Sarnico (BG) – Sono bastati pochi istanti, un colpo d’occhio attento e scrupoloso, ai tanti tifosi ed appassionati che solo qualche mese fa hanno notato qualcosa di strano vedendo il vice campione del mondo marathon, Mirko Celestino, schierarsi in griglia di partenza alla Prosecchissima disputata lo scorso 10 aprile in provincia di Verona. Eppure il campione ligure era come sempre sorridente, la nuova divisa del Team Axevo Haibike Semperlux a posto e la gamba come al solito bella magra e “tirata” come nei giorni migliori. Cosa è stato dunque a catturare l’interesse dei presenti? Cosa ha lasciato tutti con un grande punto interrogativo su quell’immagine che a distanza di poco più di un mese ancora sembra essere contornata da un velo di mistero?
Nessun mistero, è chiaro, ma certamente il punto di domanda resta dopo che Mirko Celestino è tornato in sella ad una 26” a soli due mesi dalla presentazione ufficiale in cui gli veniva consegnata la nuovissima Haibike Greed 29er. Proprio così. Forse già allora la notizia che anche Mirko Celestino stava passando ad una 29” aveva lasciato tutti a bocca aperta, figuriamoci oggi che ritroviamo il neo campione italiano XCM celebrare il titolo tricolore proprio in sella ad una fiammante Greed RX Pro Haibike 26”. Cosa può essere successo? Scelta tecnica? Oppure una semplice strategia pubblicitaria di mercato? Le voci e i commenti rimbalzano ovunque alimentando il già popolare dilemma che dallo scorso anno attanaglia il mercato italiano della mountain bike.
Questa interminabile diatriba tra mtb da 26” e 29”, che interessa tanti bikers ad appassionati ma che si ripercuote spesso e volentieri anche sulle scelte dei campioni professionisti, molte volte sfocia nel nulla dando vita a nuovi interrogativi che di certo non aiutano chi veramente si trova nell’imbarazzante situazione di dover fare una scelta. Ecco dunque che abbiamo deciso di fare due parole con Mirko Celestino, che ci ha raccontato le sue impressioni e considerazioni a riguardo, e con Enrico Carminati, patron del brand Axevo Bike & Components distributore per l’Italia del marchio Haibike, che ci ha delucidato con qualche spiegazione più tecnica e precisa.
Allora Mirko, prima di venire al dunque, raccontaci come è iniziata la tua avventura con la 29”.
“In sella alla prima 29” ci sono finito quasi per caso, anche se ammetto che un po me la sono cercata. Dopo aver concluso con gli impegni della stagione 2010, nel periodo di tempo che solitamente dedico al tradizionale stacco dall’attività agonistica ho pensato di provare questa tanto acclamata 29”. Per tutta la stagione passata ne ho sentito parlare, ho letto riviste ed assistito a presentazioni. La cosa mi ha incuriosito, ovvio, ma ero interessato a testare personalmente la nuova soluzione per rendermi conto se questa potesse darmi dei vantaggi in vista della stagione avvenire. Così, d’accordo con Axevo, ho ricevuto a gennaio la mia prima 29”. In realtà prima ho ricevuto la X-Team in alluminio, decisamente più nervosa, e in un secondo tempo la versione in titanio, un modello che già faceva parte del catalogo Axevo 2010, molto più confortevole.”
E quali sono state le tue prime impressioni quando sei salito in sella?
“C’è da dire che io sono sempre attento al mezzo meccanico, e come me lo sono tutti i bikers che praticano questo sport come mestiere. Proprio per questo motivo, forse, all’inizio sono salito in sella con un filo di scetticismo, ma allo stesso tempo avevo una gran voglia di metterla subito alla prova sui sentieri di casa, quelli che solitamente percorro quando mi alleno ad Andora. “Strana” è la prima cosa che mi è venuta da dire appena partito. Si sentiva che non era la solita 26” ed ammetto che sono dovuto uscire più volte prima di prendere il giusto feeling. Ma devo dire che una volta presa confidenza non si sente più alcuna differenza e si percepiscono subito i vantaggi.”
