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L'intervista: Toom Boonen

Al suo attivo una miriade di successi con in bella evidenza: un campionato del mondo (2005), 4 Parigi-Roubaix (2005, 2008, 2009, 2012), 3 Giri delle Fiandre 2006, 2007, 2012), 3 Gand-Wevelgem (2004, 2011, 2012), 4 GP Harelbeke (2004, 2005, 2006, 2007), un titolo nazionale (2009), la maglia a verde al Tour de France (2007). Insomma un campione con un palmares fenomenale e non ancora trentaduenne, li compie il prossimo 15 ottobre.

Tom, sta per concludersi una stagione che l'ha vista protagonista assoluto nelle classiche del nord. Quali sono gli obiettivi di fine anno?

"L'obiettivo principale è fare un buon mondiale. Il percorso è spettacolare, mi piace. Sullo stesso arrivo nel 2006 ho vestito la maglia gialla al Tour de France, spero sia di buon auspicio per la gara di domenica".

Quale sarà la sua ultima corsa dell’anno?

"Non lo so ancora, ma la mia stagione non finirà certo con il mondiale. Probabilmente la Parigi-Tours".

E dopo l’ultima fatica dove andrà in vacanza?

"Non ho ancora deciso, dipende anche dal tempo libero che avrà la mia fidanzata Lore. Lei lavora e quindi non sarà facile organizzare il viaggio. A volte comunque è anche bello rimanere a casa. Noi ciclisti siamo sempre “on the road” durante la stagione e potersi godere un po’ la propria casa in assoluta tranquillità, vuol dire vacanza".

Ha visto la Vuelta? Che idea s'é fatto della corsa spagnola appena conclusa? Ha vinto il più forte oppure Rodriguez ha buttato l'occasione?

"E' stata una bella gara, forse la più bella dei 3 grandi giri, però non posso veramente commentare. Non c'ero. Posso solo dire che Contador ha veramente inventato una grande tappa mettendoci un tocco di fantasia che non guasta mai, soprattutto nel ciclismo d’oggi".

La pressione che vive normalmente un top-rider è uno stimolo oppure inibisce?

"Nel corso degli anni ho imparato a gestire la pressione. A inizio carriera era uno stimolo, poi la pressione è diventata molto alta, qualche volte esagerata. Ora ho passato i 30 anni e ho imparato a gestire questo tipo di situazioni".

Ha varcato la soglia dei 30 anni. Trova differenze in lei rispetto ai primi anni? Più forte o no?

"Fisicamente forse ero più veloce qualche anno fa ma ora forse sono più completo. A livello mentale invece devo dire che mi sento più forte di qualche anno fa e questo in un atleta di vertice può fare la differenza".

Ha mai pensato a quando vorrebbe terminare col ciclismo agonistico?

"Non ci ho pensato. Sto bene fisicamente e ho ancora tanta voglia di correre e di fare fatica. Fino a quando ho questa motivazione non vedo perché dovrei smettere o pensarci. Il giorno che mi sveglierò senza la voglia di salire in bici e uscire in allenamento, vorrà dire che sarà il momento di smettere".

Cose vorrebbe fare dopo?

"Ripeto non ci ho mai pensato...ma sicuramente non il direttore sportivo (ride)".

 

Fonte:

Autore: Andrea Agostini