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Giancarlo Vagnini, un sogno da Guinness

Giancarlo Vagnini, 60 anni, cervese, Sottufficiale dell’Aeronautica Militare, oggi in pensione, ha un sogno nel cassetto che si prepara, a partire dal 7 aprile, a divenire realtà: eguagliare e – se possibile – superare il record stabilito da un turista tedesco, il quale nel ’99 ha percorso quasi 15mila chilometri in sella alla sua bicicletta, in un giro no stop per l’Europa.

Un’impresa quasi impossibile, come è nata l’idea?

«Nel 2000 ho conosciuto un turista tedesco, giunto in vacanza a Cervia nella struttura per la quale facevo l’accompagnatore in bicicletta, il quale mi ha raccontato che l’anno precedente aveva compiuto un’impresa simile. Prima che se ne andasse, gli ho promesso che avrei emulato e superato il suo record. Sono passati 13 anni da quel record e non è un caso, perché è veramente una sfida che ha dell’incredibile. Occorre pianificarla per bene, ragionarla e fare un duro allenamento per farsi trovare pronti all’appuntamento.»

A quando il via?

«In marcia il 7 aprile in occasione della via del Sale di Cervia e il programma è tornare il 7 luglio. Le tappe sono complessivamente una novantina, con 166 km di media al giorno per 3 mesi – 89 tappe quelle del record precedente – in teoria senza giorni di pausa, ma poi occorrerà vedere la situazione fisica, ma anche il meteo o comunque le condizioni che troverò lungo il percorso. Si parla di 15.000 km in tre mesi e 14 Stati da attraversare. Una bella cifra!»

Come ha pianificato il percorso?

«Si parte da Cervia, andiamo subito a Reggio Calabria, percorrendo il litorale costiero, poi da qui si entra in Sicilia e ci sono 6 tappe per fare ritorno poi a Reggio Calabria, verso Ventimiglia, cui giungeremo intorno al 1° maggio. Mi fermerò in visita a San Marino ed allo Stato Vaticano. Peraltro quest’ultima tappa è importante, dal momento che dalla guardiola mi verrà consegnato un pacchetto da recapitare al fratello del Papa, Georg a Regensburg, una volta giunti a Monaco. Una volta usciti dall’Italia, l’itinerario mi condurrà a Montecarlo, fino a Saint Tropez, con tappa al principato di Monaco. Potrò percorrere il circuito di F1, scortato dalla Polizia perché il tunnel è vietato ai ciclisti e credo di essere uno dei pochissimi a poterlo fare. Proseguiremo poi in Spagna e da qui verso Gibilterra, per poi passare dalla Spagna per raggiungere il Portogallo, intorno al 16 maggio. In traghetto si farà ritorno in Spagna per approdare poi in Francia e respirare di nuovo l’aria della Parigi-Brest-Parigi già percorsa, per fare rotta verso il Belgio, Lussemburgo, Olanda – in onore della mia Parigi-Roubaix del 2008 - Germania nord e una toccata e fuga in Danimarca, per rientrare poi in territorio tedesco. Si passa in Polonia, dove lascerò il sale di Cervia ed un libro della mia città, in onore del gemellaggio – per fare poi ritorno in Germania. A partire dal 19 giugno ci si mette sulla strada del ritorno, passando in Repubblica Ceca poi Slovacchia e Austria. A questo punto stiamo valutando due alternative a partire dall’Austria, ossia Ungheria, Slovenia, Croazia poi Bosnia e si rientra in Italia, oppure attraverso la Svizzera, Nord Italia, Dolomiti e casa.»

L’ambizione è quella del Guinness World Record, come si è preparato?

«Avrò con come un libro di bordo nel quale verranno apposti tutti i timbri dei luoghi che visiterò e che mi varrà anche come riserva al controllo primario che verrà fornito dal navigatore Garmin, interfacciato con il Garmin connect dove sarà possibile seguire il percorso.»

Dal punto di vista tecnico, come è equipaggiato?

«La Frw, a livello tecnico, mi copre al cento per cento, sia in tema di abbigliamento che della meccanica, con una bici realizzata ad hoc per questa impresa, una bici su misura per le mie esigenze ed una seconda bici di riserva. La collaborazione con Claudio Brusi è nata – oltre che grazie alla sua incredibile apertura mentale di fronte a questo tipo di imprese - proprio per la volontà di portare con me un marchio che appartenesse alla mia terra, essendo la Frw ravennate, e devo dire che in questo gruppo ho trovato non solo grande professionalità ma anche una famiglia.»

Dal punto di vista fisico, come si è allenato?

«Non sono nuovo ad imprese di questo genere, ma si tratta in questo caso di una sfida differente, è un viaggiare graduale e più lento, non è una corsa contro il tempo, dunque ho focalizzato maggiormente l’attenzione sulla seduta sulla sella per lunghi periodi. Fino a fine marzo mi allenerò così, in progressione, prediligendo la durata in sella, più del chilometraggio percorso. Sarà proprio la sella uno dei problemi più grossi da affrontare, dato che si tratterà di 6-9 ore al giorno in bicicletta mantenendo una pedalata agile ed un assetto comodo. Occorre tener presente infatti, che l’insorgenza di problemi può compromettere tutto, dunque sarà importante anche valutare l’aspetto dell’integrazione, ciò col supporto di Enervit.»

Qual è la sua principale paura nell’intraprendere questa impresa?

«In questo viaggio sarò accompagnato da un camper – peraltro sono alla ricerca di persone interessate ad accompagnarmi in quella che per loro sarà una vacanza – ed in questo mezzo ci sarà tutto ciò di cui avrò bisogno, dal cibo, all’abbigliamento, fino alle strumentazioni ed ai ricambi per la bici. Sono terrorizzato dall’idea che si possano registrare furti all’interno del camper, questo perché sarebbe un grosso danno per la riuscita dell’impresa.»

Accennava alla ricerca di equipaggio…

«Ho già una persona fissa che mi seguirà durante tutto il percorso, ma sto cercando persone che mi accompagnino anche a turnazione nel tragitto. L’equipaggio giusto è fondamentale per la buona riuscita, perché è in grado di stimolarmi sia mentalmente, sia in termini di supporto tecnico. Non occorrono particolari caratteristiche, in realtà per chi viaggia in camper, questa sarà sostanzialmente una vacanza per l’Europa.»

 

Fonte:

Autore: Nicoletta Brina