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Ex pro - amatori pagano la colpa di un sogno avverato?

“In riferimento al Comunicato n. 2 dell’ 11.02.2013, della Consulta Nazionale del Ciclismo (relativa alla deliberazione che gli ex professionisti e gli ex dilettanti non possono prendere parte alle gare amatoriali come amatori per un periodo di anni 5 ma possono essere tesserati, per motivi assicurativi, come cicloturisti e come tali prendere parte a tali eventi e manifestazioni, in qualità di invitati e di “testimonial” senza entrare nelle classifiche e nelle premiazioni ufficiali) su disposizione del Presidente Federale, si informa, che, per poter essere applicata dalla FCI, essa necessita di una deliberazione del Consiglio Federale,  al quale tale norma sarà sottoposta nella prima riunione utile. Pertanto, fino a nuova diversa comunicazione, le norme federali in vigore rimangono inalterate”

Non lascia spazio a dubbi o interpretazioni il comunicato della Segreteria Generale della Federazione Ciclistica Italiana, a firma del segretario generale Maria Cristina Gabriotti, che sottolinea l’iter procedurale che deve seguire la delibera della Consulta Nazionale Ciclismo in ambito federale prima di diventare una norma. Anche perché vi sono dirigenti di strutture regionali e provinciali della FCI pronti ad esprimere il loro parere e quello dei loro tesserati, in merito, e cercheranno di far sentire la propria voce anche in seno al Consiglio Federale.

“In questi anni la Federazione ha saputo intercettare l’onda. Ha svolto una funzione di stimolo e propositiva con le istituzioni e gli  enti interessati ai temi dell’ambiente, della salute e della sicurezza: Ministeri competenti, WWF, Italia Nostra, Guardia Forestale e Polizia dello Stato. In molte regioni tramite il ciclismo si promuovono il rilancio del turismo e la valorizzazione delle eccellenze culturali, enogastronomiche e  produttive del territorio” si legge nella relazione del presidente Di Rocco sull’attività FCI del quadriennio 2009 – 2012. Il rilancio del turismo e la valorizzazione delle eccellenze culturali, enogastronomiche e produttive del terreno è sinonimo, anche, di manifestazioni ed eventi ciclistici come le Gran Fondo. Queste manifestazioni hanno fatto segnare una spaventosa crescita, soprattutto in queste ultime stagioni, grazie anche alla dimensione del movimento amatoriale italiano che sta diventando sempre più internazionale. E un movimento di tale portata, proprio perché in continua espansione e crescita sotto l’aspetto qualitativo, coinvolge inevitabilmente anche quei ciclisti che attraverso la trafila delle categorie giovanile e quelle agonistiche hanno accarezzato il sogno di diventare professionisti. Per molti si è trasformato in realtà, per altri no. Ma il ruolo della Federazione Ciclistica Italiana e quello degli Enti della Consulta non è quello di promuovere lo sport delle due ruote senza alcuna distinzione? Dunque anche gli ex professionisti o Under 23 ed Elite rientrano in queste categorie e non possono essere escluse

Capitolo Gran Fondo. Oggi la maggior parte di queste manifestazioni vengono organizzate dalla Federazione Ciclistica Italia e Acsi Settore Ciclismo. Spesso si sente dire che hanno costi elevati, essendo agonistiche potrebbero rappresentare un’ incentivo al doping, hanno fatto crescere diverse formazioni amatoriali a livello nazionale e internazionale che possono permettersi una o più ammiraglie, diversi ciclisti ex professionisti e far man bassa di manifestazioni.

Riflettiamo bene su questo esempio. Ma nel mondo del professionismo non ci sono formazioni che tesserano fior di campioni, viaggiano in Jaguar e dispongono di budget stratosferici a cui fanno da contraltare società che faticano a partecipare alle gare in Italia e all’estero per problemi di budget? Tutte e due sono società ciclistiche professionistiche, ma la prima avendo fior di campioni vince anche manifestazioni come Giro, Tour e Vuelta e naturalmente può vantare delle maggiori credenziali verso una qualsiasi multinazionale o sostenitore. La seconda fatica a vivere e a trovare sponsor perché non offre la stessa visibilità del top team. Il tutto è legato alla bravura di alcuni manager e in alcune situazioni anche a fortunate coincidenze. Anche nel mondo amatoriale.

Tornando alle Gran Fondo, va sottolineato che le Gran Fondo Cicloturistiche rivestono oggi una grande importanza proprio perché vi sono anche quelle agonistiche, in nome dell’eguaglianza e dell’essere amatori vogliamo trasformare tutte queste manifestazioni in prove cicloturistiche? Così da render tutti uguali al traguardo, riducendo le spese degli organizzatori ed eliminando l’agonismo? Ma siamo sicuri che poi il mondo del ciclismo ottenga lo stesso contributo da parte di aziende del settore, ma anche di realtà industriali che nulla hanno a che fare con il ciclismo?

Perché da alcune stagioni a questa parte è nata l’esigenza dell’organizzatore di legare la denominazione della propria manifestazione ad un ciclista professionista? Ma questi ciclisti sono utili soltanto quando sono in attività, professionale, poi dovrebbero andarsi a fare le manifestazioni ad andatura libera soltanto perché hanno lottato dieci quindici anni per fare del ciclismo la loro attività professionale e magari esser rimandati indietro due – tre stagioni dopo a calci nel sedere e a volte anche senza stipendio?