Alla vigilia della “Classicissima”, una delle gare più emozionanti e spettacolari del calendario internazionale, primo grande appuntamento nella stagione delle due ruote, la grande famiglia del ciclismo si è ritrovata a Milano per un’occasione speciale, una di quelle circostanze in cui lo sport riesce a “volare alto” facendosi portatore di messaggi e di iniziative davvero nobili. La “Fondazione Ambrogio Molteni” è stata ufficialmente presentata venerdì 22 marzo presso la Sala Buzzati, in casa RCS (la Gazzetta dello Sport è infatti “Media Partner” del progetto).
Una Fondazione che fin dai primi passi si distingue per l’obbiettivo a cui questo progetto si ispira: portare un aiuto concreto ad ex professionisti o giovani talenti del ciclismo in difficoltà perchè caduti in indigenza o rimasti vittime di infortuni invalidanti. A rendere possibile tutto questo, la famiglia Molteni, nel nome ed in memoria del padre Ambrogioche alla fine degli anni ’50 diede vita al primo vero squadrone internazionale del ciclismo, le cui oltre 600 vittorie fecero epoca per quasi vent’anni
Mario e Pierangela Molteni, figli dell’imprenditore brianzolo che inventò una maglia irripetibile color camoscio-blu indossata anche dal grande Eddy Merckx, ancora oggi ricercatissima dai collezionisti - si sono fatti guidare dalla volontà di restituire in qualche modo al ciclismo almeno parte del successo che il ciclismo diede a quel marchio (oggi non più sul mercato).
“In tutto lo sport non è raro incontrare storie molto amare di protagonisti a cui il destino ha girato le spalle. Noi vogliamo appunto ricordare nostro padre impegnandoci nell’attivare un circuito virtuoso che possa portare sollievo ai protagonisti meno fortunati del ciclismo”, hanno spiegato Mario e Pierangela Molteni in una serata bellissima, piena di emozioni e di ricordi, onorata dalla presenza di numerose autorità, personaggi e campioni del passato, primi tra tutti Eddy Merckx e il suo grande rivale Felice Gimondi.
Ottenuto il patrocinio della Federazione Ciclistica Italiana, il progetto – condiviso anche dalla Regione Lombardia – mira nel primo anno di attività a portare un concreto aiuto ad almeno due ex atleti, preferibilmente un uomo e una donna, che verranno prescelti da una commissione appositamente nominata dalla Fondazione, sulla base di segnalazioni pervenite da organizzazioni sportive e da singoli, sia in Italia che all’estero. I nomi dei primi beneficiari verranno resi noti entro la fine del 2019.
La gloriosa maglia Molteni, nella sua foggia tradizionale, costituirà il simbolo di questo impegno comune ed un segnale di particolare riconoscenza verso coloro i quali dimostreranno attenzione e generosità nel sostenere la causa della Fondazione Ambrogio Molteni. Le donazioni saranno possibili anche da parte di sportivi e appassionati che desiderino dare un pur piccolo contributo, attraverso il sito ufficiale della fondazione www.fondazionemolteni.org
UNA SQUADRA STRAORDINARIA
La Molteni è stata di fatto il primo grande team internazionale nel ciclismo professionistico del dopoguerra sia per la durata di permanenza del marchio sulle maglie dei corridori (18 anni, dal 1958 al 1976), sia per l’impressionante quantità di successi conquistati, ben 663.
Grazie alle stagioni da dominatore di Eddy Merckx – che ha indossato la maglia Molteni per sei anni, dal 1971 al 1976, conseguendo lui soltanto 246 vittorie – e di molti altri grandi campioni quali Rudy Altig, Gianni Motta, Michele Dancelli, Marino Basso, i colori della Molteni si sono imposti praticamente su ogni traguardo.
Complessivamente, nelle 18 stagioni di attività, 124 atleti hanno vestito la maglia Molteni, di cui 77 italiani.
Un sommario consuntivo parla di:
• 8 vittorie finali nei Grandi Giri (4 volte al Giro d’Italia, 3 al Tour de France e 1 alla Vuelta a España) con 102 successi di tappa;
• 23 campionati nazionali;
• 15 classiche “monumento” (3 Lombardia, 5 Milano-Sanremo, 5 Liegi-Bastogne-Liegi, 1 Parigi-Roubaix, 1 Giro delle Fiandre);
• 3 campionati del Mondo (Altig 1966, Merckx 1971 e 1974);
• 1 record dell’ora (Merckx 1972).
DA LONDRA A MILANO, LA MAGIA DI UNA MAGLIA
Rispolverare il marchio e l'immagine di Molteni - rimanendo fedeli alla grafica ed ai colori di allora - è stato funzionale a dare un senso storico all’impegno che la famiglia Molteni intende portare avanti nel ciclismo.
