Gio09192024

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Back Gran Fondo Gare Sara Ruggieri: "Anche nel ciclismo sono un'instancabile sognatrice che non molla mai"

Sara Ruggieri: "Anche nel ciclismo sono un'instancabile sognatrice che non molla mai"

Roma - “….. a volte un vincitore è solo un sognatore che non ha mai mollato. Vince chi continua a credere che possa cambiare in meglio, anche quando tutto va storto, vincere non vuol sempre dire arrivare prima, per me vincere vuol dire compiere quelle piccole, grandi, imprese dettate dalla passione, grazie alla determinazione, sacrificio e alla voglia di emergere per dimostrare a se stessi che migliorare si può, in qualsiasi momento e aspetto della nostra vita” questa è la determinazione e grinta con cui Sara Ruggieri affronta la vita di tutti i giorni e l’attività sportiva, che per quattordici anni l’ha vista nuotatrice, oggi ciclista, molto amatoriale e poco agonistica, come ama sottolineare lei. Sara Ruggieri è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e lavora come precaria presso l'Agenzia Italiana del Farmaco nell'ufficio di Farmacovigilanza. Abita a Roma, in pieno centro storico, ma ha anche una casa nelle Marche, in cui negli ultimi anni ha vissuto spesso partecipando ad un master presso l’Ospedale di Macerata come Clinical Research. Grazie a questo impegno e ad un amico tesserato per il sodalizio civitanovese,  ha conosciuto i dirigenti della società ciclistica Nuova Pedale Civitanove con la quale, nel 2012 ha deciso di tesserarsi e svolgere attività su strada. Il ritorno a Roma, al termine del master, non ha spezzato il legame la società marchigiana e sempre più spesso Sara raggiunge la regione al plurale per gareggiare in manifestazioni che si svolgono in questa regione.

- Come hai iniziato a gareggiare in bicicletta?

“Ho iniziato a gareggiare in Mtb – sottolinea Sara - grazie ad Alessandra Fatato, conosciuta un pò per caso, ma che poi è diventata una delle mie più care amiche. Mi ha fatto conoscere questo sport quando ormai avevo già 33 anni.  La mia prima bicicletta me l'ha regalata mio padre, così come mi ha insegnato lui stesso a togliere le famose rotelle, quando avevo quattro anni. Poi la bici è stata per molto tempo un mezzo di locomozione puramente estivo. Il mio sport era il nuoto sincronizzato che ho praticato per quasi 14 anni arrivando alla selezione per le nazionali, selezione che non ho mai potuto fare per via di un incidente in gara (otite perforante)”.

- Dalla Mtb all’attività su strada

“Tornando al ciclismo dopo l'esperienza in Mtb, ho conosciuto l'ambiente su strada e l'inizio delle gare su strade cosi come l'avvicinamento alla strada è stato merito di un mio carissimo amico, nonchè grande campione, Paolo Casconi. Paolo è un ciclista completo, pratica il ciclismo a 360 gradi passando dalla strada, al ciclocross, alla MTB dove ora sta portando con grande successo il figlio maggiore. A Paolo Casconi devo molto perché mi ha fatto amare la fatica di questo sport, le prime trasferte le abbiamo fatte insieme con un gruppo di appassionati, noto come il mitico gruppo di Latina, eravamo uniti e insieme più che la gara era una occasione per ridere e stare insieme. Paolo mi aspettava quando arrivavo alla fine delle granfondo, quando tutti erano già belli che docciati e quando gli dicevo "mamma mia paolè come so annata male!" lui mi rispondeva sempre "il ciclismo non si inventa ma si impara anche così, poi te sei divertita?" e finiva tutto con un bel sorriso”.

- Quale specialità preferisci?

“Le gare che mi piace più fare, sono senza dubbio le Granfondo anche se con il lavoro che faccio e per la città in cui vivo i miei allenamenti sono molto limitati. Per me il ciclismo amatoriale è passione, ho avuto la fortuna di conoscere professionisti di questo sport, in particolare un mio carissimo amico come Umberto Nardecchia, che mi ha fatto conoscere, attraverso le sue parole e le sue foto,  il vero ciclismo, quello dei grandi numeri e dei grandi sacrifici”.

-          Che cosa pensi della partecipazione degli ex professionisti alle Gf e del doping?

“Io personalmente non sono contraria alla presenza di ex professionisti o dilettanti nelle gare amatoriali sono contraria piuttosto alla presenza di Doping che purtroppo sta dilagando a macchia d'olio. Io mi ritengo fortunata perchè mi hanno insegnato il valore dello sport e soprattutto della vita e nella via carriera agonistica ho sempre avuto la forza di scegliere la strada più difficile magari non ho vinto nulla ma sto qui monto in bici e faccio le mie gare con il mio "gregario" nonchè grande amico Stefano Polidori e alla fine la nostra gara e arrivare in fondo cercando di migliorare i tempi dello scorso anno altrimenti si paga pegno”.