All’arrivo della 19.ma edizione della Sportful Dolomiti Race si erano presentati in due medici del Ministero della Salute. In otto (quattro primi uomini e quattro prime donne del percorso lungo) erano stati sottoposti ai controlli antidoping. Oggi la doccia fredda dal Coni che nel sito ufficale recita: “L’Ufficio di Procura Antidoping ha disposto il deferimento dell’atleta Giacomo Garofoli (tesserato ACSI- Valenti Team delle Marche, terzo arrivato della granfondo) alla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell’art. 2.1. del Codice WADA in relazione alla positività per presenza di Gonadotropina corionica (hCG) e NESP (Darbepoetina alfa) riscontrate in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000 al termine della gara. Il Tna chiede 2 anni di squalifica”.
Il comitato organizzatore della granfondo di Feltre sbotta, attraverso il presidente Ivan Piol: “Questa positività è la prova che è importante il lavoro di prevenzione e lotta al doping che stiamo facendo anche come Consorzio Fivestars League, di cui siamo fondatori e promotori con le più importanti granfondo italiane in sinergia con la Federazione ciclistica. L’introduzione del nuovo regolamento etico della Struttura amatoriale Fci ci aiuterà in questa battaglia (dal 1° gennaio 2014 chi ha avuto a che fare con il doping non si può più tesserare come amatore- ndr). Vorrei anche ringraziare il Ministero per la preziosa collaborazione di questi anni che sicuramente proseguirà per il futuro”.
“Come Sportful Dolomiti Race adesso è venuto il momento di dire basta! – ribadisce Piol – Dal 2014, oltre ad adeguare il regolamento alle nuove normative etiche Fci prevederemo una nuova norma che prevede che in caso di positività ai controlli antidoping effettuati nella Sportful Dolomiti Race o di positività accertata nei 24 (ventiquattro) mesi successivi la granfondo, il concorrente dovrà corrispondere al Comitato Organizzatore, a titolo di risarcimento del grave danno arrecato all’immagine dell’evento, una somma di denaro che fisseremo nei prossimi giorni. Se l’aleta apparteniene ad una associazione sportiva, quest’ultima sarà solidalmente obbligata a pagare la somma”.
E Piol conclude: “Già nel 2014, il team dell’atleta per cui oggi il Tribunale ha chiesto la squalifica sappia che non è benvenuto a Feltre”.
Fonte: Anna Valerio