Sab11162024

Aggiornamento:07:55:22

Back Strada Riflessioni sui costi delle due ruote amatoriali

Riflessioni sui costi delle due ruote amatoriali

Vi proponiamo l'intervento di Pier Paolo Negri pubblicato da Udace1, il sito de Il Ciclismo Udace, che offre spunti di riflessione sull'attività amatoriale e i contributi che il Coni versa alla Federazione Ciclistica Italiana e agli Enti della Consulta. Il tutto al fine di informare i nostri lettori, che sono in grado di valutare, criticare o condividere quanto espresso di seguito.

Con sommo gaudio, si fa per dire perché saranno anche i nostri figli a pagarne le conseguenze, abbiamon appreso dagli organi di informazione che il debito pubblico del nostro Paese ha superato i duemila miliardi di euro. È una somma tanto imponente da rendere difficoltosa la sua espressione numerica. La difficoltà diviene impossibilità se anziché l’euro avessimo come riferimento la nostra vecchia e non dimenticata lira.
Da padri di famiglia, abituati a spendere quanto abbiamo in tasca, ci domandiamo perché non facciano altrettanto coloro che hanno in mano la borsa del nostro Paese. Le cosiddette entrate (tasse) dello Stato aumentano; le pensioni non aumentano e i servizi, anche quelli fondamentali, vengono ridotti: sempre da padri di famiglia pensiamo che la tasca profonda in cui mette le mani chi ci governa abbia un buco, e vien da chiedersi perché non ci si metta una toppa per impedire che le maggiori “entrate” vadano disperse.

Ancora dagli organi di informazione, quasi giornalmente, veniamo a sapere chi e come raccoglie quanto esce dal buco che sta in fondo alla borsa, che sono gli stessi che promettono di mettere la toppa ma che si guardano bene dall’attuare quanto hanno garantito, altrimenti non avrebbero di che vivere, e molto al di sopra della media di tutti noi, senza far fatica.
Chi scrive non si occupa di economia né questo è il giornale per scriverne, però anche da sportivi qualcosa si può dire, perché pur se si parla di briciole bisogna parlarne, per far capire a che punto di degrado sia giunto il nostro sistema. C’è una libera associazione che opera nello sport ciclistico autoalimentandosi, vale a dire senza utilizzare pubblico denaro ma avvalendosi, tirando la cinghia, dei contributi degli associati.
Questa associazione, nel 2009aveva 61.043 tesserati, intendendosi per tali i soli praticanti, come cicloamatori o cicloturisti, dello sport della bicicletta. Nel 2010 i tesserati sono stati 61.120 e 61.370 nel 2011.
L’associazione di cui si parla, o meglio le Associazioni Sportive Dilettantistiche alla stessa aderentinel 2009 hanno promosso 4.061 manifestazioniche hanno visto la partecipazione di 625.654 ciclistiNel 2010 le manifestazioni sono state 3835 e i partecipanti 595.812. Nel2011 le manifestazioni sono state 3.874 con 601.770 partecipanti.

L’associazione in questione, non essendo Ente di Promozione Sportiva, era ed è estranea al “potere costituito”, ed era trattata alla stregua di un paria, quindi con sprezzante noncuranza, da chi il potere l’aveva, vale a dire da chi istituzionalmente riceveva, e riceve, denaro pubblico per favorire le attività che altri, come si è visto, invece promuovevano senza ricevere alcunché dallo Stato.
Chi ci ha letto fin qui sarà preso da curiosità, nel senso che vorrà sapere quanto intascavano e intascano coloro che dovrebbero “farci correre“, anche se i dati che indicheremo, e che sono tratti dai bilanci del CONI, riguardano sia chi si dedica al ciclismo in modo esclusivo, come la Federazionesia gli Enti di promozione sportiva, che, oltre al ciclismo, trattano altri sport (il gioco delle carte, quello delle bocce, il calcio balilla, il ping pong e così via), che però sono accomunati da impegno e astio, certamente degni di miglior causa, per impedire che l’associazione di cui discorriamo promuovesse lo sport ciclistico, cioè l’attività per il cui svolgimento Federazione ed Enti sono pagati da tutti noi.

