Un bellissimo sole e un percorso da vero ciclocross, in un clima di serena armonia, accolgono i novanta amatori che Giacomino Calderini, ottant’anni suonati, ha radunato per la nona prova del Master Garbo GM Ceramiche. Ai nastri di partenza si posizionano i veterani e quando il Pres. Prov. Alberto Filippini pronuncia i loro nomi si capisce che sarà uno spettacolo pirotecnico e infatti già alla prima curva si forma il trenino che monopolizzerà la corsa: Luraghi, Monetta, Borini e “Roccia” Toniolo.
E’ bagarre, si attaccano a turno e non si risparmiano ma non c’è nulla da fare, a metà gara sono ancora insieme e dalle retrovie rinviene fortissimo il senior Marco Colombo che ha staccato il rivale principe di categoria, il combattente Mirko Pinton. A questo punto la corsa … s’addormenta, i veterani non scattano più e Colombo commette l’errore di non proseguire col suo ritmo, rimane nel gruppetto che prende fiato e permette a Mirko Pinton di rientrare. Angelo Borini, intuisce, leggero com’è, che è meglio aspettare l’ultimo giro per sferrare l’attacco in salita e svolge il compito nel migliore dei modi, attacca nel finale e stacca tutti di ruota per vincere la sua seconda prova ai danni di Luraghi e Monetta mentre Mirko Pinton, ispirato come sempre, fa un copia e incolla dell’azione di Borini, attacca in salita anche lui, stacca il generoso Colombo che da ragazzo intelligente oggi ha capito due cose: primo, se attacchi una belva da combattimento come Pinton, devi farlo fino in fondo e secondo, quando il rivale si accoda , dopo aver prodotto un notevolissimo sforzo per rientrare, in quello stesso momento devi attaccarlo e non lasciarlo respirare.
La gara dei cadetti è stato un assolo di Luca Camarella che con la vittoria odierna fa lievitare il conto in banca e le sue aspirazioni che sono quelle di un cavallino di razza anche se, bisogna dirlo, Andrea Bonollo è stato ancora appiedato da noie meccaniche e allora il compito di inseguire se lo accolla Mattia Lunardi che porta a casa un bel secondo posto. Lo junior Francesco Scapin, giovane promessa del team Uslenghi , assapora il gusto dolcissimo della sua prima vittoria che come il primo amore non si scorda mai e ha tutto il diritto di sognare di ripetersi ancora e magari di dare la rivincita al buon Andrea Veluti che oggi è secondo.
Stanno per arrivare i ritardatari quando la sirena della croce rossa s’allontana dal percorso. A bordo il veterano Marco Sardano che all’ultimo giro, per un guasto strutturale, rompe la forcella e finisce a terra. Un vero peccato per il comasco che era alla sua prima gara. Aspettiamo circa un’ora per vedere tornare l'ambulanza e ripartire con la gara. Finalmente partono i gentleman e capiamo dopo sei sette secondi che quando la sfortuna si mette traverso non c’è nulla da fare : a Massimo Mingoni, uno dei più umili del gruppo, si stacca un pedalino, sbanda con la bici e Attilio Montagner che era a ruota lo urta facendolo cadere rovinosamente a terra. La sirena suona di nuovo e s’allontana. Gara e fiato sospeso in attesa di notizie e della croce rossa che tarda a tornare. A malincuore il buon Filippini annulla la seconda corsa e decide, di comune accordo con gli organizzatori di premiarli sorteggiando fra gli iscritti per assegnare almeno i premi di giornata.
La stragrande maggioranza degli amatori accetta la decisione della giuria, anche per rispetto dei due amatori sfortunati che, sapremo poi, non hanno riscontrato danni irreparabili. Chi si è lamentato della pericolosità del percorso, commette l’errore di non sapere che questa gara è in calendario da trentanove anni, è stata corsa in condizioni climatiche complicatissime ed è stata anche oggetto di gare titolate. Bella e corposa come solito la premiazione con lo stesso giovane sindaco, Alessio Joppa che consegnava i premi non prima di ringraziare tutti gli uomini di Giacomo Calderini, un uomo appassionato e malato di ciclismo. Coloro che attaccano A. Filippini sulla decisione sofferta ma seria, da buon padre di famiglia, di sospendere la gara per garantire l’incolumità di tutti , dovrebbe quanto meno ricordarsi che è troppo comodo invocarlo per ... togliere le castagne dal fuoco come lo scorso anno a Casale Monferrato perché mancavano i giudici e poi criticarlo con modi a dir poco sgarbati. Una sana autocritica non guasterebbe.
A cura di Carmine Catizzone
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