E' Hector Avancini a firmare l'edizione 2018 del Campionato del Mondo Marathon. Il brasiliano conquista la maglia iridata sulla lunga distanza, risolvendo la gara soltanto negli ultimi 250 metri: dopo 5 ore, 80 minuti e 29 secondi, l'outsider ha tagliato per primo il traguardo, lasciandosi alle spalle il 29enne austriaco Geysmaier. Terza piazza per il colombiano Leo Paez, che porta a casa il terzo bronzo mondiale XCM, dopo quelli di Kirchberg (2013) e Selva di Val Gardena (2015).
Quarto posto per Mathias Fluckinger, che nella volata finale anticipa l'azzurro Samuele Porro(+1'42''): una bellissima prova per l'atleta classe 1988, che lasciato il gruppetto di testa per tutto il corso della gara. Lo stesso vale per il compagno di squadra Juri Ragnoli: per più di metà prova, l'azzurro era pienamente in corsa per il podio. Scivolato in un momento cruciale della gara, però, ha perso la concentrazione iniziale e si è dovuto accontentare nella nona posizione, a 5'59''.
Nella Top 20 altri quattro azzurri: 15esimo Michele Casagrande, 18esimo Tony Longo, 19esimo Riccardo Chiarini e 20esimo Mattia Longa. E ancora: 23° posto per Johnny Cattaneo, 32° per Martino Tronconi, 33° per Francesco Failli, 38° per Stefano Failli, 38° per Stefano Dal Grande, 39° per Luca Ronchi e 45° per Cristiano Salerno.
Dopo 89 chilometri, e nonostante una caduta proprio nel finale, è ancora Annika Langvad a conquistare il titolo femminile. La danese si conferma regina della prova sulla lunga distanza, che ha vinto per ben 5 volte. L'ultima, proprio lo scorso anno in Germania, a Singen. Con il secondo posto di Christina Kollman l'Austria si porta a casa il secondo argento di giornata, staccata di 5'19''. Medaglia di bronzo, invece, per la polacca Maja Wloszczovaska, a ben dodici minuti dal primo gradino del podio. Bravissima la nostra Mara Fumagalli: l'azzurra se l'è giocata per più di metà gara, andando ad agguantare anche la quarta posizione ad un solo minuto dalla terza. A pochi chilometri dal termine della corsa ha però ceduto, andando poi a piazzarsi in quinta posizione, a pochi secondi dalla super Gunn-Rita Dhale.
Le altre azzurre: Elena Gaggoni chiude al 16° posto, seguita da Maria Cristina Nisi. 25esima invece Jessica Pellizzaro.
IL COMMENTO DEL CT - "Sono orgoglioso dei miei ragazzi" il commento di un soddisfatto Mirko Celestino. Che però ammette: "Durante la corsa ho sperato in un piazzamento migliore, sia al maschile che al femminile. Ma non posso recriminare nulla a nessuno: hanno dato tutti il massimo, si sono comportati tutti veramente bene. Porro e Ragnoli non hai mai lasciato la testa della gara, provando a giocarsela fino in fondo, e se Juri si è dovuto arrendere ad una brutta caduta, Samuele ci ha provato fino alla fine, perdendo in volata proprio negli ultimi metri. Sono comunque contento, perché li ho visti tutti più che determinati. Volevano fare una bella figura, correndo un mondiale in casa propria, ed hanno tirato fuori tutto il loro meglio". Al femminile, "peccato per Mara Fumagalli, credevo davvero che sarebbe arrivata sul podio. Ci abbiamo creduto parecchio, ma la tenuta di ritmo degli atleti XCO ha sorpreso tutti: i miei complimenti per questo, hanno meritato questo risultato".
Ufficio Comunicazione FCI
Sotto le spettacolari Tre Cime di Lavaredo ieri si sono decretati i nuovi Campioni del Mondo MTB Marathon: il brasiliano Henrique Avancini e la danese Annika Langvad.
Il 29enne Avancini, numero 38 nel ranking UCI, ha tagliato il traguardo dopo oltre 5 ore emozionanti che l’hanno visto sempre nel gruppo di testa. Sul podio anche l’austriaco Daniel Geismayr e il colombiano Hector Paez Leon, compagni di fuga di Avancini fin dal rifugio Auronzo a 2.318 metri di quota, esattamente dove il percorso rendeva omaggio alle Tre Cime di Lavaredo, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. I soli ad impensierire la leadership dei primi tre sono stati l’americano Howard Grotts, conquistatore del primo GPM sul Monte Agudo, e il campione europeo Alexey Medvedev, mentre la maglia iridata uscente, l’austriaco Alban Lakata, non è stato praticamente mai in gara. I migliori Azzurri sono stati Samuele Porro e Juri Ragnoli, giunti rispettivamente al 5° e 9° posto.
Avancini ha spiegato così il suo inaspettato successo: “Sapevo di essere in forma ma ero anche consapevole di essere un outsider. Per giocare al meglio le mie carte ho provato a rompere il ritmo per mettere in difficoltà gli specialisti delle marathon e penso di esserci riuscito. Arrivo da una stagione intensa nell'XCO ma non mi piace distinguere le discipline! Non ho preferenze: corro cross country, gare a tappe, eliminator e marathon quindi mi sento prima di tutto un biker e in questa stagione ho provato a dimostrarlo. Certo, non mi aspettavo di chiudere l’anno con un titolo mondiale”.
La gara femminile, che si è chiusa dopo 4’53’’, ha avuto invece un andamento completamente diverso. La danese 34enne Annika Langvad, campionessa del mondo uscente, ha condotto una strategia d’attacco fin dai primi strappi. Chilometro dopo chilometro ha continuato ad accumulare terreno sulle principali inseguitrici, l’austriaca Christina Kollmann-Forstener e la polacca Maja Wloszczowska, giunte seconda a 5’19’’ e terza a 12’13’’ al traguardo. Anche tra le donne, l’Italia ha chiuso al 5° posto di Mara Fumagalli mentre il totem norvegese, Gunn-Rita Dahle, si è congedata dalle gare ufficiali con uno splendido 4° posto.
Annika Langvad, dopo lo straordinario argento agli ultimi Mondiali di Cross-Country, ha commentato la sua gara: “È stata davvero dura, sicuramente la più selettiva cui abbia mai partecipato. Ho provato ad essere aggressiva fin dalla prima salita e mi sono stupita d’aver fatto subito il vuoto. Poiché mi sentivo bene ho tenuto il mio passo fino alla fine, riuscendo ad incrementare il distacco dalle inseguitrici”.
A descrivere la prestazione degli Azzurri è il CT della Nazionale Mirko Celestino: "Ammetto che avevamo altre aspettative, un mondiale in casa lo si vive sempre al top e ti aspetti sempre il massimo, ma questa è la mountain bike. I ragazzi si sono dimostrati all'altezza, abbiamo dei talenti in costante crescita e da questi risultati, non ottimali, partiamo per la rincorsa."