La competitiva coppia italosvizzera si è imposta col tempo di 3:29.04,7, precedendo di 1’26” le sudafricane Hannele Steyne e Leana De Jager, e di 1’33” la coppia vincitrice della competizione sudafricana, formata dall'inglese Sally Bigham e dalla sudafricana Karien van Jaarsveld. Non solo, ma le due atlete del team “Colnago CAP Arreghini Sudtirol”, oltre ad aver vinto cinque delle sette tappe in programma, ed il cronoprologo inaugurale, hanno concluso al secondo posto in classifica generale, alle spalle della vittoriosa coppia, formata dall’inglese Sally Bigham e dalla sudafricana Karien van Jaarsveld, che hanno percorso i 707 Km dell’impegnativa “Cape Epic”, articolatasi in sette frazioni, oltre ad un crnoprologo introduttivo, e resa selettiva da un dislivello altimetrico complessivo di 14.550 metri, in 37h44’09”. La bolzanina Eva Lechner e la svizzera Nathalie Schneitter, invece, hanno concluso la competizione sudafricana col tempo di 39h18’02”, seguite in terza posizione, col tempo di 39h24’09”, dalle sudafricane Hanlie Booyens e Ischen Stopforth. Il distacco in classifica geenerale di 1h34’, accusato da Eva Lechner e Nathalie Scheitter, però, non deve trarre in inganno, poiché le competitive atlete del team “Colnago CAP Arreghini”, quando erano saldamente al comando della corsa, grazie ai successi conseguiti al cronoprologo, alla prima ed alla seconda frazione, sono state private del primato a causa di un un'assurda penalizzazione di sessanta minuti, inflitta loro dalla giuria in seguito ad un'infondata segnalazione di rifornimento idrico non consentivo (effettato fuori dalla zona predisposta al rifornimento), priva di qualsiasi riscontro oggettivo. Pertanto, appare evidente che le vincitrici morali della “Cape Epic” sono le due combattive atlete del team “Colnago CAP Arreghini Sudtirol”, a cui, grazie ad una farsesca decisione, è stato carpito un meritato successo, suffragato da una palese superiorità tecnico-agonistica palesato dalle competive ragazze del team “Colnago CAp Arreghini Sudtirol” nei confronti delle avversarie.
Testo a cura di Marzio Gazzetta
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