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I nuovi campioni italiani MTB Marathon Uisp

Alban Nuha (Team Eurobike) per la categoria A1 (19-32 anni); Angelo Pio Santoro (Grottaglie bike) per la categoria A0 (15-18 anni); Mirko Catone, abruzzese della MKG team per gli A2 (33-39 anni); Antonio Paladino, pugliese del team Eurobike tra gli A3 (40-47 anni);  Marcello Lolli, emiliano del Team Cicli Campioli per gli A4 (48-55 anni); Andrea Bettini, plurititolato toscano della categoria A5 (56-62 anni); Giovanni Marangi (Terranostra team Bike) per gli A6 (oltre i 62 anni); Giuseppe Sgarrino, coratino della Quarat Bike per gli escursionisti 1 (15-25 anni); Felice Maino, altro coratino,  per gli escursionisti 2 (over 25 anni).

 

Questo il verdetto della dura prova murgiana, questi i leoni usciti trionfanti dall’arida arena del campionato italiano MTB Marathon UISP 2012, svoltosi lo scorso week-end a Castel del Monte, sotto l’egida della UISP Lega Ciclismo (Unione Italiana Sport Per-tutti) e la regia organizzativa del Team Eurobike Corato.

Son passati esattamente cento giorni dalla presentazione del logo dell’evento, tre mesi di duro lavoro, sfociato in una due giorni di ciclismo puro per gli amanti della Mountain Bike, in un percorso unico, che ha racchiuso in 71 km tutte le caratteristiche del territorio del Parco dell’Alta Murgia, dalla nuda roccia, arsa dal sole, al fitto bosco di roverella, alla pineta del castello. Senza tralasciare i corti strappi in salita, completamente allo scoperto sotto il sole, le discese veloci e i single track tecnici: 71 km, insomma, che hanno incluso tutte le particolarità della MTB, che rendono spettacolare e sempre più popolare questo sport.

Nella nuovissima cornice del parco attrezzato “L’altro Villaggio”, ai piedi del Castello, ben 289 ciclisti provenienti quasi da ogni parte d’Italia (atleti di punta da Molise, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Basilicata, Campania) si sono allineati ai nastri di partenza per contendersi i dieci titoli tricolori in palio.

Alle 10:00 in punto, infervorati gli animi con la musica di Radio Selene e la voce della speaker Maria Rita Minoia, i corridori hanno scaldato i motori, allineandosi nelle griglie di partenza per categoria, in attesa del via dato dal giudice nazionale Umberto Capozucco. La competizione si è rivelata serrata sin dai primissimi momenti di gara, con la prima parte del tracciato prettamente in discesa, che declinava verso l’abitato di Corato. Tanti gli atleti favoriti per la vittoria, con un occhio di riguardo ai corridori scesi dal nord e dal centro dello stivale: l’affare vittoria assoluta, tuttavia, è stato nuovamente ad appannaggio degli atleti del sud, con il sestetto formato da Alban Nuha, Antonio Giaconella, Vito Buono, Andrea Delli Noci, Augusto Cofano, Mirko Catone e Antonio Paladino, che sin dalle prime battute allungava il passo, imprimendo alla corsa un ritmo in crescendo, difficilmente sostenibile dagli atleti inseguitori. Il mix di salite-velocità-caldo e lo scarso vento è stato infatti il valore aggiunto al coefficiente di difficoltà della tracciato, che di per sé non presentava dislivelli impossibili (circa 1500 metri); ma, arroventato dal torrido caldo africano del profondo sud, aveva tutte le carte in regola per trasformare una gara ciclistica in una camminata sui carboni ardenti. Al ventesimo km di corsa il primo, e forse unico colpo di scena eclatante di tutta la gara: Antonio Giaconella rompeva il cambio, vedendosi costretto al ritiro proprio mentre la gamba cominciava a “girare” col ritmo giusto. Neanche il tempo di respirare e riorganizzare il plotoncino, che due progressioni di Vito Buono e Andra Delli Noci allontanavano Paladino Cofano e Catone, con il solo Alban Nuha che si dimostrava tenace al punto da mantenere le ruote dei due grandi protagonisti della stagione 2012. All’intertempo, quando di km al traguardo ne mancavano 30, il trio di testa aveva già accumulato 4’30” di vantaggio, mettendo in cassaforte le prime tre posizioni del podio assoluto.

