Trentatre anni, carina, determinata, Juliana Buhring è la donna più veloce del mondo che abbia effettuato la circumnavigazione del globo in bicicletta e Domenica 19 Ottobre sarà al via della seconda edizione della Gran Fondo 3 Regioni Città di Sapri. Un’impresa che gli ha permesso di entrare nel Guinners World Record, un’impresa che nasce da un’infanzia drammatica e dalla voglia di emergere in un mondo che non riesce più ad esprimere i propri valori umani e spesso si dimentica che cosa sia il rispetto delle persone. Juliana Buhring nasce il 2 giugno 1981 in Grecia da Christopher Jones e Serena Buhring, entrambi membri della setta I Bambini di Dio. Dopo tre anni dalla sua nascita la madre Serena è costretta dal leader ad abbandonare Jones e trasferirsi in un altro paese. Juliana viene abbandonata dalla madre all'età di tre anni. Da allora diventa proprietà del gruppo, costretta a viaggiare continuamente tra diversi paesi dell'Asia e dell'Africa. Il padre Christopher, membro attivo nella setta, la lascia spesso in affidamento ad altri membri della setta, in linea con una delle credenze fondamentali del culto, cioè la condivisione dei beni e delle persone. La famiglia tradizionale era stata sostituita da un concetto di famiglia allargata, secondo la quale tutti erano figli di tutti. Tale principio non preservava, tuttavia, i bambini da abusi sia fisici che mentali da parte degli altri membri del gruppo.
Juliana Buhring come nasce l’idea di affrontare la sfida al Guinners World Record come Donna più Veloce a Circumnavigare il Globo in Bici?
“L’idea nasce per caso. Un estate di tre anni fa io ed il mio compagno decidiamo di fare un viaggio un po’ diverso utilizzando la bici. Pedalare e stare in mezzo alla natura è una cosa che mi ha appassionato da subito. Ricercando su internet scoprii presto che nessuna donna aveva mai tentato il giro del mondo in bici. Volevo provare che non esistono persone straordinarie, ma solo persone comuni che fanno cose straordinarie”
A 30 anni sei salita per la prima volta in bicicletta ed hai superato quest’esame durissimo. Soltanto pochi mesi di allenamento e ti sei lanciata nell’avventura. Hai mai avuto segni di cedimento, hai mai pensato di non farcela e abbandonare tutto?
“Da quando sono salita in sella fino al giorno della mia partenza, otto mesi, tutte le persone che incontravo mi dicevano che ero pazza. Che non sarei mai riuscita a portare a termine un’impresa tale senza nessuna nozione di ciclismo e di sport. Ho avuto una vita molto particolare, sognare avventure è quello che facevo da bambina e non mi ha mai spaventato. Mi sono goduta il viaggio fino alla fine. Forse l’unico momento di cedimento l’ho avuto quando sono rientrata in Italia in Dicembre sotto una tempesta di neve. Ero stremata, e pensavo che il mio corpo avrebbe ceduto. Ma non l’avrei mai permesso. Era la mia sfida e dovevo vincerla”
Dopo 152 giorni totali, di cui 144 in sella, sei rientrata a Napoli con una folla che ti ha sostenuto fino alla linea d'arrivo di Piazza Plebiscito. Hai attraversato 19 paesi e 4 continenti percorrendo 29.000 km diventando la prima donna a circumnavigare il globo in bicicletta, entrando così nel Guinness dei Primati. Raccontaci l’emozione provata al termine della vittoriosa sfida
“Credo che per il resto della mia vita non dimenticherò mai quel giorno. C’era il sole e mi sentivo fortissima. La gente che si univa a me per strada accompagnandomi all’arrivo un’emozione indescrivibile. Sono stati immensi e li ringrazio tutti. Sono convinta che il mio giro sarà ricordato come un evento unico, per sempre. Potrò sempre dire di averlo fatto da sola e senza aiuti esterni, se non quello delle persone che mi hanno sostenuto. Non ho avuto sponsor, un team su strada che mi seguisse. Ero sola! Questa sensazione mi accompagnerà per sempre. Io ce l’ho fatta da sola”
Nel 2013 la Transcontinental Race una gara durissima che parte da Londra e finisce a Istanbul attraverso le Alpi, 3200 km in solitaria. E poi quest’anno la Trans Am Bike Race gara lunga 7000 km con 66.000 metri di dislivello, che parte da Astoria in Oregon e finisce a Yorktown in Virginia. Altri due eventi per dimostrare agli altri che se si vuole si possono raggiungere traguardi più grandi di noi?
“Più grandi di noi nel vero senso della parola. In tutta sincerità non avevo messo in conto di riuscirci con risultati tanto sorprendenti. Nella Trans Am sono arrivata al quarto posto nello stupore di tutti incluso il mio. Tre anni fa non andavo in bici. Con la vittoria della Trans Am e con quel tempo (ma soprattutto battendo il 90% degli uomini in gara), sono stata definita la ciclista endurance più forte al mondo. Wow…. non ci credevo manco io. Ho scoperto nuovi limiti e sono certa che potrò superare anche quelli”
Insieme alle tue sorelle hai fondato la Rise International, poi fusa con la Safe Passage Foundation. Qual è l’obiettivo di questa fondazione?
“Il giro del mondo è stato concepito anche per raccogliere fondi per loro, e ha dato una buona visibilità. Stiamo cercando di istituire delle borse di studio da destinare a ex membri di tali organizzazioni estremiste per aiutarli a crearsi un educazione e un futuro. L’ignoranza e la disinformazione sono aspetti che accrescono la formazione di culti religiosi e con lo studio cerchiamo di limitarne i danni”
Come è possibile contribuire alla Fondazione?
“Basta andare sul sito della SPF e donare con carta di credito o trasferimento bancario https://safepassagefoundation.org/donate”
Perché hai deciso di partecipare alla Gf 3 Regioni Città di Sapri?
“Ho sempre voluto pedalare in quella zona e mi è sembrato un buon motivo per visitarla in bici. I miei amici della ASD I Soci mi hanno invitata e ho accettato volentieri”.
News a cura di Mirko D'Amato www.cicloamatoriale.it