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William Dazzani una vita allo sprint

“… Vivi come credi, fai cosa ti dice il cuore… ciò che vuoi! Una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali… canta, ridi, balla, ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi!”. Charlie Chaplin

Sembra ispirata all’aforisma di Charlie Chaplin la vita agonistica del ciclista bolognese, marchigiano d’adozione, William Dazzani. La Sicilia, l’ormai defunta Settimana Ciclistica Internazionale e il mese di febbraio delle stagione ’90 e ’91, ricordi che rimarranno per sempre impressi nella mente di William Dazzani. Corre l’anno 1990, il 22 febbraio, e Dazzani che veste i colori della formazione Professional denominata Italbonifica Navigare Conti diretta da Bruno Reverberi partecipa alla 31° Settimana Ciclistica Internazionale. La sesta ed ultima frazione prende il via da Messina e si conclude a Capo d’Orlando dopo 181 chilometri.

Occhi puntati sul danese Rolf Sorensen e l’olandese Steven Rooks che guidano la classifica generale della manifestazione siciliana, vincerà il primo, i quali dovranno condividere la scena con il velocista emiliano William Dazzani, che sul traguardo di Capo d’Orlando conquisterà la sua prima ed unica affermazione tra i professionisti. Trascorrono dodici mesi e tre giorni, si ritorna a gareggiare in Sicilia, ma il ricordo della felicità per la prima vittoria da professionista si trasforma in dramma. E’ il 25 febbraio ’91,William Dazzani confermato dall’Italbonifica Navigare sta partecipando  alla terza tappa della Settimana  Ciclistica Internazionale con partenza da Agrigento e arrivo a Modica, quando cercando di cambiare il rapporto attraverso i comandi del cambio applicati alle leve del freno, qualcosa non funziona a dovere e il ciclista viene catapultato dalla sua bicicletta.

La mano destra si infila nella ruota anteriore e il violento impatto deturpa il viso di Dazzani. Sessanta punti e sette denti finti, ma soprattutto una carriera che potrebbe chiudersi su quell’arido nastro d’asfalto. “L’incidente ha cambiato la mia vita. Avevo puntato tutto sul passaggio e la carriera da professionista  -afferma Dazzani -  e quel maledetto incidente ha vanificato tutti i miei sforzi. Sono rimasto fermo per tre mesi prima di tornare in bicicletta, ma durante il resto della stagione non sono più riuscito ad esprimermi al meglio. Era un professionismo diverso quello in cui gareggiavo io, vi era un numero largamente inferiore a quello odierno di squadre e ogni anno passavano soltanto sei sette professionisti, poi nel tempo si è arrivati a cinquanta neo professionisti a stagione. Mi dispiace perché era l’ambiente in cui avrei potuto emergere e continuare a pedalare tra i professionisti per qualche altra stagione”.

Lui tra i professionisti vi correva anche l’anno prima di passare, quando nella formazione dilettantistica Remac Verynet diretta da Olivano Locatelli gareggiava al fianco di Fabrizio Bontempi, Fidanza, Gotti, Bortolami, Gualdi, Lanfranchi, Consonni, Rando, Bianchini e Rigamonti. “La Remac era costituita da quattordici dilettanti, quell’anno in dodici approdammo alla massima categoria”. Ma Dazzani non si scoraggia. Archiviata la carriera professionistica, visto il calore e la stima di quanti lo hanno conosciuto e sostenuto, decide di aprire un negozio di biciclette nella sua Castel San Pietro, che chiuderà nel 2010. Quell’esercizio diventa uno dei punti d’incontro dei ciclisti bolognesi e l’occasione per mettere a loro disposizione l’esperienza maturata tra i professionisti. Ma l’attività agonistica di William Dazzani non può concludersi con le tre stagioni da professionista, il negozio è ormai avviato e tornare a gareggiare, tra i cicloamatori è il modo migliore per coniugare la passione per il ciclismo e la nuova attività lavorativa. Così inizia la seconda “vita” ciclistica di Dazzani. La prima, lo vide salire in bicicletta nel 1979, tra gli esordienti 1° anno, cinquantacinque gare vinte: “quattro nel primo anno da allievo e dieci nel secondo.