La Federazione Ciclistica Italiana, nel 2009, ha ricevuto contributi dal CONI, quindi soldi nostri, per euro 7.476.099,00 (circa 14,5 miliardi di lire); nel 2010 i contributi sono stati di euro 8.034.005; nel 2011 i contributi sono stati di euro 8.064.795,00 (circa 15,6 miliardi di lire).
L
UISP, che con la Federazione si è distinta nella crociata, nel 2009 ha ricevuto contributi per euro 2.296.093,00 (circa 4,5 miliardi di lire); nel 2010i contributi sono stati di euro 2.360.093,00 e, nel 2011i contributi ricevuti sono stati di euro 2.737.614,00, cioè circa 5,3 miliardi di lire.
L’ASI,
che con il proprio rappresentante nel mondo del ciclismo si esprime come se fosse un punto di riferimento essenziale per l’esistenza stessa del ciclismo amatoriale, nel 2009 ha ricevuto contributi per euro 1.389.297,00 (circa 2,7 miliardi di lire)nel 2010 i contributi ricevuti sono stati di euro 1.285.600,00 e quelli ricevuti nel 2011 sono stati di euro 1.412.290,00, pari a circa 2,7 miliardi di lire.
Ci sembra di commettere un’omissione nel non indicare i quattrini presi dallo C.S.A.IN., che nel 2009 ha ricevuto euro 1.166.481,00 (circa 2,2 miliardi di lire), nel 2010 euro 1.014.481,00 e nel 2011 euro 966.672,00, cioè circa 1,87 miliardi di lire.
Lungi da noi chiedere che fine abbiano fatto i soldi che la Federazione e i citati Enti hanno ricevuto, ci sarà qualcun altro che ha titolo per farlo, ma pensiamo di aver titolo per chiedere alla Federazione e ai predetti Enti, con esclusione dello C.S.A.IN., al quale potremmo invece chiedere quanto gli è costata la promozione delle attività sportive ciclistiche, documentando quanto riterrà di dire, quante manifestazioni hanno promosso per i cicloamatori e i cicloturisti e il numero di ciclisti che vi hanno partecipato.

Questi signori, cioè coloro che rappresentano Federazione ed Enti nel ciclismo amatoriale, non solo hanno cercato di impedire l’attività dell’associazione di cui discorriamo, ma hanno anche impedito ai suoi tesserati di partecipare alle loro manifestazioni, ripetendo una menzogna che rimaneva sempre tale, anche se ripetuta, perché la menzogna ripetuta non diventa verità, sostenendo che non erano assicurati.
Chi ama la storia sa che i documenti posseggono una verità che nessuno può nascondere per sempre, e chiunque può verificare che non solo i tesserati della predetta libera associazione erano assicurati a qualsiasi manifestazione ciclistica e da chiunque organizzata partecipassero, ma anche che le garanzie prestate a loro e alle A.S.D. di appartenenza erano e sono, da sempre, più complete di quelle prestate dagli assicuratori della Federazione e degli Enti di promozione sportiva.
Non è finita.
Poiché era evidente che la Federazione e i citati Enti, impedendo la partecipazione alle manifestazioni che organizzavano a coloro che avevano tutti i requisiti per praticare lo sport ciclistico, contraddicevano il loro impegno alla promozione sportiva, per la quale erano generosamente sovvenzionati anche con i soldi di chi veniva respinto dalle manifestazioni, hanno pensato bene, con la scusa della mancata assicurazione, di ammettere i “paria” alla manifestazione in quanto pagassero un supplemento “per la garanzia assicurativa”, che andava aggiunto alla quota di iscrizione.
Bene, chi scrive è a disposizione di chiunque per la partecipazione alle manifestazioni organizzate dalla Federazione o dagli Enti di promozione sportiva abbia pagato il supplemento per essere assicurato e durante la manifestazione abbia sofferto un infortunio rientrante nelle previsioni normative, perché è chiaro che l’assicurazione della Federazione o dell’Ente dovrà corrispondere l’eventuale indennizzo dovuto a termine di legge.
Se poi il supplemento richiesto avesse preso una destinazione diversa da quella istituzionale (l’assicuratore), il problema sarà della A.S.D. organizzatrice della manifestazione e dell’Ente a cui appartiene.

Un’ultima osservazione. Il cicloamatore che aderisce alla Federazione piuttosto che a un Ente di promozione sportiva non è che paghi il cartellino meno o molto meno di chi si tessera all’associazione di cui abbiamo parlato, o, prescindendo dal supplemento domandato (chi ci legge è libero di utilizzare termini più appropriati) per l’asserita mancanza di copertura assicurativa, paghi l’iscrizione a una manifestazione organizzata da Federazione o Enti meno di quanto paghi iscrivendosi a una manifestazione organizzata dall’associazione in discorso, quindi sono lecite tutte le domande che il cicloamatore o il cicloturista intende porsi con riguardo alla destinazione dei contributi, dei soldi di tutti noi, di cui si è scritto.

Pier Paolo Negri

P.S. È evidente che l’associazione innominata è l’UDACE, come è noto che le traversie descritte hanno riguardato le A.S.D. alla stessa affiliate e i relativi tesserati, dopo che nel 2012 l’UDACE ha ritenuto di aderire a un diverso Ente di riferimento.

 

Fonte: www.udace1.it