Per Giampiero Di Marco ciclista, titolare del negozio sammarinese G Mobile il punto vendita con la bici nel cuore e responsabile della società Asd Super Team: “Mauro Mondaini è uno dei più forti cicloamatori che c’è in Italia, lui ha svolto sempre questo tipo di attività, dividendo la passione per lo sport delle due ruote con la famiglia e il lavoro”
Mauro Mondaini oggi ha 47 anni, la sua vita continua ad essere un cantiere in continua costruzione, sua moglie Katia ormai da diversi anni ha accettato la passione per la bicicletta, che Mondaini ha provato, senza fortuna, a trasmettere anche al figlio Francesco. “Mi sono sposato di pomeriggio perché la mattina dovevo correre – afferma sorridendo il ciclista di Sant’Arcangelo di Romagna – avere al tuo fianco una persona che condivida o comprenda la tua passione è fondamentale. E se riesci a conquistare importanti risultati, il merito è da condividere anche con quanti ti su..pportano”.
Mondaini come inizia il suo rapporto con la bicicletta?
“Mio padre era un autista e spesso andavo con lui dall’elettrauto di fiducia, appassionato di ciclismo. Infatti all’interno dell’officina era sempre presenta la sua bicicletta. Mio padre – continua Mondaini – vedendo che ero interessato a quel lucente mezzo meccanico mi chiese se volevo provare. Così iniziai a pedalare all’età di quindici anni, in sella ad una Cicli Neri Cesena. In quegli anni venivano organizzate soltanto manifestazioni cicloturistiche e io vi partecipavo insieme ad un gruppo di appassionati locali”.
Poi la passione agonistica
“Dopo due soli anni di attività cicloamatoriale, avevo diciassette anni, arriva la prima importante affermazione, in quel di Urbino, ove conquisto il campionato europeo specialità strada Udace categoria debuttanti. Un successo che è frutto di una sfida con un mio amico, io ero alle prime armi e seguivo sempre le sue indicazioni. In vista del traguardo di Urbino lui disse - chi riesce a mettere prima il 52 vince- io seguii alla lettera la sua indicazione e vinsi il mio primo titolo europeo”.
Da questo successo prende corpo la consapevolezza di poter raggiungere traguardi ambiti, vista anche la giovane età
“Si, continuavo ad allenarmi con determinazione, ho sospeso l’attività soltanto nei due anni in cui ho espletato il servizio militare, poi sono tornato di nuovo in bicicletta. Anche se un altro importante successo è arrivato soltanto nel ’92, quando al Passo San Marco conquistai il primo campionato italiano della Montagna. Nella stagione ’96 riesco a conquistare il successo assoluto nella Gran Fondo 10 Colli Bolognesi, oggi una delle più importanti manifestazioni. Ma la stagione più entusiasmante è stata quella seguente”.
Perché?
“E’ la stagione in cui sono riuscito a centrare tre importanti risultati. Il campionato italiano della montagna nella Bobbio – Passo Penice, il campionato europeo strada Udace a Teramo e la Trento Monte Bondone, manifestazione valida per la Coppa del Mondo della Montagna e il tricolore della cronoscalata. Avevo 32 anni, ero dunque nel pieno del vigore fisico e agonistico, riuscivo ad allenarmi grazie ai dirigenti dell’azienda in cui lavoravo che concedendomi permessi con cadenza settimanale, mi permettevano di compiere allenamenti sulle lunghe distanze per partecipare alle Gran Fondo”
Dalla stagione 2001 al 2004 l’esperienza alla Jollyware di Gianluigi Piacentini
“La società milanese mi ha dato fiducia e io sono riuscito a centrare il successo nelle Gran Fondo Cassani e San Marino, ma anche piazzamenti prestigiosi in manifestazioni come la Felice Gimondi (secondo posto) e nella stagione 2004, il terzo posto alla Nove Colli. Per me quella di Cesenatico resta l’impresa più importante della mia carriera. Sono di Sant’Arcangelo di Romagna e come tutti ci tenevo a far bene alla Nove Colli, prova regina del calendario granfondistico italiano, ma anche la nostra gara”.
Il quadriennio seguente veste la divisa di un’altra società regina del movimento
“La Mg K Vis di Marco Silvagni. Conservo ricordi bellissimi di queste quattro stagioni e i successi nelle Gran Fondo di Castrocaro, Riccione e Misano Adriatico, oltre a numerosi altri piazzamenti. Le stagioni trascorrono inesorabilmente e l’attività lavorativa non mi concede più l’opportunità di allenarmi a dovere per continuare ad essere protagonista nelle Gran Fondo. Sono dipendente di una lavanderia industriale ed effettuo i turni. Dunque non è più possibile ritagliarsi il tempo da dedicare agli allenamenti per coprire le lunghe distanze utili ad affrontare una Gran Fondo e per questo ho deciso di dedicarmi alle prove corte delle varie manifestazioni. Così nel 2010, dopo esser tornato alla società Pedale Santarcangiolese, ho centrato il successo nella Medio Fondo Pantanissima”.
La sua vita è un cantiere in continua costruzione e all’inizio di questa stagione sei approdato alla Super Team di Giampiero Di Marco
“Una società creata due stagioni or sono da Giampiero Di Marco titolare del negozio G Mobile, che ha sede a Serravalle (San Marino) e conta ben quarantadue tesserati, tra cui spiccano Francesco Sancisi, e i sammarinesi Liverani e Gasperoni. Un gruppo in cui mi trovo bene, quest’anno sono partito con l’intento di ben figurare nelle kermesse Romagna Challenge e Marche Marathon. Nel Romagna Challenge sono al comando della classifica veterani, dopo aver conquistato tre secondi, un quarto e quinto posto. E alla fine del circuito mancano soltanto due prove. Dunque il risultato è alla mia portata”. In questa stagione Mondaini ha centrato il secondo posto nella Gran Fondo di San Marino, nella prova corta della camerte Terre dei Varano e nella Medio Fondo della Pace tenutasi in Umbria. Mentre Castelli Malatestiani, Pantanissima, Leopardiana e Roberto Conti sono le manifestazioni a cui Mondaini è intenzionato a partecipare in quest'ultima parte di stagione.
Che cosa pensa dell’attuale movimento granfondistico?
“Di amatoriale in questa attività è rimasto veramente poco. Il livello dei partecipanti si è notevolmente alzato con l’ingresso di ex professionisti e dilettanti che scelgono il granfondismo per rimanere in attività magari aspettando un nuova chiamata tra i professionisti. Ma gli amatori, quelli veri, sono tagliati fuori dalla loro superiorità”.
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