Questa volta, tuttavia, le forze del leccese e del materano si equivalevano, cosi, scatta l’uno, scatta l’altro, nessuno dei due riusciva ad avere la meglio, ottenendo come unico risultato l’allontanarsi sempre di più del gruppo inseguitore. “Tra i due litiganti - ricorda la saggezza popolare – il terzo gode” e la sapienza degli antenati non fallisce il colpo: è infatti Nuha ad approfittare delle acque apparentemente calme ed in equilibrio; è lui a scattare furbamente sull’ultima salita e a guadagnare quei secondi di margine che gli hanno consentito di transitare sul traguardo a braccia alzate, tra l’ovazione generale degli astanti, ottenendo quella che si può ritenere la vittoria più bella e più importante della sua carriera, frutto della tenacia, dei duri allenamenti e dell’amore verso la bicicletta; una vittoria che è simbolo di riscossa per quanto questo ragazzo di origina kosovara (ma cittadinanza italiana) ha dovuto sopportare nei suoi primi anni di permanenza in Italia.

«E’ stato bello, l’organizzazione è stata ottima – ha dichiarato Nuha al direttore de Lo Stradone Giuseppe di Bisceglie e ai microfoni di Teevu.it subito dopo la vestizione con la maglia tricolore - il primo caldo l’abbiamo sofferto all’inizio, dopo di che ci siamo abituati. Il percorso era ben tracciato e non vi è stato alcun problema, grazie specialmente a Luigi Giaconella, a Maurizio Carrer e tutti gli altri che hanno lavorato sodo. Mi mancava il campionato italiano di MTB, è stata un’esperienza nuova, abbastanza faticosa ma ce l’ho fatta grazie a un grande lavoro che ho svolto in questi lunghi mesi di avvicinamento all’evento». A 18 secondi Delli Noci su Buono. Dopo 7 minuti giungevano sul traguardo in rapida successione Paladino, Cofano, Catone e Pedone. Bellissima ed emozionante la sfida per il tricolore della categoria A4 tra l’emiliano Marcello Lolli e il barlettano Girolamo Palmitessa, il quale dopo un’estenuante sfida sul filo del secondo cedeva il tricolore al rivale per soli 38”. 23° assoluto e campione italiano della categoria A5 un ottimo Andrea Bettini (Team Tredici Bike), sceso dalla Toscana in Puglia per onorare questa importante competizione nazionale.

Sin qui il percorso lungo, ma non possiamo certo tralasciare le emozioni che ha saputo regalare il percorso medio di 42 km, tracciato identico al fratello maggiore per i 38 km iniziali e i due finali, quindi velocissimo, senza grandi asperità. Il primo in assoluto a transitare sul traguardo è stato il grottagliese Angelo Pio Santoro della Grottaglie Bike, 18 anni, categoria A0 in 1h49’39”, con 53” di vantaggio su Pietro Prudentino (Bici Club Ostuni) e 2’23” su Dario Mancini (A0) della Cyclon-In Movimento.

La vera sorpresa è arrivata dal quarto posto del 15enne coratino Giuseppe Sgarrino (Quarat Bike), che si è laureato inaspettatamente campione italiano della categoria promozionale “Escursionisti 1”, pur essendo questa una delle sue primissime gare della carriera: egli, infatti, ha cominciato a gareggiare in quel di Masseria Sei Carri, appena il 4 Marzo scorso. La sua prestazione è senza ombra di dubbio da 10 e lode; 1h52’55” il suo tempo di gran lunga inferiore ad altri atleti molto più titolati di lui presenti in gara. Ora per il coratino si aprono le porte del tesseramento e il movimento ciclistico si augura che possa scegliere le categorie agonistiche, per una migliore crescita sportiva tra i suoi pari età.

