I grandi campioni non tradiscono mai – certamente non al Tour of the Alps. Come ogni anno, le grandi firme del ciclismo mondiale si presentano al via nel cuore dell’Euregio, e lo fanno sempre per onorare la corsa fino in fondo. Giovedì 25 Aprile, la quarta tappa del Tour of the Alps da Baselga di Piné a Cles (134 km) ne ha data un’ulteriore ed eloquente conferma.
A vincere è stato ancora Tao Geoghegan Hart (Team Sky), ed il suo compagno di squadra Pavel Sivakov ha messo un altro, importantissimo mattone in vista di un possibile successo finale a Bolzano, ma il vero protagonista di questa frazione è stato Vincenzo Nibali. Al Tour of the Alps, il capitano del Team Bahrain-Merida ha ritrovato quel modo di correre aggressivo ed entusiasmante che ha caratterizzato le pagine più belle della sua carriera: sul Passo Predaia, neutralizzata la fuga di giornata, Nibali si è reso protagonista di cinque attacchi nel giro di due chilometri, facendo a brandelli il gruppo dei favoriti, e costringendo agli straordinari un Chris Froome ancora una volta nelle vesti di gregario di lusso.
L’azione di Nibali ha ridotto la testa della corsa a sole cinque unità, di cui tre del Team Sky – Froome, Sivakov e Geoghegan Hart – e un altro leader attesissimo alla corsa euroregionale, Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), anch’egli ritrovato ai livelli delle sue giornate migliori.
Il quarto attacco di Nibali ha terminato il compito di Froome, dando via ad un duello fra l’accoppiata Sky e l’italiano e il polacco – alleati per un giorno – che si è consumato fino all’ultima, durissima ascesa della Pontara. Dopo una nuova accelerazione di Nibali, è stato proprio Majka ad assestare il colpo più deciso, guadagnando cento metri ma subendo infine il ritorno dei tre inseguitori, condotti da Geoghegan Hart. Proprio il 24enne britannico ha impostato la volata di testa a Cles, riuscendo comunque a contenere lo sprint di Vincenzo Nibali e a trionfare a braccia alzate. Terzo posto per Majka, quarto per Sivakov che si presenta quindi all’ultimo test di Venerdì 26 Aprile (Caldaro/Kaltern-Bolzano/Bozen, 147,8 km) con 27 secondi da difendere proprio su Geoghegan Hart, 31 su Rafal Majka e 33 su Vincenzo Nibali. Chris Froome si è piazzato al quinto posto di giornata, guidando sul traguardo un gruppo di 11 unità a 40 secondi, salendo al nono posto nella generale.
“Oggi Nibali era davvero incontenibile – ha raccontato Pavel Sivakov, – sia lui che Majka hanno attaccato a ripetizione, io e Tao abbiamo preferito rispondere di passo, tenendolo a distanza e controllando la situazione. Nel finale i nostri avversari hanno corso da alleati, ma noi siamo riusciti insieme a rispondere colpo su colpo: insieme siamo più forti. Inoltre, abbiamo dalla nostra parte anche Chris: averlo con noi in squadra è fantastico, e la sua esperienza è una risorsa incredibile.”
Da parte sua, Geoghegan Hart ha potuto festeggiare il secondo successo da professionista in quattro giorni. “La chiave sta nel non avere timori reverenziali. Nella mia testa tutti gli avversari sono uguali, mi concentro sulle mie possibilità e non su quelle degli altri. Ma certo, mettersi alle spalle gente come Nibali e Majka è qualcosa di significativo.” Anche sul suo futuro, il 24enne britannico ha le idee chiare: “In carriera vorrei puntare le grandi corse a tappe, ma allo stesso tempo mantenermi aperto anche alle corse di un giorno, come ho sempre fatto fin da dilettante. Fra i miei obiettivi ci sono anche i Campionati del Mondo ed i Giochi Olimpici dell’anno prossimo.” L’ambizione sicuramente non gli manca.
Per l’accoppiata Sky rimane quindi l’ultimo sforzo verso Bolzano per coronare un possibile successo finale nell’ultima, storica corsa a tappe della squadra con l’attuale denominazione. “Sulla carta, controllare la tappa di domani dovrebbe essere più semplice,” ha commentato Sivakov, “soprattutto perché non avremo una salita nel finale come oggi. Ma dovremo fare ancora la nostra parte per conquistare una vittoria che sarebbe molto importante.”
Sivakov ha conservato le maglie ciclamino e bianca (giovani), mentre Matthias Krizek (Felbermayr-Simplon-Wels) è riuscito a vestire la maglia rossa dei traguardi intermedi. Conferma come miglior scalatore per lo spagnolo Samitier (Euskadi-Murias), primo a transitare in cima alla temuta Forcella di Brez, e parte del tentativo di 8 uomini partito dopo 40 km di gara, e rimasto allo scoperto fino ai primi chilometri verso il Passo Predaia.