C’è grande attesa intorno alla seconda edizione della Granfondo Campagnolo Roma. Non solo per il percorso, leggermente rinnovato rispetto alla prima edizione, ma soprattutto perchè dopo la grande risposta degli appassionati (più di 5000 partenti l’anno scorso), ci si aspetta la riconferma anche in termini numerici da parte di quello che è uno dei più importanti eventi del calendario amatoriale.
Oltre alla granfondo, che come al solito si divide in due percorsi, ci sarà la possibilità per tutti gli amanti della bicicletta di misurarsi con la randonèe notturna o con la “In bici ai Castelli”, percorso turistico non competitivo aperto anche a tutti coloro che utilizzano le biciclette a pedalata assistita. L’evento è quindi molto grande, e l’avvocato Gianluca Santilli, presidente del comitato organizzatore, ne è consapevole. Con lui abbiamo parlato non solo del suo ruolo di numero uno della Granfondo Campagnolo Roma, ma anche del nuovo regolamento che entrerà in vigore dal 2014 per tutti i cicloamatori. Riportiamo di seguito l'intervista che l'avvocato ha rilasciato ai microfoni della trasmissione di Radio Manà Manà Sport "Ultimo Chilometro".
Quest’anno gli eventi intorno alla Granfondo Campagnolo Roma sono tantissimi: non solo una pedalata turistica ma anche una randonèe notturna. Come sono nate queste idee? “Tempo fa un mio amico mi chiese cosa avremmo fatto intorno a Granfondo Roma, e io ho risposto che gli avrei risposto via mail, perchè sono veramente tante le iniziative collaterali. Vogliamo fare in modo che sia sempre meno una normale granfondo ma sia sempre di più un grande evento. La randonèe è un bellissimo modo di andare in bicicletta, molto tranquillo e senza punti di riferimento; si svolgerà la notte prima della partenza della granfondo. Per quanto riguarda la ciclopedalata è un’idea che è venuta a me parlando insieme al sindaco Ignazio Marino: lui mi chiedeva se era possibile affrontare più di 100 km con 1600 metri di dislivello e mi sono accorto che questa distanza non è proprio per tutti, noi invece vogliamo aprire la città a tutti coloro che vanno in bici, quindi la logica è quella di far partecipare persone che non fanno la granfondo ma che magari la faranno l’anno prossimo. Chi farà la ciclopedalata avrà una maglia diversa da quella dei granfondisti, i quali scherzando hanno detto che la loro maglia è per romanisti; dato che quella della pedalata sarà azzurra, abbiamo fatto contenti anche i tifosi della Lazio. Ovviamente si scherza, ma è giusto perchè bisogna stemperare l’esasperazione che c’è intorno alle granfondo: da responsabile del settore amatoriale questa cosa mi preoccupa non poco”.
A questo proposito durante l’estate si è parlato molto di questo nuovo regolamento per gli amatori, da lei elaborato, che entrerà in vigore dal 2014: tutti coloro che hanno avuto problemi con il doping non potranno più essere tesserati come amatori. Ci può spiegare queste nuove norme? “Partiamo da lontano: io sono appassionato di sport e ho vissuto il ciclismo con diversi ruoli. La norma non l’ho scritta io da solo e non l’ho fatta approvare da solo: è già stata approvata dagli organi della Federciclismo e dalla consulta. Si parte da un concetto molto semplice: in Italia il doping a livello amatoriale è un problema oggettivo, si parla di circa 500 milioni di euro per il giro d’affari. Ogni giorno sui giornali si parla di qualcosa che è speculare e identico al traffico di droga. Questo ha portato a dei veri e propri movimenti professionistici a livello amatoriale (e questa è l’altra faccia del problema), quindi ci sono ex professionisti che entrano nel mondo degli amatori e ci sono amatori che addirittura abbandonano tutto per dare il massimo nelle granfondo. Tutto questo ha fatto sì che in tanti ricorressero al doping per cercare di portare a casa delle vittorie che valgono quello che valgono: a volte si vince una medaglia, a volte un prosciutto, altre volte neanche quello. La norma vuole riportare il ciclismo amatoriale a quello che è il significato originario della parola amatore, il quale non è un esasperato e nemmeno un pazzo che vuole la vittoria a tutti i costi”.
Cosa dovranno fare quindi tutti gli amatori che dal 2014 vogliono tesserarsi? “Si chiede a tutti di fare un’autocertificazione (che se dovesse essere falsa è penalmente rilevabile) nella quale si dice che il corridore non ha mai avuto niente a che fare con il doping in senso ampio, quindi inchieste, assunzione di prodotti, spaccio, ecc. Mi auguro che la maggior parte degli amatori non pensino nemmeno a leggere cosa c’è scritto nell’autocertificazione, spero che non abbiano avuto questo tipo di problemi. per chi li ha avuti, invece, lasciamo la possibilità di andare in bicicletta ma non di partecipare alle granfondo”.
Non trova sia una norma molto dura? “Sicuramente lo è, ma arriva in un momento in cui si parla di ciclismo amatoriale nella cronaca nera, e credo che questo faccia ribrezzo a tutti coloro che neanche partecipano più alle gare amatoriali. Questa norma poi è collegata al fatto che chi viene dal mondo professionistico deve aspettare un certo periodo per correre tra gli amatori: se un ciclista che fino a ieri ha corso al Giro d’Italia decide di partecipare a Granfondo Roma da agonista chiaramente rompe gli equilibri all’interno della gara. Non è Gianluca Santilli che è il genio della lampada che si è svegliato e ha fatto questa norma: era richiesta dagli organi ed è stato giusto farlo. Vogliamo che le granfondo tornino ad essere un momento per ridere e stare bene insieme agli altri. Durante Granfondo Roma daremo premi più importanti a chi andrà bene nelle cronoscalate: l’agonismo ce lo guardiamo in televisione, ma il mondo dei professionisti è completamente diverso da quello degli amatori. Ci si fa male cercando di raggiungere obiettivi che sono propri dei professionisti”.
A questo punto speriamo che Granfondo Roma possa portare innovazione per le altre gare amatoriali, anche perchè il ciclismo “della domenica” continua a godere di ottima salute. “Assolutamente sì, il ciclismo amatoriale gode di ottima salute e mi auguro che Granfondo Roma possa diventare un esempio per tutte le altre manifestazioni dedicate ai cicloamatori. Certo, bisogna anche e soprattutto lavorare sugli standard di sicurezza. Noi abbiamo cercato di lavorare con i comuni tutto l’anno per cercare di gestire il traffico e la cosa che mi ha fatto più piacere è che tutti i comuni del Lazio avrebbero voluto il passaggio della granfondo. In tanti hanno criticato la prima edizione, ma adesso, in questa seconda edizione, crediamo che valga davvero la pena partecipare. Ci saranno anche tantissime belle iniziative per tre giorni al Circo Massimo: ce ne sarà per tutti”.
Un'esclusiva di Cyclingtime.it a firma di Carlo Gugliotta