Storia recente di un simbolo dei nostri tempi: Carlo Calcagni torna dagli USA, dopo aver conosciuto il Principe Harry d'Inghilterra, con tre medaglie d'oro al collo, conquistate agli INVICTUS GAMES e si trova fra la posta la sospensione cautelare dall'agonismo per aver chiesto l'autorizzazione alla somministrazione di un farmaco diuretico per curare la sua grave cardiopatia, patologia conseguente alle intossicazioni da uranio impoverito e metalli pesanti contratte in Bosnia negli anni '90, durante le missioni di pace e recupero di civili coinvolti in territori di guerra con il suo elicottero e che hanno provocato varie patologie irreversibili e degenarative (destinato come tanti altri militari già scomparsi). Il farmaco Diuresix, prescritto dai medici che seguono il Calcagni sia al Medical Center di Londra che in Italia, é centrale nella questione e contestualmente gli viene chiesto di sottoporsi a visita medica nel Centro Coni di Roma, pare unico autorizzato a concedere l'idoneità. Il Calcagni, visti i tempi ristretti che vedevano l'avvicinarsi della prova di Coppa del Mondo a Bilbao del 15 luglio, per la quale il termine ultimo di domanda di iscrizione scade tre settimane prima dell'evento, prepara i documenti, richiede l'appuntamento d'urgenza al CONI x la visita e intanto l'ASD Peppe Molé per la quale l'atleta corre, richiede iscrizione in tempo utile all'appuntamento preolimpico valido anche per guadagnare il biglietto di pertecipazione ai Rio Paralympic Games. Anche il CT. Valentini lo vorrebbe fra i suoi in Nazionale, dove si è già dimostrato valido elemento, a caccia di una medaglia d'oro, essendo fra i più forti atleti Paralimpici italiani. Il fatto strano è che il CONI a Roma non sembra trovare uno spazio utile per visitare il Calcagni entro il 20 giugno, pertanto, nonostante una lettera che diffida la Federazione dall'ostacolare il cammino sportivo dell'atleta, percorso che nel caso specifico e' anche terapeutico, il Calcagni procede ad una visita presso un centro medico autorizzato dal CONI nel Leccese. Le valutazioni mediche danno esito positivo ed un'altra visita cardiologica dichiara compatibile la cardiopatia con l'agonismo. Calcagni, in assenza di collaborazione da parte del Coni, invia tali documenti agli organi preposti alla revoca della sospensione, per ottenere l'iscrizione da parte della FCI e Comitato Paralimpico alla prova di Coppa del Mondo spagnola del 15 luglio, ma i documenti non si sa perché non risultano arrivati a destinazione (e sì che con le e-mail non ci si può nascondere dietro scuse antiche ed inerti). Intanto il tempo passa e per la strada si ergono muri da scalare, nonostante il Calcagni sia abituato a ben altre difficoltà.
Non si aspetta di certo la mancata collaborazione di un ente che dovrebbe proteggere i suoi atleti piuttosto che ostacolarli (in una parola nel caso specifico "burocrazia assassina", perché sia chiaro agli insensibili e duri di cuore che Carlo sopravvive grazie allo sport, ai suoi obiettivi ed il suo grande sogno prima di lasciare andare le sue membra malate ad un destino ineluttabile, é sempre stato quello di lottare e vincere la medaglia d'oro a Rio e lui sa che quando si spegnerà la fiamma olimpica si spegnerà anche quella speranza, il sogno che fin d'ora lo tiene in vita ardendo nel suo cuore di quel militare Colonnello dell'Esercito, decorato con la Medaglia al Ruolo d'Onore per i servigi resi in missione di pace in Bosnia). Ma la storia non finisce qui, anche con la speranza di una soluzione si complica ancora di più. Quel giorno era il 24 giugno, io che sento l'amico ormai da un anno a questa parte, molte volte al giorno, ricevo da lui una notizia: "Urrà Vittoria !!" Era lui, quest'angelo che come un bambino, al quale Babbo Natale ha regalato il gioco tanto atteso, mi comunica che é arrivata la revoca alla sospensione, anche se provvisoria e in attesa di sottoporsi a ulteriore visita medica presso una commissione internazionale. Carlo Calcagni può riprendere a competere e proseguire la corsa verso il suo sogno!! É l'apoteosi, anche questo modesto editore giornalista e amico speciale, molto meno disabile di tanti altri come il nostro eroe, tira fuori dall'armadio la valigia per Rio, perché quella promessa "se vado a Rio tu Andrea vieni con me", si avvicina ad avverarsi e a questo punto non rimane altro che comunicare immediatamente alla FCI il sollecito per l'iscrizione a quella preolimpica e fissare un appuntamento con la benedetta commissione medica UCI, per l'autorizzazione a competere anche oltre i due mesi di revoca alla sospensione. Ma come fosse stata una bomba ad orologeria, la revoca alla sospensione é stata emessa quattro giorni dopo la data ultima per iscriversi alla prova CDM di Bilbao e nonostante l'invio ancor più tardivo (ancora 4gg oltre la data della revoca di sospensione), il 28 giugno parte la lettera indirizzata dal Presidente FCI all'UCI, che chiede la riammissione alla prova di CDM, "come da preventiva accettazione telefonica". Eppure il giorno successivo l'UCI nega, ritrattando quanto precedentemente accordato, rispondendo che a causa del termine non rispettato come data ultima per l'iscrizione dell'atleta azzurro Calcagni e anche alla luce della recente sospensione, nonostante la revoca emessa dalla federazione italiana, non poteva accettare il nostro ciclista ne' alla prova di Coppa del Mondo e nemmeno poteva iscriverlo alle Paralimpiadi di Rio a settembre, dichiarazione quest'ultima alquanto strana, perché il 29 giugno ancora la formazione azzurra era solo una pre-lista in via di definizione e non ancora ufficializzata! Ora io, noi tutti, ci chiediamo, anzi chiediamo all'UCI: nonostante le regole certo scritte per uomini normali e non per uomini disabili speciali, perché non Vi siete mai domandati in seno ai vostri uffici di Losanna chi sia questo atleta per il quale anche il nostro Presidente si è espresso in una richiesta ufficiale di averlo fra i suoi azzurri con queste parole: "Si tratta di un atleta di interesse Nazionale ed occorre considerare che quella di Bilbao é l'ultima chance di poter avere una classificazione che gli consentirebbe una eventuale partecipazione ai Giochi Paralimpici di Rio 2016." Il giorno dopo dunque la doccia fredda dell'UCI, un'umiliazione nei confronti del ns. Presidente, illuso prima al telefono e poi la negazione al movimento sportivo italiano, un atto grave al limite dello scandalo diplomatico ai danni soprattuto di un uomo, eroe militare, decorato per i servigi umanitari e condannato da un nemico invisibile a combattere una guerra impari, che grazie allo sport sopravvive e che nel suo sogno, Rio 2016, vedeva scrivere il suo nome nella gloria. Lui che quando si spegnerà la fiamma olimpica sa che non ci sarà un'altra occasione per mettere la sua ruota davanti a tutti vestendo la maglia azzurra e indossando per l'Italia quell'oro dei cinque cerchi nell'Olimpo dello Sport! Carlo Calcagni Colonnello al Ruolo d'Onore Campione Ciclista Paralimpico nato il 30 ottobre 1968, rimette a Voi tutti, all'umana viltà e nefandezza, il suo destino e che tutto sia compiuto.
Scritto da Andrea Magnani e Carlo Calcagni l'11 luglio 2016