Il secondo quarto posto di questi Mondiali di Innsbruck brucia anche più del primo. Se, infatti, per Edoardo Affini il rammarico è di aver sfiorato il podio per 6" lunedì scorso; la gara di oggi delle donne juniores lascia veramente l’amaro in bocca. Non tanto per il nome delle atlete che sono salite sul podio e che hanno preceduto sul traguardo Barbara Malcotti, a cominciare dalla predestinata neo campionessa del mondo Laura Stigger (davanti alla francese le Net e la canadese Simone Boilard). Quanto soprattutto per quello che si è visto in corsa e per l’effettivo valore delle quattro ragazze azzurre che avevano il non facile compito di mantenere fede ad una tradizione che ci vede protagonisti da anni, due titoli iridati consecutivi 2016 e 2017 (Photobicicailotto).
Vittoria Guazzini, Camilla Alessio, Barbara Malcotti e Matilde Vitillo hanno interpretato lo spartito disegnato da Dino Salvoldi alla perfezione, ma alla fine il risultato parla di un quarto, sesto e settimo posto (rispettivamente per Malcotti, Guazzini e Alessio).
Alla vigilia Edoardo Salvoldi aveva messo in guardia: “Siamo la squadra più forte ma non abbiamo le individualità migliori per questo tipo di percorso”. E’ andata proprio così. Quando la gara è entrata nel vivo, a 50 chilometri dalla conclusione, sulla prima vera salita di giornata, le azzurre rispondono perfettamente. Si seleziona un gruppo di una ventina di atlete, con le nostre tutte presenti e nelle prime posizioni.
Prima di affrontare l’ultima salita, a circa 20 chilometri dalla conclusione, provano a forzare le russe, che si alternano all’attacco. Rispondono francesi e italiane. La Stigger resta a ruota. Proprio nell’ultima erta, com’era logico attendersi, scoppia la corsa, con un attacco della nostra migliore scalatrice, Barbara Malcotti. Al suo inseguimento si mettono la Stigger e la canadese Boilard. Dietro Alessio e Guazzini controllano un gruppo ormai ridotto ad una decina di unità.
Sembra anzi che le due azzurre, nel seguire la russa Gareeva (anche lei tra le favorite) riescano anche ad entrare, proprio al culmine dell’ultima salita. Sembra, perché invece le tre battistrada riprendono vantaggio sospinte dagli attacchi a ripetizione della Malcotti, che non si accorge di avere le compagne a pochi metri: “Dovevo attaccare in salita per provare a fare la differenza, purtroppo non ce l’ho fatta.”.
Dirà Dino Salvoldi in fase di commento: “Nel finale abbiamo fatto errori che hanno cambiato in poco tempo una gara perfetta e conseguentemente il risultato finale. Quindi il rammarico c’è. È vero che l'apprendimento e la crescita passano anche attraverso gli sbagli, tuttavia ritengo che in questa categoria l'utilizzo delle radioline sia determinante per imparare e preparare queste ragazze al loro futuro sportivo.”
Malcotti, Stigger e Boilard conducono anche per la seguente discesa, con le inseguitrici a pochi metri. Riesce a recuperare, a cinque chilometri dalla conclusione, la francese le Net, che si stacca, poco dopo, nuovamente su un cavalcavia, sull’azione della Stigger. La Malcotti controlla agevolmente l’austriaca, alla sua seconda gara in linea dopo aver dominato la stagione del crosscountry, dando la dimostrazione di averne di più e di essere più veloce. A un chilometro dal traguardo, la francese le Net recupera e prova anche ad anticipare la volata. Dietro Vittoria Guazzini è a pochi metri dalle fuggitive ma.. “le vedevo, ho sbagliato una curva e non ho più avuto la possibilità di recuperare. Ero la pedina per la volata. Peccato: poteva essere podio, poteva addirittura essere mondiale, non lo sapremo mai. Guardiamo avanti.”. Allo scatto della francese Barbara Malcotti chiude il buco e poi continua nella sua azione, di fatto tirandosi dietro le altre fino al traguardo “Ho provato ai 500 metri a fare la differenza, ma non ci sono riuscita…”.
