Le bici da cronometro sono indubbiamente molto belle esteticamente, dalle forme aggressive ed accattivanti, rivolte alla ricerca dell’aerodinamicità estrema che si esplica in linee uniformi e futuristiche, uniche nel suo genere. Ma inutile avere una bella bici, che ci guardano e ci invidiano tutti, con ruote lenticolari e alti profili da 90mm, protesi al top, cambio elettronico, ecc., ecc., se poi la nostra posizione su quella bici non è tale da poterci consentire di dare il meglio e spingere al massimo, trasmettendo a terra tutta la potenza che siamo capaci di esprimere dalle nostre gambe. Per fare una buona cronometro, conta sicuramente avere un mezzo all’altezza, ma conta anche e soprattutto che il “motore” (ossia il nostro corpo con le nostre gambe), sia posizionato al meglio su quel telaio. Ecco che in questa 2° puntata, il nostro Max Lelli, dopo averci illuminati lo scorso mese sulla scelta della bici da crono, ci dirà come dobbiamo essere posizionati su di essa.
ARRETRAMENTO e ALTEZZA SELLA: Max, come deve essere la posizione ideale della sella e qual è il suo giusto arretramento ed altezza?
"Sicuramente leggermente inclinata in basso sulla punta, il cosiddetto fuori bolla. Poi, come abbiamo detto nella puntata precedente, ogni volta dobbiamo considerare il tipo di percorso che andiamo a fare. Ad esempio, su quello completamente pianeggiante dobbiamo pedalare il più possibile sopra il movimento centrale, quindi con la sella molto avanzata, minimo di 4-5cm rispetto alla posizione normale. Se invece fossimo su un vallonato basteranno anche solo 2,5-3cm. Mentre bisogna stare attenti a copiare quella tendenza che nelle crono la sella va alzata di 2-3mm, perché quello che conta più di tutto è la fluidità della pedalata. Andando a variare quella che è la nostra normale posizione sulla bici da strada, potremmo perdere tale fluidità e non esprimere più il massimo della nostra performance. Nel ciclismo moderno, a differenza di quando correvo io, conta sempre di più la cadenza della pedalata, poiché è fondamentale per non indurire le gambe".
Quindi viene da se chiederti come deve essere la sella, ce ne sono di specifiche?
"Per le cronometro ci sono delle selle dedicate che hanno la punta più corta, proprio per facilitare quell’avanzamento del corpo sul movimento centrale che si diceva prima. Da quando nel mondo del professionismo è stata messa la regola della distanza minima (di 5cm ndr) tra movimento centrale e punta sella con il filo a piombo, le grandi aziende hanno cominciato a fare delle selle specifiche per la crono, evitando che le squadre segassero la punta delle selle tradizionali per poterla avanzare. Se non vi sono regole specifiche a cui è soggetta la crono che andiamo ad affrontare ed il percorso è completamente piatto, meglio portare il piombo a zero, ossia la posizione che ci consentirà di esprimere la potenza e quindi la spinta massima. Personalmente trovo molto comode quelle selle leggermente rialzate sulla parte posteriore, dove riesci ad appoggiarti meglio, tipo SMP per intenderci. Per coloro che sono più mingherlini, tengo a precisare di non preoccuparsi di aver scelto la bici sbagliata o di aver posizionato male la sella se quando provano ad andare oltre i 50kmh tendono a scivolare in avanti, in quanto è del tutto normale. Semplicemente perché quando non c’è peso si perde di potenza tendendo a scivolare in avanti. Ecco perché le crono sono, tendenzialmente, più adatte a coloro che pesano oltre i 70kg che a quelli sotto i 60kg. Come ben sappiamo, un ciclista di 58kg andrà sicuramente meglio in salita che a crono in confronto ad uno di 75kg, e viceversa, ossia la differenza tra scalatore e passista. Come molti si ricorderanno, un esempio lampante dello scivolamento in avanti lo si è visto a Contador in maglia gialla durante la crono di due anni fa al Tour de France. Non vi è dubbio che Specialized lo avesse posizionato perfettamente in bici, ma la sua leggerezza lo portava inevitabilmente a perdere potenza quando spingeva ad alte velocità".
A proposito di Tour de France, visto che ne hai fatti “solo” 14, oltre a 7 Giri d’Italia, so che ci tenevi a sottolineare qualcosa?
"Si esatto, ossia che dopo 16 anni da professionista, posso garantirti che di corridori posizionati in bici ne ho visti veramente tanti, stranieri ed italiani, e posso assicurarti che noi, in Italia, siamo molto bravi nel curare la posizione in bici in confronto ai corridori stranieri che, spesso e a mio modesto parere, non sono messi benissimo in bici. Questo è un merito che ci compete e di cui dobbiamo essere orgogliosi".
POSIZIONE delle BRACCIA sulle PROTESI: Quale deve essere la giusta postura e impugnatura delle protesi durante la crono?
