Bellaria Igea Marina (Rimini) – “L'undici di luglio, alle ore due del pomeriggio, io varcavo finalmente, dall'alto della mia bicicletta, il vecchio dazio milanese di Porta Romana. La meta del mio viaggio era lontana: una borgata di pescatori sull'Adriatico, dove io ero atteso in una casetta sul mare: questa borgata supponiamo che sia non lungi dall'antico pineto di Cervia e che, per l'aere puro, abbia il nome di Bellaria” scrive Alfredo Panzini nel suo libro “La lanterna di Diogene” pubblicato nel 1907, in cui l’autore riporta le impressioni di un viaggio fatto in bicicletta da Milano a Bellaria.
Il titolo è tratto dalla nota storia del filosofo greco, il cinico Diogene di Sinope, vissuto poverissimo per "rendersi superiore a tutti i bisogni" e che andava girando con una lanterna in mano per cercare dove mai fosse l'uomo, quello veramente degno d'essere considerato tale. Domenica mattina da quella “borgata” di case di pescatori che si estendeva a sinistra della foce, oggi un comune di ventimila abitanti, prenderà il via un altro “viaggio” che si ripete annualmente da otto stagioni: la Gran Fondo Cicloturistica Mareterra Verdeblu.
Protagonisti un migliaio di ciclisti pronti a pedalare sui tre percorsi di gara proposti dagli organizzatori bellariesi. Il percorso corto di 64 chilometri, porterà i ciclisti a toccare le realtà paesaggistiche di Gatteo a Mare, Savignano sul Rubicone, Sogliano al Rubicone, Santarcangelo di Romagna e ritorno a Bellaria Igea Marina. I ciclisti che pedaleranno sul percorso medio, dopo aver toccato Sogliano al Rubicone raggiungeranno Strigara, Ponte Rosso, Massamanente, prima di chiudere la loro prova.
Ben 111 i chilometri da affrontare per i più arditi pedalatori che decideranno di vivere l’emozione della scalata del mitico “Barbotto” reso noto dalla Granfondo Nove Colli e Giro d’Italia, ma prima attraverseranno Savignano al Rubicone, culla del formaggio di fossa e Mercato Saraceno, un’importante luogo di mercato fin dall’antichità, che vanta oggi una fervida economia agricola e in particolare vitivinicola. Poi il ritorno a Bellaria Igea Marina per gustare il ricco pasta party. Insomma un’ indimenticabile pedalata che parte dal mare di Bellaria Igea Marina, per andare a toccare le verdeggianti colline del cesenate e far ritorno a Bellaria, solcando le “Strade dei Vini e dei sapori romagnoli”.
La carica dei 500 abbonati del Romagna Sprint Intanto sono oltre cinquecento gli abbonamenti sottoscritti al circuito Romagna Sprint – 4° Campionato Romagnolo Gran Fondo Cicloturistiche che si apre domenica a Bellaria Igea Marina, ove è in programma l’ 8° Gran Fondo Cicloturistica Mareterra Verdeblu – 6° Trofeo Ivan Pintabona, partenza alla francese dalle ore 07 alle 08,30 da Piazza Matteotti. Soddisfatto Dino Tamburini, coordinatore del circuito “Abbiamo superato i cinquecento bracciali da stampare per i nostri abbonati e questo non può che farci piacere, visto che registriamo un aumento in percentuale pari al 10% di abbonati rispetto alla scorsa edizione.
Tutto questo – sottolinea Tamburini – vuol dire che abbiamo lavorato bene e che gli appassionati hanno apprezzato la nostra attività organizzativa. Ma non dobbiamo fermarci, questo degli abbonamenti è un primo confronto con noi stessi, ma non un traguardo. Siamo soltanto agli inizi e l’opera del coordinamento del circuito ora lascia il proscenio alle quattro società organizzatrici delle prove che danno vita al campionato (Mareterra Bike Team, Ars et Robur, San Marco Cesena ed Ecology Team) e saranno soprattutto loro a dover lavorare per organizzare e proporre nel migliore dei modi le loro manifestazione”.
CT League 2011 La Gran Fondo Cicloturistica Mareterra Verdeblu è valida quale prima prova della CT League, la lega di gran fondo cicloturistiche che ha ricevuto il patrocinio del mensile specializzato Cicloturismo
Il formaggio di fossa è anche chiamato pecorino di fossa, cacio in fossa e Ambra di Talamello. Di seguito, ne analizziamo le principali caratteristiche attraverso una scheda tecnica:
Tipologia: formaggio da taglio.