Dopo oltre quarant’anni, quasi per incanto il mitico marchio Molteni, è ricomparso nel ciclismo a Londra il 23 ottobre 2018. Alla Sei Giorni di Londra, due coppie di atleti hanno riportato alla memoria degli sportivi la mitica maglia color camoscio-blu che accompagnò le vittorie di tanti grandi campioni, e di uno (Eddy Merckx) più di tutti.
Si è trattato di un emozionante “revival” in un grande evento internazionale nel Paese che più di ogni altro nell’ultimo decennio si è imposto alla ribalta dello sport ciclistico. L’inizio di una nuova storia che stasera a Milano ha vissuto il suo primo atto ufficiale.
COME OPERERA’ LA FONDAZIONE
La famiglia Molteni si è assunta l’impegno di sostenere la Fondazione, assicurandole la piena operatività da subito e garantendo la copertura economica del progetto a prescindere dal volume e dall’entità dei contributi e delle donazioni che perverranno da soggetti terzi.
La creazione di un logo ufficiale e di un’immagine coordinata sono funzionali ad una serie di attività di comunicazione e di iniziative a cui la Fondazione darà vita non già per scopi autoreferenziali, bensì per valorizzare le finalità del progetto e produrre opportunità a vantaggio degli ex atleti che ne beneficeranno.
Generare attenzione e “reputation” intorno alla Fondazione risponde all’obbiettivo di creare uno spirito di forte solidarietà tra coloro che amano il ciclismo per portare un aiuto significativo a chi ne ha bisogno, determinando per quanto possibile una migliore qualità della vita delle persone che saranno prescelte come beneficiarie dell’impegno della Fondazione.
DA SUBITO AL FIANCO DELLA FONDAZIONE
La Federazione Ciclistica Italiana ha dato il proprio patrocinio alla Fondazione quale portatrice di un sentimento forte di solidarietà all’interno della famiglia del ciclismo italiano e internazionale, legando storie e protagonisti di epoche diverse.
La Regione Lombardia, con cui Il progetto della Fondazione Molteni è stato condiviso per i necessari passaggi formali, ha espresso apprezzamento per un’iniziativa di cui è protagonista una famiglia di imprenditori brianzoli che ha avuto, anche nel mondo del ciclismo, un ruolo di primaria importanza.
La Gazzetta dello Sport, ieri come oggi punto di riferimento del grande ciclismo, è media partner della Fondazione Ambrogio Molteni.
HANNO DETTO
Eddy Merckx: “La Molteni è la maglia a cui mi legano i ricordi più forti, un sodalizio che fin dal primo anno fu sfolgorante. Quando incontrai il signor Ambrogio, decisi di firmare all’istante e sicuramente fu una scelta indovinata, la squadra funzionava a mille, e Giorgio Albani ne era un regista perfetto.”
Felice Gimondi: “Nessuno più di me ha la maglia Molteni nella memoria, anche se non l’ho mai indossata: dovevo competere con Merckx e quei colori li avevo sempre davanti agli occhi, perché mi trovavo costantemente ad inseguire. Sono profondamente colpito da questa iniziativa, la Fondazione Molteni farà grandi cose esattamente come la squadra che fu”.
Gianni Motta: “La Molteni è stata la mia squadra nel senso più pieno del termine, qui ho cominciato la carriera professionistica, qui ho vinto il Giro d’Italia e il Lombardia. Al di là delle soddisfazioni e dei successi, era una squadra unica perché sembrava davvero una famiglia”.
Michele Dancelli: “La mia Sanremo è la gemma più preziosa che ho condiviso con la famiglia Molteni. Quando arrivo un’altra squadra offrendomi di più, io accettai mettendomi nei problemi perché avevo firmato due contratti. Ambrogio Molteni mi disse: vai pure, tanto poi tornerai con noi. E così è stato”.
Davide Cassani: “La maglia Molteni è quella del sogno, sono i colori di me bambino che mi innamoravo del ciclismo. Ogni volta che rivedo questa maglia ho un tuffo al cuore, ma questa Fondazione che nasce dimostra che il cuore grande è quello di una famiglia che ha dato tanto al ciclismo e continua a farlo”.
Roberta Guaineri (Assessore allo Sport Comune di Milano): “E’ molto milanese quello che la famiglia Molteni ha deciso di fare, un atto di grande generosità che dimostra quanto speciale sia tutto ciò che ha a che fare con la bici. Un simile progetto doveva per forza nasce a Milano, città che ama le due ruote come nessuna”.
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