Cosa intendi? Cosa cambia per un bikers che passa ad una 29”?
“La prima sensazione che si ha è quella della minor reattività. La guida diventa più armoniosa e tranquilla. Considerazioni che possono anche essere intuite visto che si parla di ruote maggiorate, ma le differenze più significative si percepiscono appena si mettono le ruote su sterrato. Forse sono esagerato ma per me è stato come dover imparare nuovamente ad andare in bici. Le traiettorie sono differenti, le frenate hanno altri stacchi e la comodità in sella è unica.”
Quindi possiamo dire che a primo impatto la 29” ti ha lasciato senza parole?
“Certo che si. Infatti pochi giorni dopo ho risentito Enrico Carminati di Axevo al quale ho riportato le mie impressioni e pochi mesi dopo, precisamente il 14 febbraio, mi è stata consegnata la nuovissima Haibike Greed 29er. Sicuramente un mezzo più al passo con i tempi rispetto le 29” che avevo provato in precedenza, infatti si trattava ancora di una sorta di prototipo. Non era altro che il primo esemplare sfornato da Axevo in collaborazione con l’azienda tedesca, destinato ad entrare a breve nel catalogo prodotti di Haibike.
A questo punto chiamiamo in causa chi ha visto nascere la Greed 29er. Enrico Carminati, raccontaci i segreti di questa mountain bike.
“La Greed 29er che abbiamo dato a Mirko non ha segreti. Non è altro che l’evoluzione del modello X-Team 29er di Axevo con il telaio, in fibra di carbonio unidirezionale, migliorato grazie ad alcuni accorgimenti che hanno permesso di ottenere maggiore robustezza e rigidità senza aggravarne il peso finale. Un mix di progettazione e tecnica che racchiude tutta l’esperienza che Axevo ha accumulato nel tempo con l’aggiunta di un pizzico di quella maniacale cura riservata alla componentistica ed ai particolari che ci contraddistingue.”
Avete detto che questa è stata la prima bicicletta sfornata da Haibike in vista del suo lancio sul mercato. Quindi Mirko ne è stato tester e testimoniale d’eccezione.
“Proprio così. D’accordo con Haibike abbiamo deciso di mettere a disposizione di Mirko questo nuovo modello, per valutarne l’esito del lavoro svolto, per studiarne eventuali modifiche ed accorgimenti in vista del lancio sul mercato. Per Haibike si tratta della prima 29” di alta gamma destinata alle competizioni e con Mirko siamo andati sul sicuro perché sappiamo bene quanto sia preciso nel curare il mezzo ed ogni particolare.”
Quindi Mirko, dopo questo privilegio, raccontaci quali sono state le tue conclusioni a riguardo della Haibike Greed 29er.
“E’ evidente il netto miglioramento del mezzo. La nuova Greed è molto più reattiva, merito delle modifiche sulla geometria del telaio che anche all’occhio si dimostra più robusto e compatto. Io l’ho provata su tutti i tipi di terreno, dagli sterrati più battuti e veloci ai single track più stretti e tecnici, e devo dire che la bici ha risposto bene in tutte le situazioni. Poi il carbonio unidirezionale ha conferito ancora più comodità all’insieme telaio-ruote. C’è da dire infatti che il cuore di una 29” è racchiuso tutto nella giusta combinazione tra cerchi, coperture e telaio. Proprio per questo mentre da una parte Axevo e Haibike si sono impegnati nella progettazione e realizzazione di un frame e di una coppia di cerchi specifici dall’altra parte Geax mi ha messo a disposizione le inedite coperture Geax Mezcal 29”x2.1, un prototipo ultra leggero che sarà messo sul mercato non prima del 2012. Proprio il peso può essere determinante per una 29”, addirittura fondamentale quando lo si associa al moto circolare delle due grandi ruote che da sole regalano la maggior parte dei benefici.”