Tra gli juniores cinque e dieci. Poi i tre anni tra i dilettanti con i colori della Cooperativa Ceramica d’Imola in cui centra quattordici successi. E la cinquantacinquesima la conquista tra i professionisti, insieme al terzo posto nella gara di Ceppagatti, il quinto posto al Giro di Romagna e il decimo alla Milano Sanremo. E’ il 23 marzo ’91 da Milano prende il via l’edizione numero 82 della gara che si chiude a Sanremo, “Una fastidiosa pioggerellina cade su Milano quando ci si avvia alla partenza. William Dazzani e Stefano Zanini fanno capire di non aver intenzione di restarsene tranquilli nella pancia del gruppo: vogliono mettersi in vista, anche se l'acqua ora ha preso a scendere con forza e insistenza. A Ovada – si legge nella cronaca della gara - hanno un vantaggio di 5' che scende inesorabilmente man mano che si scala il Turchino, dove i due conservano un margine di 1'45": Poi si muove Chiappucci e i battistrada verranno raggiunti sul Capo Mele”. Dodici mesi prima Dazzani aveva conquistato il decimo posto nella gara vinta da Gianni Bugno. Tornando all’attività amatoriale il ciclista di Castel  San Pietro sottolinea: “Io non gareggio più di due o tre mesi a stagione, soltanto nella stagione 2006 ho partecipato a sessanta gare”.

Ma nonostante questo il palmares di Dazzani è carico di prestigiosi successi. Tre titoli iridati Udace (2005 a Lurago D’Erba; 2006 a Rocca San Casciano e 2011 a San Vito al Mantico). Tre Coppe del Mondo Uci conquistate a Sant Johann in Tirol nelle gare che precedono il mondiale. Due titoli europei. Tre campionati italiani specialità strada, cronometro individuale e a coppie. Oltre alle vittorie conquistate nelle manifestazioni regionali e nelle Gran Fondo. Nel 2010, Dazzani accetta la proposta di Raffaele Consolani e chiude il negozio di Castel San Pietro. Il rapporto con Barbara Lancioni va a gonfie vele e i due decidono di acquistare una casa da ristrutturare a Filottrano, ove Barbara è nata e cresciuta. “Nella stagione 2005 Raffaele Consolani deus ex machina del negozio Cicli Copparo di Ancona e della formazione master che ha la stessa denominazione, mi aveva cercato per tesserarmi con la sua società. A quel tempo non accettai la sua proposta, poi lo scorso anno quando Raffaele è tornato alla carica e oltre all’attività ciclistica mi ha chiesto di trasferirmi a lavorare nel suo negozio, ho accettato senza batter ciglio, anche perché mi sarei avvicinato a Filottrano”. Così Dazzani diventa l’uomo immagine della Cicli Copparo.

Dazzani qual è la vittoria più bella tra tutte quelle che ha conquistato in carriera?

“La gara di Coppa del Mondo che ho vinto nella stagione 2005 in Austria a Sant Johann in Tirol. E’ stata una gara vera e il mio avversario era un ex professionista portoghese che, quando anche io ero ancora professionista, gareggia con la Kelme”

Parliamo del suo terzo campionato del mondo conquistato in carriera a San Vito al Mantico.

“Sono andato a Verona con una buona condizione fisica, che ho testato alla Gran Fondo Colli Piceni. Anche se nella gara di Servigliano ho commesso un errore sprecando troppe energie lungo il percorso che a tre chilometri dall’arrivo ho pagato pesantemente. Il percorso del mondiale – afferma Dazzani – era di quelli che se non avevi la gamba non eri in grado di fare il numero e vincere. Circuito di nove chilometri, molte curve, rettilinei corti e zero salite. Ho allungato nel secondo giro, ma ho visto che la risposta dei miei diretti avversari è stata immediata e allora ho desistito subito per non ripetere l’errore di Servigliano.  Quando mancavano quattro giri al termine, mi sono lanciato all’inseguimento dei fuggitivi, usciti in precedenza. Agostini (Gianmarco) ha risposto al mio allungo, ma la sua azione non è stata efficace, e io sono ripartito a fagiano - sorride divertito Dazzani – senza scattare ma allungando da seduto. Sono rientrato sulla testa ove ho trovato la preziosa collaborazione del mio compagno di squadra Marchetti a cui ho chiesto di tirare a fondo e lui ha svolto alla perfezione la mia indicazione. Poi sono rientrato sui due battistrada. In tre abbiamo continuato sino all’arrivo, dove ho vinto in volata”