“Mi sono divertito alla grande, questa è la prova più tecnica del Trofeo dei Parchi Naturali, questa gara non fa per me, devo migliorare”. Questi i commenti dei bikers dopo la linea del traguardo, le diverse emozioni strappate a caldo dopo una gara dura, tecnica ed emozionante: la Marathon dei Monti Ausoni e Lago di Fondi.
La gara che non t’aspetti: roba da vera mountain bike.
Prima parte velocissima lungo le sponde del Lago di Fondi con gruppo compatto e polverone alto, degno della Cape Epic.
Chi è a ruota, mai come questa volta, è costretto a mangiare la polvere.
Gli scalatori più attenti restano nelle retrovie, a qualche metro dalla locomotiva di testa.
La gara non si decide qui, qui si può solo perdere facendo il gioco dei passisti più veloci.
A tirare il mucchio selvaggio è Matrisciano, l’atteso Marotta, suo compagno di team, è più indietro, insieme a Zanni.
Forse per un ottimo gioco di squadra!?In questa prima parte piatta e concitata, intorno al 15esimo chilometro, D’Amico piega la gabbia del cambio, compromettendo una gara in cui avrebbe potuto dire la sua.
Alla prima salita, terribile, 6 km al 9% di media, è Marotta a prendere le redini della gara, in compagnia di altri 3 bikers del percorso corto, che poco più avanti dirotteranno sul loro point to point.
La prima parte della prima salita è in asfalto ma gli ultimi 3 km in pietraia mettono in dura difficoltà gli atleti. Tocca galleggiare sulla sella, ma i più sono costretti a mettere piede a terra.
Quando i percorsi si dividono Marotta perde per un attimo la bussola e quando la rinviene è costretto a rincorrere. Al 40esimo è quarto dietro Zaccaria, Giorgini e Bossis.
Per rientrare spinge, cade tre volte, non si perde d’animo. Oggi è la sua giornata.
Alle sue spalle Fago vola nei single track dove occorre manico, D’Amico trova la pinza per ripristinare la gabbia e recupera fino alla quarta posizione.
Il piattone iniziale è ormai un vecchio miraggio, i single track, ora, non concedono un attimo di tregua, spesso è impossibile sorpassare sia in salita che in discesa. Chi alle spalle ha qualcosina in più è costretto ad aspettare, e non perdere, il varco giusto per guadagnare la posizione.
Si pedala sull’orlo della montagna, esposti ai raggi solari, ahinoi, in giornata di grazia. Impossibile perdere la concentrazione, i bikers non hanno una frazione di tempo nemmeno per ammirare lo spettacolo ai loro piedi: il mare azzurro e le isole Pontine.
Dietro i primissimi hanno un buon ritmo anche Pastena, Forlenza e Clemente, in lotta per i punti della generale del Trofeo dei Parchi Naturali, ormai agli sgoccioli.
Le emozioni son tante, un discesone veloce in cemento e poi ancora un single track nel bosco fitto per uno slalom speciale tra gli alberi, tutto da guidare.
Zaccaria in testa, sbaglia, questa volta è lui a dover inseguire.
Giorgini invece, secondo al termine della seconda salita ha problemi ed è costretto a salutare un meritato podio.
Il dislivello di “appena” 1900 metri di dislivello fa inaspettatamente male, le difficoltà tecniche la vincono sulle difficoltà altimetriche.
La terza salita, 5km al 9%, è la più dura e con le energie azzerate fa ancora più male. Ancor peggio la rampa finale in cemento, ai meno due dal traguardo, con pendenze al 22%.
Ma ormai è fatta. Un single track tra gli ulivi e poi arrivo.
Il copione finale recita: Marotta primo, Fiorini secondo a 2minuti e 57, Zaccaria terzo a 3minuti e 7secondi.
Prossimo appuntamento, il 26 Settembre a Colliano (SA), la Marathon Monti Eremita e Marzano, penultima prova di un sempre più avvincente Trofeo dei Parchi Naturali 2021.