Stando a quello che ci hai detto ancora non riusciamo a capire per quale motivo hai quindi deciso di ritornare alla 26”. Cosa non ti ha convinto della 29”?
“Ci tengo a sottolineare che ho utilizzato la 29” per buona parte della mia preparazione invernale ed ho pure preso parte ad alcune gare di inizio stagione. Come detto prima il mio esordio in sella alla Greed 29er è scaturito più per una mia curiosità che per altro. Poi è nato il discorso legato alla progettazione e al test delle nuove soluzioni, quindi per me non si trattava di dover prendere una decisione vera e propria. Il fatto è che quest’anno ho improntato tutta la mia stagione, e quindi la mia preparazione, in vista dell’importante appuntamento con il mondiale marathon che si correrà a Montebelluna. Dopo questa piccola parentesi di test ho preferito quindi tornare alla 26” per affrontare con più tranquillità e serenità quest’ultimo periodo che precede il mondiale.”
Quindi il tuo non è stato un passo indietro vero e proprio bensì una scelta tecnica ponderata e responsabile.
“Se vogliamo dirlo più semplicemente è stata una scelta che mi permette di dedicare tutte le mie attenzioni alla preparazione atletica visto che la 26” la conosco bene, ho già un ottimo feeling e non ho mai avuto problemi in nessun tipo di condizioni. Può sembrare banale ma per me vuol dire molto avere la mente libera e non dover pensare a trovare nuove soluzioni, assetti o eseguire test prima di un appuntamento importate. Con questo non sto affatto dicendo che la Greed 29er non sia adatta a me. Anzi, non escludo che una volta archiviato l’appuntamento iridato ci possa ritornare in sella per portarne a termine lo sviluppo nei minimi particolari. Nel frattempo il mio compagno di squadra Andrea Giupponi stà portando avanti il progetto avviato nel corso della stagione 2010, quando ha scelto di correre con 29er. Secondo il luogo comune che vede le 29” adatte ai bikers con maggior statura lui dovrebbe trovarsi avvantaggiato. Non so se questo sia vero fino in fondo, ma lui stesso mi ha parlato di buone sensazioni e netti miglioramenti di guida.”
Quindi Enrico, concludiamo con alcune considerazioni del costruttore. Le 29” potranno veramente essere le antagoniste delle 26” a 360°?
“Come ha detto Mirko le 29” rappresentano un settore, chiaramente in continuo studio e sviluppo, ma certamente in crescita. Attualmente le 26” ricoprono circa il 90% del mercato mondiale delle mountain bike ed è quindi facilmente comprensibile come un biker sia più propenso, ed in alcuni casi più portato, ad iniziare a pedalare su di una 26”. La 29” ha altre caratteristiche che, probabilmente, ora come ora sono più legate a considerazioni soggettive dei singoli atleti. Mi riferisco al metodo di guida piuttosto che alle caratteristiche fisiche del soggetto. Insomma, mi rendo conto che gli appassionati si trovino spesso e volentieri di fronte a questo grande dilemma, e il consiglio che mi sento di dare è quello di provare una 29” prima di dare un parere. Ormai sono molti i produttori che come Axevo approfittano dei grandi appuntamenti fieristici per mettere a disposizione del pubblico, seppure per un tempo piuttosto limitato, tante interessanti test bike. Questa deve essere vista come una grossa opportunità per cercare le risposte a tutti i dubbi possibili, soprattutto se si pensa che solitamente le test bike sono allestite al top di gamma per offrire le migliori condizioni possibili. E’ proprio salendo in sella a questi gioielli super leggeri che anche gli amatori meno esperti possono facilmente percepire le differenze e i vantaggi di una 29” rispetto la tradizionale 26”.”
Fonte: Ag. Asportinews Enrico Andrini
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