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Gran Fondo Colline del Verdicchio: un poetico viaggio in bicicletta tra borghi, castelli e bellezza naturali

Serra de Conti (Ancona) - Il Verdicchio ha fin dall’antichità una sua storia ed una sua precisa fisionomia che ha conservato fino ad oggi, diventando uno dei più famosi vini bianchi del mondo. E gli organizzatori della Gran Fondo Colline del Verdicchio, in programma il 22 Aprile valida quale prova del circuito Marche in Bici e Giro d'Italia Amatori, sono determinati a ripercorrere, in ambito sportivo, le stesse tappe del successo del prezioso nettare di Bacco.

Dalle dolci creste delle Colline del Verdicchio, che dall’Appennino scendono al mare in un paesaggio colorato dalle coltivazioni di vitigni, monocolture a cereali e frutteti  ospitano antichi borghi medievali,ancora ben conservati e ricchi di storia, prenderà il via la manifestazione voluta dall’amministrazione comunale di Serra de Conti con in testa il sindaco Arduino Tassi e organizzata dal Gruppo Sportivo Pianello Diego Schiaroli, una società storica del movimento ciclistico marchigiano che opera principalmente nella promozione del ciclismo giovanile e per questo ha condiviso il progetto del Giro d’Italia Amatori “insieme agli amatori per il ciclismo giovanile”.

Tre percorsi di gara disegnati tra colli ammantati di vigneti che si perdono a est in splendide spiagge, tra dolci alture che culminano in borghi racchiusi da intatte cinta murarie, santuari mete di pellegrinaggi che documentano una devozione di antica data. Dopo la partenza da Serra dei Conti il gruppo entra nel comprensorio del comune di Ostra toccando le realtà di Pianello, un centro tradizionalmente legato al ciclismo grazie all’attività del Gruppo Sportivo Pianello Diego Schiaroli che nella stagione ’97 organizzò il tricolore per società categoria giovanissimi, nel ’79 il Campionato Italiano Cicloamatori e dalla stagione 2009 da vita alla Gran Fondo Colline del Verdicchio  oltre a promuovere il ciclismo giovanile e domenica 25 marzo presenterà le formazioni 2012 che difenderanno i colori biancorossi.

Ostra, da cui inizia la lenta ma progressiva ascesa verso il gran premio della montagna di Montecarotto, salita che presenta tratti con pendenza del 6,2%, nel 2003 il comune adagiato su una delle caratteristiche colline del paesaggio marchigiano fu scenario del film “Prova a volare” e chissà che uno o più ciclisti prendendo spunto dal titolo del film drammatico di Lorenzo Cicconi Massi, non provino veramente a volare verso … il traguardo. Superato il Gpm il gruppo torna a scendere superando l’abitato di Castelplanio, località che sorge sulla riva est del fiume Esino e diede i natali a Carlo Urbani, il primo medico ad identificare la Sars.

Recuperato lo sforzo all’orizzonte il ciclista intravede Serra San Quirico, località alle soglie del Parco regionale della Gola rossa e di Frassasi, cinte da profondi avvallamenti e protette dalle colline dell’Appennino Marchigiano, si ergono le fortificazioni di questo antico castello. Caratteristiche del borgo sono le “copertelle”, camminamenti coperti e porticati a ridosso delle mura, sovrastati da abitazioni. Siamo a metà gara e la salita di Arcevia, cinque chilometri con pendenza media del 4,5%, rappresenta l’ultima asperità utile a promuovere l’azione risolutiva.

La fama di gradevole villeggiatura ha preso il posto della più antica nomea di luogo inespugnabile, posto su uno sperone di roccia che domina l’alta valle del fiume Misa. La lunga discesa verso Castelleone di Suasa è terreno utile a quanti vogliono recuperare il tempo perduto, prima di tornare a salire verso lo storico centro che conserva la caratteristica struttura dell’epoca medievale con la cerchia muraria che delimita vicoli e viuzze. Dieci chilometri di pianura, forse gli unici di questa Gran Fondo e le mura di Corinaldo si stagliano imponenti alla vista del ciclista. La cinta muraria corinaldese è tra le meglio conservate della regione, ne sono l’emergenza principe e il percorrerle, in parte anche lungo l’antico cammino di ronda è il modo migliore per conoscere la lunga vicenda storica di questo centro.

L’ultima fatica è rappresentata dall’ascesa che conduce ad Ostra Vetere antico centro di origine mediovale, le cui vicende storiche ed artistiche sono legate alla presenza di importani comunità religiose. Poi il castello di Barbara ad indicare che mancano ormai soltanto sei chilometri all’epilogo della manifestazione.