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Mondiali Pista: Milan splendido argento, Ganna e Balsamo di bronzo

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Il terzo giorno di gare allo Stab Velodrome di Roubaix porta ancora medaglie all’Italia, anche se nessuna d’oro e, visto l’andazzo dei tempi, questa è la vera notizia.

Jonathan Milan si veste da “Ganna” e conquista una medaglia d’argento nell’inseguimento individuale. Filippo Ganna, quello vero, paga una partenza difficile alle qualificazioni e si (e ci) regala una medaglia di bronzo con una grande reazione d’orgoglio. Elisa Balsamo conclude con un bello sprint la corsa a punti dell’Omnium e sale sul terzo gradino, portando così il terzo metallo del giorno, il settimo complessivo della spedizione dopo i tre ori e l’argento dei giorni scorsi.

INSEGUIMENTO INDIVIDUALE - La reazione di Filippo Ganna è di quelle che rimangono negli occhi di chi ha avuto la fortuna di assistere. Dopo il black out (copywrite by Marco Villa, vedi più avanti) di questa mattina, il campione verbanese è sceso in pista per il terzo posto con una determinazione e cattiveria raramente viste su un tondino. In una finale mondiale, ancorché per il bronzo, difficilmente si è assistito ad una prova di forza simile, in grado di annichilire l’avversario, raggiunto dopo appena due chilometri:

“Volevo provare il record del mondo, per questo sono partito forte – dirà al termine – forse anche troppo. L’ho raggiunto prima del previsto sulla tabella di marcia. A quel punto ero contento per un bronzo «ritrovato» dopo la partenza di questa mattina e ho deciso di smettere.”

Ma prima di chiudere le trasmissioni e dedicarsi finalmente ad una meritata vacanza dopo una stagione lunga ed intensa, Filippo concede gli onori al nuovo campione del mondo, lo statunitense Lambie“Ashton inseguiva (è proprio il caso di dirlo, ndr) questo risultato da tempo. Si merita il titolo mondiale e i complimenti di tutti noi, come se li merita anche Jonathan… ha un grande futuro.”

Si perché se l’Italia dell’inseguimento un po’ è dispiaciuta per la discesa dal trono di Top Ganna, si rallegra per la medaglia d’argento di Jonathan Milan, 21anni e già campione europeo. A distanza di pochi giorni arriva anche il titolo di vice campione del mondo. Quando scende dalla bici è esausto e fatica anche a raccontare la gara: “Ho provato a mettere in difficoltà Ashton. Sono partito forte per provare a minare le sue certezze. Forse ho pagato per questo, o forse è questa stagione veramente lunga che alla fine si è fatta sentire. Ma non posso proprio recriminare: ieri la maglia iridata, oggi questo argento… e poi c’è il titolo olimpico. Insomma che stagione!”. Per lui 4'06"149 in finale, leggermente peggio del 4'05"785 della mattina.

OMNIUM DONNE - Una stagione lunga e ricca di soddisfazioni anche quella di Elisa Balsamo, che regala la terza medaglia di questa giornata, un bronzo nell’Omnium: "Per me era importante tornare in pista dopo la caduta delle Olimpiadi. Non è facile per un atleta dimenticare le cadute. Dopo di allora mi sono concentrata come meglio ho potuto sulla strada (ed è arrivato un titolo mondiale, ndr), ma era importante tornare anche a girare su un tondino. Oggi ho dimostrato a me stessa che quell'episodio è ormai alle spalle. Ci tenevo ad una medaglia in questa specialità. È una disciplina che mi piace. Siamo alla fine di una stagione lunga e faticosa.. va bene così.".

La gara della Balsamo è un concentrato di sostanza e regolarità. Sesta nello scratch, quinta nella tempo race, sale i vertici della classifica con il secondo posto nell’eliminazione. Quando parte la corsa a punti finale è seconda alle spalle della Archibald che, dopo aver dominato le prime tre prove, non lascia spazio neanche nell’ultima. L’azzurra difende la posizione guardandosi dalla francese Copponi e dall’americana Valente. Nulla può contro i due giri conquistati dalla belga Kopecky, che gli soffia così il secondo posto.

