Lun05202024

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Back Sport e Medicina Preparazione Come, quando e perchè il nr. 1 al mondo si rivolge ad un biomeccanico

Come, quando e perchè il nr. 1 al mondo si rivolge ad un biomeccanico

Abbiamo chiesto a Joaquim Rodriguez, detto Purito dopo una stagione spettacolare che alla fine lo ha visto nr.1 nel raking World tour di concederci una simpatica intervista, per farci capire il suo rapporto con il “biomeccanico”, Alessandro Mariano.

Joaquim, perché un campione affermato, con anni di esperienza, si sottopone costantemente ad esami biomeccanici?

“Per me è fondamentale che tutto sia perfetto: l'alimentazione, la preparazione, la logistica, l'abbigliamento tecnico e quindi è naturale che anche la posizione in bicicletta, la mia postura anche senza bici sia ottimale”.

Da quanto si avvale di un biomeccanico ?

“Sono ormai 12 anni che ricerco la posizione ottimale e continuo a migliorarla ogni anno”.

Si è sempre rivolto allo stesso biomeccanico?

“No, all'inizio ho provato diverse alternative, ma da 9 anni mi segue Alessandro Mariano che ritengo essere, come me, il nr.1”.

In cosa l'ha aiutata la frequentazione di Alessandro Mariano?

“Mi ha aiutato a capire i mie problemi di postura in bici e non solo”.

Come è stato il primo impatto con il suo biomeccanico di fiducia?

“Direi traumatico, mi ha stravolto la posizione in bici, e all’inizio ti sembra strano, perché ti accorgi che cambia il modo di pedalare e di conseguenza lavorano diversamente i tuoi gruppi muscolari. Quindi ci vuole un periodo di adattamento e poi fare ulteriori aggiustamenti graduali per cercare di arrivare alla migliore posizione. Poi,  mi ha consigliato (imposto) esercizi  per migliorare la mia postura, anche senza bici. Inoltre  mi ha "costretto" a correre un Giro del Piemonte con una serie di sensori che sembravo Robokop, per rilevare lo studio dell’attività dei vari gruppi muscolari sotto sforzo”.

Ed i risultati?

“I risultati sono sotto l'occhio di tutti e mi sembrano buoni. Ho migliorato le mie prestazioni, ma soprattutto recupero prima e non ho più i fastidi caratteristici del dopo gara,  soprattutto nei giri a tappe”

Quanto ha influito il lavoro svolto con il biomeccanico con il miglioramento delle sue prestazioni a cronometro che, indubbiamente, sono state clamorose?

“In questi 9 anni che collaboro con Alessandro Mariano uno degli obbiettivi prioritari era il miglioramento delle mie prestazioni a crono.  Alessandro, da sempre, mi ha detto che per migliorare in modo significativo ci voleva tempo. Dopo anni di "avvicinamento" alla posizione ideale, per non pregiudicare le mie caratteristiche di scalatore, quest'anno ci siamo avvicinati 90%. Con un piccolo grande segreto: assetti diversi a seconda della crono”

Cioè? Quale differenza?

“È un segreto! Non voglio dare suggerimenti agli avversari”

Ci ha detto che la collaborazione con Alessandro Mariano l'ha aiutata anche nella postura a "secco" di bici, ci spiega meglio?

“Dopo una serie di esami e test è emerso che con l'adozione di microchip che favoriscono la dissipazione delle tensioni muscolari mi sono ritrovato ad essere più "diritto" e, nelle corse a tappe, dove indosso i microchip anche durante la notte, recupero prima e non sono vittima degli acciacchi che, dopo tre settimane "a tutta" erano abituali”

Quindi Lei porta i microchip sempre, in corsa e non?

“Nel mio caso i microchip li porto sempre, giù dalla bici e durante la fase degli allenamenti, in corsa no, ma altri miei compagni li portano anche durante le gare. L'effetto di questi dispositivi, variano da atleta ad atleta in base alle  caratteristiche individuali”

Quindi altri suoi compagni sono seguiti dallo stesso biomeccanico?

“Tutto il mio gruppo è seguito dallo stesso staff”

Che lei sappia, altri professionisti, suoi avversari sono seguiti dallo stesso biomeccanico?

“Purtroppo si. Questo è dovuto al fatto che Alessandro Mariano si occupa di biomeccanica da più di 20 anni ed ha sempre collaborato e collabora tutt’ora con atleti professionisti”

Dopo tanti anni che rapporto si instaura con un collaboratore come Alessandro Mariano?

Ora, oltre che un collaboratore prezioso, Alessandro è un amico, al punto che dico che ha due figli: quello naturale, Umberto, e quello acquisito, Purito

Concludendo, alla luce della sua esperienza, si sente di consigliare ad un ciclista, professionista o non, di rivolgersi ad un biomeccanico?

“Assolutamente si,  Purché sia il nr.1! Come me e come Alessandro.Vorrei aggiungere, che dobbiamo considerare che il nostro corpo subisce cambiamenti con il passare degli anni e quindi non possiamo pensare che la nostra posizione in bici possa rimanere sempre la stessa, ma va sempre controllata e adattata al bisogno”.