Sacha Modolo ha vinto il Gran Premio della Liberazione nel 2009, quando era in forza alla Zalf Desiree Fior. Dopo aver trascorso i primi anni di professionismo con la famiglia Reverberi, il 26enne di Conegliano (Tv) e' passato quest’anno alla Lampre-Merida, formazione World Tour italiana. Gli appassionati non potranno mai dimenticare le sue lacrime al termine della corsa che riusci' a fare sua cinque anni fa: “Quel giorno riuscii a vincere in volata, i miei compagni di squadra hanno lavorato bene e nel finale ho sfruttato la scia di uno dei miei avversari. Non sono riuscito a trattenere le lacrime dopo la vittoria perche' non riuscivo a credere di aver raggiunto quel risultato. La gara ha un fascino incredibile, correre a Roma e' sempre una grande emozione, ma e' molto duro anche il tracciato: per i velocisti, infatti, e' abbastanza difficile tenere sulle salite, tant’e' vero che quell’anno penso di aver vinto la corsa quando, dopo gli ultimi strappi, ho capito di avere qualcosa in piu' rispetto agli altri uomini veloci che erano in gruppo con me. E’ vero che spesso la gara si e' risolta allo sprint, pero' anche chi ha una buona gamba e vuole tentare una fuga ha possibilita' di arrivare fino al traguardo, perche' se riesci a gestirti bene sulle salite puoi riuscire a vincere. E’ una gara bellissima, imprevedibile e da vivere tutta fino all’ultimo metro, inserita in un contesto meraviglioso come quello delle Terme di Caracalla, con un fascino particolare che solo la Capitale d’Italia sa offrire”.
Matteo Trentin, 24enne professionista nell’Omega Pharma Quick Step, ha vinto il Gran Premio della Liberazione nel 2011 con la maglia del Team Brilla-Pasta Montegrappa, al termine di un’azione solitaria nata negli ultimi tre giri: “Ho un bellissimo ricordo del GP Liberazione. Ho vinto altre corse in carriera, ma portero' sempre nel cuore il successo che ho ottenuto il 25 aprile 2011, perche' vincere a Roma, e in particolare nel meraviglioso scenario delle Terme di Caracalla, e' qualcosa di unico al mondo. Ho sempre avuto il pallino per il Gran Premio della Liberazione, e' una corsa che mi ha sempre affascinato; quel giorno ero partito per vincere la gara e alla fine ce l’ho fatta”. Ma non c’e' solo lo scenario a rendere meravigliosa e unica questa corsa: “La bellezza del GP Liberazione secondo me e' da ritrovare anche nel percorso, perche' e' molto tecnico e aperto a diverse interpretazioni: io sono riuscito ad arrivare da solo, ma spesso la corsa si decide anche in volata, quindi puo' essere vinta sia da attaccanti coraggiosi che da velocisti. Questa incertezza rende la gara ancora piu' affascinante; tutti i partecipanti, inoltre, vogliono mettersi in mostra, perche' e' una gara talmente importante che e' una vetrina enorme, quindi dal primo all’ultimo chilometro non hai tregua, sei sempre a tutta”.
Enrico Barbin si e' aggiudicato il Gran Premio della Liberazione nel 2012, quando vestiva la maglia della Trevigiani. Il suo successo e' arrivato in seguito ad uno sprint di gruppo. Attualmente il 24enne e' professionista nella formazione italiana Bardiani-Csf: “Vincere a Roma e' sempre un’emozione unica: adesso sono professionista e ho avuto la possibilita' di partecipare a tante altre gare molto importanti, ma l’atmosfera che si respira al Gran Premio della Liberazione e' assolutamente indescrivibile, anche perche' puoi correre in uno scenario davvero molto particolare e suggestivo come quello della Capitale. Tra l’altro quel giorno non ero partito con l’ambizione di vincere la gara: dovevo lavorare per la squadra, ma alla fine la corsa si e' messa in un certo modo e sono stato favorito. Il percorso lungo il quale si snoda la gara secondo me e' molto difficile da affrontare, ci sono diverse curve insidiose che possono complicare la vita soprattutto quando sei nella pancia del gruppo oppure nelle retrovie: inoltre, trattandosi di una vetrina cosi' importante, tutti i partecipanti vogliono mettersi in mostra, quindi la gara e' sempre molto tirata dal primo all’ultimo chilometro. Quel giorno ho dovuto faticare davvero molto per riuscire a fare mia la vittoria, ma ne e' valsa la pena, anche perche' l’enorme prestigio che conserva questa gara ti permette di arrivare al professionismo con un ottimo biglietto da visita”.
Ufficio Stampa Primavera Ciclistica
< Prec. | Succ. > |
---|