Latte: di pecora pastorizzato ed in minor misura di latte di capra ed eventualmente di latte vaccino.
Contenuto di grassi e calorie: il formaggio di fossa contiene il 45% di grasso, ma ha un sapore talmente deciso da insaporire molti piatti con una quantità minima di calorie poiché ne bastano pochi grammi.
Provenienza: il formaggio di fossa viene prodotto in Emilia Romagna nelle città di Rimini e Forlì (Sogliano al Rubicone); in Umbria viene prodotto a Città di Castello, Gubbio, Scheggia, Pascelupo e Costacciaro ; nelle Marche viene prodotto nelle province di Pesaro (Talamello, Cartoceto).
Stagionalità: tutto l'anno.
Reperibilità: media.
Conservazione: in frigorifero a + 4, + 8 gradi.
Caratteristiche: il formaggio di fossa è un formaggio grasso, friabile, gustoso e dal profumo assai intenso ; il suo aroma richiama il profumo del sottobosco , del legno, del tartufo e del muschio; il suo sapore è caratteristico e particolare e passa dal dolce al piccante.
Storia: il formaggio di fossa è antico e particolare, tipico di Sogliano al Rubicone nel Forlinese e conosciuto fin dal XV secolo. Il suo nome deriva dal fatto che i contadini della regione usavano nasconderlo sotto terra, a quattro o cinque metri di profondità , in cavità tufacee, per salvarlo dalle scorrerie dei banditi.
Produzione: le forme di formaggio di fossa maturano per due o tre mesi all'aria aperta; poi, in agosto, vengono avvolte in teli bianchi, messe in una sacca, venti ? venticinque per volta, avvolte nel fieno e riposte in fosse di tufo a forma di fiaschi, profonde circa 3 metri per due di diametro, dove la temperatura si aggira intorno ai 20° C e vi è un grado di umidità dell' 80-90 %.
Prima di essere riempite, le fosse vengono pulite bruciando paglia e sterpi e poi rivestite di paglia e canne per favorire la sgocciolatura del siero ed evitare il contatto dei formaggi con le pareti della fossa. Dopo aver stivato i sacchi dei formaggi nelle fosse, queste vengono chiuse con coperchi di legno e, come vuole la tradizione, le forme di formaggio vengono chiuse nelle grotte per 90 giorni ad agosto e vi rimangono fino al 25 novembre , giorno di Santa Caterina.
In cucina: per meglio gustare il sapore del formaggio di fossa è preferibile portarlo per alcune ore a temperatura ambiente. Questo formaggio, gustato da solo, è davvero ottimo, ma in cucina è addirittura un vero e proprio jolly: l'abbinamento con il miele ne esalta il gusto ed è ottimo accompagnato sia dalla composta di frutta chiamata 'savor', una preparazione a base di mosto di uva cotto a lungo con vari tipi di frutta, sia con frutta fresca o secca. E' anche un condimento ideale per aggiungere sapore a pasta, risotti , gnocchi e ravioli e per i piatti al gratin e a base di verdure. Si accompagna con vino rosso abboccato, come Valpolicella o Bardolino.
Storia Secondo una leggenda la speciale lavorazione del formaggio di fossa sarebbe nata puramente per caso. Pare infatti che nel 1486 Alfonso d'Aragona, sconfitto dai Francesi, avesse ottenuto l'ospitalità di Girolamo Riario, signore di Forlì. Ma le risorse del forlivese non consentirono a lungo il sostentamento delle truppe, che presto cominciarono a depredare i contadini dei dintorni. Questi, per difendersi, presero l'abitudine di nascondere le provviste nelle fosse. A novembre, una volta partiti gli eserciti e finite le scorrerie, le dissotterrarono e scoprirono che il formaggio aveva cambiato le proprie caratteristiche organolettiche.
Sagre: a Cartoceto (PU), l'apertura della fossa avviene l'ultima domenica di Novembre, giornata di grande festa per il paese e per gli amanti di questo indimenticabile pecorino.
A Sogliano al Rubicone (FC) le fosse vengono aperte il giorno di Santa Caterina, il 25 novembre, giorno in cui le vie di questo paese si riempiono del fragrante odore del pecorino di fossa.
Il mitico Barbotto, 4,600 Km "terribili" con pendenza media del 7% (15% ultimo tratto) e punta massima del 18%
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