“Abbiamo corso da squadra – ricorda subito dopo l'arrivo Camilla Alessio, 7^ al traguardo – ma non è bastato. Sono contenta per quello che abbiamo dimostrato, un po’ meno per il risultato. Ma non sarà certo l’ultima gara. Il prossimo anno ci riproviamo..”
Il valore delle azzurre si evince dall’ordine di arrivo, tre azzurre tra le prime sette e Matilde Vitillo, brava a chiudere in diverse occasioni agli attacchi delle russe, 34^.
Merita una nota la nuova campionessa del mondo che, nel giro di venti giorni, veste per la seconda volta la maglia iridata dopo quella nel XCO (terza in totale): “Non pensavo certo di vincere alla mia seconda gara su strada. Farlo nella mia città, però, è una gioia immensa. Nello sprint le gambe mi bruciavano.. è increbile!”.
Per la formazione azzurra resta il rammarico ma anche la consapevolezza di aver a disposizione un gruppo di atlete di grande valore.
Ufficio Comunicazione FCI
VALCAR PBM
C’è dell’amaro in bocca per il quarto posto della junior Barbara Malcotti nel mondiale su strada a Innsbruck, non tanto per la prestazione in sé (un quarto posto nella massima competizione internazionale è un grande risultato) quanto per la dinamica di corsa che, a lungo, ha fatto sperare in una medaglia per l’atleta trentina che commenta così a fine gara.
“Quando sull’ultima salita siamo rimaste in tre, ho pensato di potermi giocare una medaglia così come l’ho pensato anche nel lungo tratto di discesa. Ero lì davanti con l’austriaca Laura Stigger e la canadese Simone Boilard, poi negli ultimi chilometri è rientrata la francese Marie Le Net e ho cominciato a dubitare, perché non sono molto veloce in volata. Allo sprint ristretto ho dato tutto, ma ha vinto meritatamente la Stigger alla quale faccio i miei complimenti. Ringrazio i tanti tifosi che oggi erano qui per me sulle strade di Innsbruck. Sono comunque contenta di questo risultato”.
Proprio i tifosi sono la peculiarità della Valcar-PBM. Nonostante non sia arrivato il successo assoluto ma solo quello “relativo” di essere stati la miglior squadra italiana anche domenica scorso con l’ottavo posto nella cronometro a squadre elite (al via c’erano le giovani Elisa Balsamo, Marta Cavalli, Maria Giulia Confalonieri, Chiara Consonni, Ilaria Sanguineti e Alessia Vigilia contro il gotha mondiale di categoria), la vittoria è arrivata sui social.
Con un totale di 1388 Like collezionati sui profili social ufficiali del team (Facebook e Instagram), Valcar-PBM conferma di essere la squadra più seguita in Italia sul web a prova di quanto le nostre amate siano amate dai tifosi blu fucsia a prescindere dai risultati ottenuti.
Non solo. I supporter del team italiano composto da sole atlete italiane possono godere di un attivismo in prima persona delle singole atlete: la campionessa italiana Marta Cavalli, ad esempio, documenta con estrema precisione i dettagli della sua preparazione nelle sue Instagram Stories mentre Elisa Balsamo dimostra la sua professionalità estrema raccontando sul proprio sito ufficiale www.elisabalsamo.com i segreti della sua trasformazione da giovane ciclista promettente a vera e propria professionista non solo scrivendo in lingua italiana, ma anche proponendo una versione in inglese dei suoi 31 articoli che ha pubblicato in soli 3 mesi.
Ecco perché i tifosi impazziscono per le nostre campionesse. Per la professionalità e per la qualità dimostrata anche fuori dal contesto gare.
E presto i fan Valcar-PBM si proietteranno verso la stagione 2019 quando nelle prossime settimane verranno annunciate importanti novità sia nella composizione della squadra elite, sia nella ridefinizione e nell’affinamento del progetto tecnico – sportivo atto a valorizzare al massimo le più promettenti atlete italiane a livello mondiale che ha portato la Valcar-PBM ad essere la squadra N°9 al mondo nel ranking UCI.