 

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CORSA A PUNTI – Gara come sempre di difficile interpretazione e un campione del mondo, il francese Thomas, che si dimostra ancora una volta il miglior interprete. Michele Scarezzini è ottavo, ma bisogna ricordare che alcune decisioni poco chiare della giuria hanno privato l’azzurro (come altri corridori) di punti e un giro guadagnato: “Peccato – dice con filosofia l’azzurro – avremmo potuto raccontare un altro risultato. Mi sono sentito impacciato all’inizio, poi a metà gara ho trovato il ritmo e mi sentivo veramente bene.”

LA GARE DELLA MATTINA - Qualificazioni inseguimento. Manlio Moro, 19 anni, chiude al settimo posto: “4’10”509 per un ragazzo di 19 anni – commenta Marco Villa –, su una pista difficile come questa è veramente tanta roba. Si è migliorato rispetto al tempo fatto agli Europei, qualche giorno fa, su una pista decisamente più scorrevole di questa. Dicevamo nei giorni scorsi che avrebbe meritato un posto nel nostro quartetto.. oggi ne abbiamo avuto la conferma.”

"Sono veramente contento - dice l'azzurro - sia del risultato che dei complimenti del tecnico. Rispetto all'Europeo mi sono migliorato di 3" e la pista mi sembra meno scorrevole di quella di Grenchen. Per me era importante mostrare questi progressi. E' tutta esperienza."

Le qualificazioni dell’inseguimento regalano una sorpresa: Jonathan Milan supera Filippo Ganna e vola nella finale per l’oro contro lo statunitense Lambie (miglior tempo per lui). Il friulano corre in 4’05”785; il pluricampione del mondo in 4’06”402 dopo una partenza da dimenticare e una rimonta che si ferma al terzo tempo, che gli vale la finale per il bronzo. C’è comprensibile delusione sul volto del campione una volta sceso dalla bici. Marco Villa spiega: “E’ entrato in gara praticamente dopo i 2000 metri, finendo in crescendo, ma i 30 secondi iniziali di black out hanno bruciato tutto”. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda Milan. “Jonathan ha commesso forse l’errore inverso a quello di Filippo: è partito troppo veloce, sui tempi del quartetto e non dell’individuale..”.

KM DA FERMO - Davide Boscaro per qualche minuto ha cullato la speranza di entrare tra i migliori otto del Km da fermo e correre così la finale del pomeriggio. Il sogno sfuma all’ultima manche delle qualificazioni. Il suo tempo, 1'01"281 gli vale la nona piazza. Il tempo di smaltire la delusione per poi analizzare la prova con un’altra ottica: “Il mio obiettivo a questi mondiali era quello di migliorarmi. La pista non aiutava e nonostante tutto, alla mia prima esperienza, ho chiuso tra i primi dieci. La disciplina mi piace, sicuramente ci proverò ancora.”

Elia Viviani sarà impegnato nell’Omnium. Dopo il terzo posto di Tokyo e l’esordio di questi mondiali con un nono posto nello scratch, il campione veronese torna nella disciplina su pista che gli ha regalato le maggiori soddisfazioni. Nei giorni precedenti ha dichiarato: “Tokyo mi ha fatto capire che sono ancora competitivo. Adesso si tratta di lavorare con pazienza sulla pista per tornare al massimo…”. Quello di Roubaix è il primo passo verso Parigi.

Torna in pista anche Letizia Paternoster, in compagnia di Rachele Barbieri nella Madison. La campionessa del mondo scratch 2017 aspetta questa prova per stilare un bilancio della stagione già adesso positivo: “Il bronzo nell’Omnium agli Europei e i risultati dell’anno mi danno coraggio e mi fanno capire che finalmente ho messo dietro le spalle un periodo poco felice. Dopo i mondiali mi attende un breve riposo e poi non vedo l’ora di tornare a gareggiare con la mia nuova squadra. Sono motivata e spero proprio di far bene già domani. Letizia sarà sicuramente galvanizzata dal titolo mondiale…”

Martina Alzini correrà l’inseguimento. Ieri era una delle meno contente della medaglia d’argento, ma la notte gli ha fatto vedere le cose con un’altra prospettiva: “Quando sei in finale vuoi sempre vincere. Al termine vedevo tutto nero. Poi mi sono resa conto che l’argento è già di per se in risultato storico e questo mi infonde una grande carica anche per la gara di domani. So che ci sono le migliori ma io voglio onorare questa medaglia e darò il massimo.”

Antonio Ungaro