Se n'è andato, nella sua casa di Cusano Milanino Ugo De Rosa, a 89 anni, l'uomo che ha contribuito, insieme a Nani Pinarello ed Ernesto Colnago a costruire il mito della 'specialissima' italiana, amata e apprezzata in tutto il mondo. E' stato uno degli esponenti maggiori della scuola dei telaisti italiani, scuola che ancora oggi (anche grazie al suo esempio) continua a regalare biciclette artigianali di pregevole fattura e punto di riferimento per gli appassionati di tutte le latitudini.
L'attività di De Rosa come costruttore iniziò nel 1953: 'Ero molto giovane - ha avuto modo di raccontare in una recente intervista - avevo circa 20 anni, quando ho venduto la mia prima bicicletta. Mi zio era meccanico di moto e, allora, i metodi di costruzione dei telai per moto e bici erano simili. Quindi ho imparato da lui, per poi proseguire da autodidatta..."
Il marchio è divenuto celebre negli anni '60 e '70 per la produzione di biciclette da corsa per le squadre professionistiche più in voga del tempo. E' stata la bicicletta di Eddy Merckx con la quale il campione belga ha colto il maggior numero di vittorie e di Francesco Moser, che vince tre Roubaix di seguito. Ad aprile, l’azienda De Rosa - adesso guidata dal figlio Cristiano - compirà 70 anni di vita e da pochi giorni patron Ugo era tornato a casa dopo un periodo di degenza in ospedale.
Alla signora Mariuccia, a Danilo, Cristiano e Doriano, alle nuore e ai nipoti della famiglia De Rosa vanno le più sentite condoglianze del mondo del ciclismo e della Federazione, se ne fa latore il presidente Cordiano Dagnoni a nome anche del Consiglio federale.
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