Buon quinto per Giacomo Scardigno, ruvese del team Eurobike, anch’egli in netta crescita nelle ultima competizioni. 6° il coratino Vito D’Introno, insieme col compagno Antonio Cusanno (Quarat Bike). 8° Antonio Lionetti (Ziri off-road Barletta) 9° Vincenzo Merra, coratino della Quarat Bike. Al 20° posto il coratino Felice Maino, che si è laureato campione italiano della categoria promozionale Escursionisti 2 (over 25 anni), a coronamento di due stagioni condotte sempre al vertice di questa categoria. Che si aprano anche per lui le porte del tesseramento in qualche società? Al meno giovane del gruppo, Giovanni Marangi, va il titolo di campione nazionale per la categoria A6 (over 62 anni).

Al termine di questa manifestazione nazionale, giunta per la prima volta in Puglia, è necessario fare dei bilanci, realizzando una media dei giudizi espressi dai corridori al termine della gara ai microfoni di Radio Selene e Tevuu.it e ai taccuini de Lo Stradone.it .

Ottimo il disegno del tracciato e l’impianto logistico, anche se occorreva garantire più acqua (i ristori previsti erano tuttavia ben 4) visto il caldo torrido che ha soffocato l’intera Murgia, senza dimenticare una manciata di uomini in più sul percorso per far fronte ad eventuali errori di direzione. Superlativo, d’altro canto, il pasta party, che ha saziato la fame degli stanchi atleti con pasta fredda, bruschetta, pomodorini, latticini, salsiccia alla brace, vino, acqua, frutta e crostata; cosi come ricchissime sono state le premiazioni, grazie ai prodotti tipici forniti dall’oleificio Pellegrino e dalle cantine Torrevento. Una nota è forse opportuno segnalarla inerentemente la cerimonia di premiazione, la quale, in queste occasioni, è bene che sia più ”protocollare” e meno confusionaria, visto l’impianto preparato per l’occasione, cercando di salvaguardare la forma che si addice a un campionato italiano. Il fulcro di questo evento, in fondo, è il tricolore, e come tale va valorizzato.

Un’ultima riflessione sul numero di iscritti, decisamente inferiore a quanto ci si attendeva con la massiccia campagna di pubblicizzazione dell’evento: non c‘è da stupirsi dell’assenza di molti atleti emiliani (viste le circostanze non certo felici che l’Emilia sta attraversando in questo periodo), mentre inspiegabile è la mancanza di marchigiani, ciclisti di una terra in cui la UISP va per la maggiore. Sebbene non ci fossero altre gare in MTB nel sud Italia, non altissima è stata l’affluenza di atleti meridionali, défaillance da imputare alla crisi in primis, ma anche al ponte del 2 Giugno, prima occasione per rilassarsi con le famiglie…anche se, in occasioni uniche come queste, forse avvicinarsi alle gare con la famiglia è la scelta più opportuna…ma questa è un’altra storia, una vecchia storia del Sud. Qualche assenza eccellente, invece, tra gli atleti di casa, i coratini; una mancanza inspiegabile (tralasciando ovviamente i casi dei turni di prime comunioni ancora in atto) ma già avvenuta più volte in passato, come messo in luce dallo speciale “Come una Fenice – storia del ciclismo coratino” de Lo Stradone. Quando si crescerà ?

«C’è sempre la possibilità di migliorarsi – affermano stanchi ma soddisfatti gli organizzatori – e vista la sostanziale riuscita dell’evento e il divertimento di tutti gli atleti partecipanti, annunziamo già il replicarsi di questa gara sul tramontar di aprile del 2013, con un taglio di circa 5 km, pur mantenendo inalterata questa logistica. Cogliamo l’occasione per ringraziare sentitamente i proprietari di questa struttura e quanti hanno collaborato con noi, sino all’ultimo ingranaggio di questo grande carro».

«Il successo è arrivato perché abbiamo lavorato sodo negli ultimi anni - ha dichiarato in chiusura Carrer - Abbiamo voluto fortemente questa gara per farci conoscere e per fare le cose in grande; abbiamo corridori forti che corrono da mezza Italia in su, portando a casa grandi risultati. Vogliamo gridare al mondo la bellezza dei territori della nostra zona, dove si può sviluppare turismo e Mountainbike. Ringrazio tutti i presenti, ma ricordo che da domani lavoreremo su Barletta per il Campionato Europeo Cyclocross Master UCI, il 7 e l’8 Dicembre 2012 nel fossato del castello».

 

A cura di : Roberto Ferrant

Credit foto: Giuseppe Di Tacchio