Dom01192025

Aggiornamento:03:07:26

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Georgia e Armenia in bici, pensando alla Birmania

“Ci ritroviamo infine sulla Via della Seta, che per noi è la via del ritorno: riprendiamo la strada per l’aeroporto, la mattina alle quattro, sognando già qualche altro volo nel tempo.” Il trio dell’avventura in sella già pensa alla  prossima: in Birmania. L’ultima deve peraltro ancora essere pienamente archiviata: sulle strade e sui sentieri della Georgia e dell’Armenia. A pedalare sono Daniele Cervellini, Andrea Meschini, Luca Ferretti: un recanatese (anche agonista  per i colori del lauretano Ragamon), uno jesino ed un romano con ascendenti marchigiano-maceratesi.

 

Tre amici che definiscono le loro peregrinazioni ciclistiche un po’ ‘strane’ (intendendosi per ‘strano’ tutto ciò che è legato alla sfida, alla natura vergine, all’inesplorato, al diverso e all’esotico). I nostri giramondo sulle due ruote (che hanno  all’attivo, in un ventennio, anche Patagonia, Islanda, Tunisia, Marocco, Santiago de Compostela, Fiandre……) si raccontano .

“Il progetto ha avuto la gestazione di un anno. In sintesi: trasferimento aereo Roma – Tbilisi, 14 tappe in bici per 796 km (più 70 in treno), dislivello massimo di tappa intorno ai 3.000 metri).”

Piuttosto lunga e complessa la preparazione. “Infine, si parte. Destinazione: repubbliche caucasiche di Georgia e Armenia. Dalle alte montagne che fanno da confine geografico con le fertili pianure della ‘grande madre Russia’ fino ai piccoli stati che anticipano l’Asia.” Obiettivi dichiarati: perdersi fra le montagne alla ricerca dei luoghi mistici e delle ‘architetture pazzesche’, sfiorare ‘confini inquieti’ (Cecenia, Ossezia, Azerbaijan), confrontarsi con alfabeti cirillici indecifrabili e lingue impossibili, trovare riparo di notte, reperire il cibo, domare il caldo e il freddo.

Prima tappa in bici: Tbilisi (capitale) - Telavi, (capoluogo di un’ampia e fertile vallata). Il secondo traguardo è posizionato a Lechuri, che permette di “godere della speciale ospitalità georgiana nella casa di Lukumi, fatta di semplici cibi contadini, di grande calore umano (nonostante le barriere linguistiche) e di tanto vino georgiano.” Si inizia a fare sul serio.

“L’asfalto finisce e la pista di montagna si arrampica in modo sempre più deciso verso l’Abano Pass a 2.926 metri. Aldilà c’è una regione che è al contempo un ritorno al passato remoto delle nostre montagne e l’esperimento più evoluto e sincero di agriturismo, in assenza di rete elettrica, utilizzando fonti energetiche rinnovabili.” E’ il godimento dell’anima: “Torri di guardia medioevali, case di pietra e legno, bambini sorridenti e curiosi danno calore alla nostra breve permanenza tra queste meravigliose montagne del Tusheti.”

Seconda fase del viaggio: Armenia. “Passiamo la frontiera con le bici cariche, timbri, visto e domande curiose delle guardie di frontiera. Ma noi siamo spinti da un infantile ideologia di scoperta. Non cerchiamo le ragioni delle divisioni, ma quelle del pensiero, mistico e forse astratto.” Tante le scoperte. “Eremitaggi rupestri, piccoli e grandi monasteri, nomi suggestivi ed emozionanti che sedimenteranno per sempre nella nostra memoria. Testimonianze reali, ricerca evidente dell’eternità della bellezza.”

 

Fonte: Umberto Martinelli