo deciso di partecipare ai campionati Italiani di cicloturismo a Cattolica, come ormai da tradizione trentennale, e proprio dalla rinomata località Romagnola inizia il nostro ennesimo Raid verso il sud dello stivale.

Partiti quindi da Cattolica il lunedì seguente l’italiano di cicloturismo, ci dirigiamo verso Ancona, e superato il monte Conero, perveniamo a Loreto, dove ci fermiamo per il pranzo di mezzodì, e visitiamo il rinomatissimo Santuario dedicato alla Vergine Maria, ricco di capolavori del cinque - seicento. La notizia secondo cui il Santuario custodisce la Casa della sacra Famiglia trasportata dagli angeli in un sito vicino a Recanati circondato da Lauri (da cui deriva la denominazione Loreto) risale al quattrocento. A Loreto consumiamo il pasto meridiano, immaginando il leopardiano “Ermo colle”, che al poeta fu “sempre caro” Verso sera raggiungiamo Porto San Giorgio dopo aver percorso Km 150,4, in sei ore e tre minuti, alla media di Km/h 24,9. Da Porto San Giorgio, alla nuova provincia di fermo, sempre costeggiando il mare si arriva sul fiume Tronto, la cui foce costituisce il confine tra le Marche e gli Abruzzi. Attraversando i rinomati centri balneari di Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Pineto e Silvi Marina perveniamo alla città di Pescara, patria di Gabriele D’Annunzio, non senza aver notato lungo la statale sedici l’indicazione di “Tratturo” di cui il grande poeta parla quando canta dei suoi pastori, che a settembre “lascian gli stazzi e vanno verso il mare” Arrivati a San Vito Chetino dopo Km 118,78, percorsi in cinque ore e un minuto alla media di Km/h23,6, nel pomeriggio ci concediamo un ristoratore bagno di mare.

Il terzo giorno percorriamo alacremente l’ultimo tratto di costa abruzzese,per entrare i quella striscia di mare che fa parte del Molise, terminando col torrente Saccione, che ha in Termoli il suo centro balneare. La puglia ci accoglie con la bellissima strada Nazionale del Gargano, e pedalando dal lago di Lesina ad Apricena vediamo stagliarsi di fronte il promontorio, che tanta fatica ci chiederà per scalarlo il giorno a di venire. Per fortuna che, percorsi km 123,04 in cinque ore e sette minuti, alla media di Km/ h 23,9, ad accoglierci troviamo una splendida piscina, che accoglie le nostre stanche membra. Si Finisce un’altra bella avventura, l’ennesima per il sodalizio Meneghino iniziata con il giro d’Italia in più settori, costeggiando l’infinito mare che circonda la nostra penisola, isole comprese, e proseguita con i Raid nelle più famose località di culto e di sofferenza Europee, con i dieci partecipanti elencati in rispettoso ordine cronologico di nascita, anche se al primo posto per cavalleria è citata l’unica rappresentante femminile: Carmen Panacui, Marino Borroni, pedalatore e narratore, Gian Angelo Travagliati, Pietro Alfonso, pedalatore e presidente del sodalizio sin dai suoi esordi nel lontano 1975, Simon Giorgio, Franco Morra, Angelo Ferrucci, Antonio Corbella, Fabio Pagani e Donato Morra.

Fonte: Marino Borroni