Il Team A.S. Roma-Coratti è pronto per tornare su strada, ma i due mesi di quarantena non hanno fermato la sua voglia di confronto e competizione.
Per sopperire alla mancanza di gare vere Ciclismoweb.net ha lanciato una challenge di “virtuali” da correre sui rulli: gli atleti hanno battagliato da casa, mentre gli appassionati hanno seguito le tappe in streaming sui social del portale.
A due di queste ha partecipato il nostro Federico Fantozzi, ottenendo ottimi risultati che fanno ben sperare per la ripresa degli allenamenti su strada e, seppur tra qualche tempo, della stagione agonistica vera e propria.
Il giovane talento romano è arrivato ottavo su cinquanta alla Ciclismoweb Junior Classic (tappa unica da 22.1 km “corsa” sull’isola di Manhattan), mentre ha conquistato il quarto posto nella classifica generale della Spring Challenge Ciclismoweb Juniores (articolata in quattro tappe, dal 22 aprile al 2 maggio).
Dopo l’ultima volata abbiamo raggiunto Simone Coratti (Team Manager ASRC). Ecco le sue impressioni.
Simone, c’è mancato poco: per due punti Fantozzi non ha conquistato il bronzo alla Spring Challenge. Considerato anche il valore degli altri corridori, c’è da essere soddisfatti, no?
«Federico sta facendo grandi progressi. Ha gareggiato contro i migliori juniores del nostro Paese e ha migliorato i suoi piazzamenti da una tappa a un’altra. Questo vuol dire che si sta allenando bene e che sta seguendo il programma di training che la società ha assegnato a ognuno degli atleti».
Com’è andato l’allenamento sui rulli?
«Purtroppo i rulli sono un po’ “limitanti”. Puoi fare 60/90 minuti al massimo, puoi fare qualche volata sotto sforzo e qualche ripetuta, ma certamente non è come essere in strada. Le due dimensioni non sono intercambiabili: alcune cose sui rulli le puoi fare, ma altre si possono provare solo su strada. Magari ti puoi lanciare in un allungo sotto sforzo, ma le salite vere ti mancano. Sui rulli non le “trovi”».
In queste settimane il ciclismo “domestico” ha diviso gli appassionati. Alcuni l’hanno sostenuto, altri l’hanno criticato perché farebbe «perdere l’essenza stessa di questo sport», visto che «per il ciclista pedalare chiusi in una stanza è mortificante». Tu a quale scuola di pensiero appartieni?
«Il ciclismo è strada. Se vuoi fare ciclismo, devi andare sulla strada. Questo è poco, ma sicuro. Però non dimentichiamo che in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo – pensiamo soprattutto alle settimane più critiche – i ciclisti sono stati molto più fortunati dei colleghi che praticano altre discipline. Molti sport si sono dovuti fermare completamente, mentre noi abbiamo potuto mantenere la condizione atletica a casa e continuare la preparazione. Se consideriamo la situazione che hanno vissuto altri sport, abbiamo avuto meno svantaggi. L’allenamento sui rulli può essere monotono, ma viste le condizioni straordinarie è stato molto utile».
Il lavoro sui rulli può portare dei “vizi”, delle cattive abitudini che c’è il pericolo di trascinarsi una volta tornati fuori?
«No, fortunatamente questo pericolo non c’è. Proprio per il fatto che sui rulli non puoi fare tutto – visto che il lavoro che si fa su strada non è replicabile al 100% – credo che nessun atleta si porterà dietro vizi che derivano da questo metodo di allenamento alternativo.
I ragazzi non vedono l’ora di poter tornare fuori per lavorare su ciò che non hanno potuto curare nell’allenamento casalingo».
Pensi che il ciclismo virtuale sopravviverà al Coronavirus o verrà abbandonato?
«Non credo verrà abbandonato del tutto, ma sicuramente rallenterà: il ciclismo è uscire su strada. Le gare virtuali verranno accantonate, per essere magari riprese nel periodo invernale o da gruppi di amici per sfidarsi tra loro».
Avresti mai immaginato una primavera-estate senza ciclismo? Visto che queste sono le prospettive, come te la immagini?
«No, assolutamente. Non l’avrei mai immaginata. Inoltre la voglia di cominciare la stagione era tanta, anche per far vedere il valore dei nostri Juniores a chi ci segue e al presidente Baldesi. Purtroppo è andata così; spero in qualche corsa nel periodo estivo – ce lo auguriamo – ma la vedo dura. Vediamo come andrà».
In ogni caso i ragazzi non hanno perso la condizione. Dovrebbero affinare la preparazione, ma sarebbero pronti a stretto giro, no?
«Sì, tutta la squadra ha continuato ad allenarsi bene e non si è risparmiata. Se dovessimo incontrare qualche difficoltà, abbiamo i mezzi per superarle. Ma tanto tutti i team sono sulla stessa barca. Se dovessero riprendere le corse, saremmo tutti allo stesso livello di preparazione».
Che programmi ha la Roma-Coratti per le prossime settimane?
«In questi giorni abbiamo una serie di riunioni con tutto il management della squadra per organizzare mese per mese questo periodo di transizione. Inoltre stiamo valutando altre gare virtuali alla quali far partecipare i ragazzi: sono gare atipiche, ma anche queste servono per crescere. Stiamo lavorando a molte cose. Seguiteci perché ne vedrete delle belle».
Da oggi potrete tornare in strada per l’allenamento individuale. Che sensazioni hai?
«Più che concentrarmi sulle mie sensazioni, ho detto ai ragazzi di approfittarne assolutamente e di fare più chilometri possibili. Purtroppo non potranno andare a scuola, ma avranno più tempo a disposizione per mettersi in sella e fare sacrifici. Loro ovviamente non vedono l’ora».
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