Ven11292024

Aggiornamento:02:43:55

Back Strada Determinazione e grinta, questo è il trentaseienne Andrea Mascheroni che sogna il bis iridato

Determinazione e grinta, questo è il trentaseienne Andrea Mascheroni che sogna il bis iridato

Cremia (Como) –  Da quel ramo sulla sponda occidentale del lago di Como nella regione settentrionale denominata Alta Lario che volge alle pendici del Monte Bregagno il trentaseienne Andrea Mascheroni, master della Team Chiappucci System Card, vede Stavelot la cittadina belga della regione Vallonia ove domenica si terrà la finale iridata del UWCT (Uci World Cycling Tour), la nuova formula per l’assegnazione dei titoli iridata strada e cronometro. Nonostante la caduta del 14 agosto in cui ha riportato una forte contusione agli arti, la forte fibra muscolare del geometra comasco, la determinazione e passione che lo caratterizzano in ogni attività e il sostegno della moglie Daniela Cornaggia, gli hanno permesso di recuperare velocemente e potrà difendere il titolo mondiale conquistato nella scorsa stagione a San Johann in Tirol

- Ci puoi raccontare brevemente la tua carriera ciclistica?

“Non ho mai gareggiato nelle categorie giovanili”

- Come inizia la tua carriera in sella alla bicicletta?

“Ho scelto la pratica del ciclismo, nel corso del 1998, per perdere peso. Da li in avanti ho provato molti sport, corsa, canottaggio, nuoto, sci alpinismo, ma l’amore per il ciclismo è quello che mi ha conquistato e mi fa tuttora fare enormi sacrifici per poter essere competitivo”.

- Chi ti ha spinto e sostenuto?

“La mia caparbietà e la voglia di trovare sempre un limite maggiore”.

- Da quante stagioni gareggi tra i cicloamatori?

“Faccio “l’amatore” da 10 stagioni”

- Quali e quanti i successi conquistati tra gli amatori e nel 2011?

“Quest’anno i successi non sono fin ora tanti, ma posso dire che come squadra abbiamo fatto prestazioni uniche. In totale le gare vinte  dalla nostra squadra sono 17, i secondi non li contiamo”

- Quali difficoltà trovi nell'allenarti?

“Per il lavoro ho la fortuna di fare il libero professionista,  geometra, e quindi posso gestire il  mio tempo come meglio credo lavorando alla sera, quando esco nella pausa pranzo per un’ora e mezza, in compagnia di mio fratello che fa il mio stesso lavoro. Alla famiglia rubo molto tempo, forse anche troppo”.

- Ti dedichi maggiormente alle gare in circuito o alle manifestazioni fondistiche?

“Preferisco le gare in circuito perché le reputo più sicure e più spettacolari che le gran fondo che sono gare solo per il business”

Spesso sono accesi i duelli con tuo fratello, anche lui ottimo ciclista

“I duelli con mio fratello non ci sono, siamo fratelli che ci vogliamo molto bene anche se magari gli altri ci vedono bisticciare molto spesso, ma per noi è cosi”.

- Qual'è la vittoria più bella che hai conquistato?

“In dieci anni ne ho conquistate parecchie ma l’anno scorso ho vinto due mondiali uno Udace e l’altro Uci Master 2 penso che questa accoppiata sia memorabile”

- Che cosa pensi dell'attuale movimento granfondistico?

“Alcune gara sono belle ma io non le considero tali, in queste corse la gara la fanno i primi 20 gli altri sono lasciati allo sbando in mezzo alla strada molte volte soli nel traffico”

- Ha ancora senso parlare di attività cicloamatoriale?

“Secondo mè no. Ormai il ciclismo amatoriale è salito di livello, grazie hai preparatori che seguono moltissimi amatori con tabelle specifiche e alla voglia di molti “amatori” di volersi mettere alla prova con sestesi”.

- Che cosa e come cambieresti se ne avessi l'opportunità?

“Ma a voler fare si potrebbe fare di tutto , ma penso che la prima cosa si eliminare il problema delle gare aperte o non agli Enti. Per me tutti gli amatori  devono essere uguali e dovrebbero poter correre sempre senza aver problemi di questo tipo. Si parla di discriminazione e razzismo anche questa ne è una forma”.