Ven12272024

Aggiornamento:07:04:08

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Unieuro Trevigiani Hemus 1896: le parole di Mirko Rossato dopo il training camp a Livigno

 

 

A conclusione del training camp svolto a Livigno dal 12 al 23 luglio dal Team Unieuro Trevigiani Hemus 1896, Mirko Rossato tira le somme dalla prima parte di stagione della formazione da lui guidata. Il tecnico veneto, che è già al lavoro per il futuro, guarda con fiducia ai prossimi appuntamenti agonistici. In programma ci sono Circuito de Getxo - Memorial Ricardo Otxoa in Spagna, Campionati Europei e Tour del Portogallo, ma soprattutto tante esperienze importanti per i giovani di questo vivaio, tenuti d'occhio dalle più importanti squadre professionistiche. 

Quali le vostre ambizioni a breve termine?
«Da qui a fine stagione svolgeremo attività di alto livello, soprattutto nella massima categoria. Sarà difficile ottenere risultati, ciò che conta per noi è far crescere nel confronto con i pro' i nostri giovani. Nelle prove riservate agli Under 23 puntiamo in particolar modo a disputare un bel Campionato del Mondo, soprattutto con l'argentino Nicolas Tivani, che ha le caratteristiche adatte per brillare su un percorso come quello che incontreremo a Bergen. Per quanto raccolto finora possiamo dirci soddisfatti, 12 vittorie tra cui 4 titoli nazionali sono numeri al di sopra delle nostre aspettative, considerato che la maggior parte delle new entry sono giovanissime». 

Che novità dobbiamo attenderci per il 2018?
«Voglio allestire una squadra ancora più importante e ambiziosa, lavoreremo con under 23 talentuosi di livello internazionale, a quelli su cui già possiamo contare affiancheremo altri giovani molto validi. Lo staff tecnico rimane lo stesso, non ci sarà solo più il ds Milesi che ha scelto di intraprendere una nuova avventura, per cui gli faccio un grande in bocca al lupo. Alcuni sponsor e partner tecnici ci hanno già rinnovato la loro fiducia, con altri siamo in trattativa. Sono fiducioso potremo compiere un ulteriore salto di qualità». 

Com'è lavorare con ragazzi provenienti da paesi lontani come il Marocco e l'Uzbekistan?
«Avere a che fare con varie nazionalità è tanto difficile quanto stimolante. Non è facile insegnare cos'è il ciclismo a ragazzi che hanno una tradizione, usi e costumi molto diversi dai nostri. Per me è una sfida ulteriore, che comporta una crescita professionale per me e tutti i miei collaboratori. Mettere al servizio di giovani talenti la nostra esperienza è la nostra mission. Non guardiamo solo alle vittorie ma a costruire buoni corridori per il domani, così che emergano nella massima categoria». 

È c onfermato quindi il progetto Continental?
«Sì. Dopo esserci affermati negli anni passati tra i dilettanti ora sogno di allestire una continental a livello delle migliori che ci sono in circolazione. Un anno fa ha chiuso il vivaio della Quick Step, è notizia di ieri che alla fine di questa stagione terminerà l'avventura della BMC Development, c'è bisogno di squadre che valorizzino e facciano crescere i giovani con i giusti tempi. Siamo ambizioni e vogliamo migliorarci sempre di più. Parlo al plurale perchè non potrei realizzare quello che ho in mente se non avessi il sostegno del presidente Barzi, del consiglio dell'UC Trevigiani, di sponsor e amici come Marcello Guzzinati e Vanni Soligo. Personalmente ho rinunciato a varie offerte di team professional perchè credo fortemente in questo progetto. Lavorare con i giovani e vederli arrivare al professionismo mi dà una soddisfazione impagabile».