"Nella scorsa puntata avevamo detto che, sicuramente, la tendenza è quella che porta ad utilizzare protesi dritte. Alcuni corridori le tengono addirittura rivolte verso il basso, per tagliare l’aria il più possibile, come se si dovesse “inforcare” l’aria, aprirla in due, per rendere più performante l’avanzamento. Lo scopo è quello di esasperare al limite del possibile la posizione chiusa, ovviamente tutto questo lo dico per la mia esperienza fatta in galleria del vento. Anche se dobbiamo considerare che se poi ti chiudi troppo è probabile che non riesci più a rendere al 100%. Quindi, per trovare il giusto compromesso si renderanno necessarie un po’ di prove. Ritorno di nuovo a ribadire il concetto che ci deve essere sempre e comunque un buon dislivello tra sella e manubrio (almeno 15cm), la schiena deve stare bassa o parallela al terreno il più possibile. Per far ciò avremo bisogno di una buona postura che potremo migliorare e raggiungere solo se ci prepareremo con un paio di mesi in anticipo dall’appuntamento con la nostra crono, che sicuramente non dovrà e non potrà mai essere improvvisata. Ecco che allora diventa importante fare molto stretching ed un buon allenamento un paio di mesi prima, ma di questo ne parleremo quando andremo a trattare la puntata dedicata alla preparazione ed all’allenamento specifico per la crono".
POSIZIONE della TESTA e CASCO: dove e cosa dobbiamo guardare mentre pedaliamo? E il ciclo computer dove lo mettiamo?
"Premetto che durante una cronometro è molto importante essere coordinato e concentrato al massimo, dobbiamo seguire una linea e cercare di andare a tutta per quello che ci consentono la nostra condizione e le nostre possibilità di quel giorno. Inutile guardare continuamente il contachilometri, poiché questo ci farà soltanto perdere concentrazione e secondi preziosi che, sommati tra loro, alla fine potranno fare una bella differenza. La causa è la coda del casco che abbassando la testa si alza, creando resistenza all’aria, ancora un esempio di ciò che è stato provato e testato in galleria del vento. Questa è una delle ragioni per cui alcuni costruttori hanno optato per dei caschi senza coda, vedi Sky con Wiggins all’ultimo Tour de France. Da ciò deriva il fatto che è meglio posizionare il nostro ciclocomputer in mezzo alle protesi, circa a metà della loro lunghezza, che non sulla pipa manubrio, che ci costringerebbe ad abbassare ancor di più la testa alzando troppo la coda del casco. Recentemente, alcune case hanno infatti sviluppato delle staffe di prolunga che consentono di posizionare il computerino anche oltre le protesi, senza però interferire con i manettini del cambio. Tutto a vantaggio dello sguardo che non ci costringerà più ad abbassare la testa alzando la coda del casco. Inoltre, ci tengo a sottolineare che nelle mie lezioni di bici, anche quando non si tratta di crono, ad esempio in quelle che faccio in collaborazione con Davide Cassani, non finisco mai di ricordare ai ciclisti che lo sguardo deve essere sempre lungo, e questo vale soprattutto nella crono. Ovviamente, la posizione ferma e statica ma aerodinamica, a lungo andare potrà arrecarci del dolore al collo, alle spalle, alle braccia ed avambracci, ecco perché diventa fondamentale lo stretching a cui accennavo prima. Infatti, devo dire che, se come italiani abbiamo molta cura e precisione nel badare alla posizione in bici, ne abbiamo un po’ meno rivolta alla pratica dello stretching prima di una gara, che purtroppo tendiamo a trascurare. Un merito che invece devo ammettere appartenere molto di più agli stranieri dai quali, sotto questo aspetto, forse, avremmo ancora qualcosa da imparare. E’ comunque vero che una crono, data la sua postura diversa da quella sulla bici da strada, necessiterà di un adattamento muscolare a questa specialità che dovrebbe essere affrontata da un granfondista che mediamente pratica già un minimo di 12-15.000 km all’anno. Non ci si può avvicinare alla crono così, a caso, ma ci vuole un po’ di esperienza alla base".
POSIZIONE della BORRACCIA: serve portarsela dietro? dove è meglio tenerla per farne un uso che non comprometta il nostro ritmo di pedalata?
"Serve portarla dietro se facciamo una crono di 20km o oltre. Altrimenti in un prologo di una decina di chilometri, potremmo anche farne a meno. E poi, a seconda della distanza, dobbiamo valutare quanta acqua metterci, per 20km direi mezza e non di più. Ci sono varie possibilità per posizionare la borraccia sulla bici da crono, oltre alla posizione classica nel triangolo del telaio, ossia dietro la sella o in mezzo alle protesi. Queste ultime due soluzioni sono usate di più nel triathlon, ossia adatte per le lunghe distanze, ma sono diverse tra di loro e, a parere mio, sconsigliate entrambe per le crono su strada. Quella di tenere la borraccia davanti tra le protesi, anche se l’uso della cannuccia consente di bere senza sfilarla, è una soluzione comoda ma non molto aerodinamica. Quella di posizionarla dietro è, all’opposto, molto scomoda, e richiede dei movimenti e delle contorsioni che, oltre ad essere rischiosi, fanno anche perdere aerodinamicità e tempo. Quindi, a mio parere, la soluzione migliore rimane quella delle borracce piatte o da 66mm di diametro (più piccole rispetto alle tradizionali e quindi più aerodinamiche) da posizionare sul tubo piantone e non su quello obliquo, in quanto su un telaio piccolo potrebbero risultare più difficili da estrarre".
Max Lelli
Marsiliana (GR) tel. 0564-60.99.20 / cell. 346-120.4150
www.maxlelli.com / Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Fonte:
Autore: Leonardo Olmi