Non sarà una stagione come le altre quella del settore paralimpico della Federazione Ciclistica Italiana. Per la prima volta la conduzione tecnica della Nazionale viene divisa tra strada e pista, anche se i due settori continueranno a collaborare in modo stretto. Per questo compito sono stati chiamati due tecnici che hanno una lunga storia alle spalle nel settore, Pierpaolo Addesi, per la strada, e Silvano Perusini, per la pista. ‘Il Consiglio federale ha diviso il compito che fino allo scorso anno veniva ricoperto da un singolo tecnico – precisa Perusini – ma la nostra collaborazione è totale, perché lavoriamo di fatto con uno stesso gruppo di atleti, salvo qualche singola eccezione. Per questo motivo nell’organizzazione generale io ricopro il ruolo anche di collaboratore tecnico della strada e Pierpaolo quello di collaboratore tecnico della pista.’
Proprio la pista è il settore del comparto paralimpico che, stante i risultati degli ultimi anni, necessita di una maggiore spinta. ‘Alle paralimpiadi – spiega Perusini – il settore mette a disposizione 5 medaglie (2 per genere più una mista): corretto lavorare per riuscire ad essere protagonisti anche sul tondino.’ Per farlo il tecnico friulano ha predisposto un programma di lavoro che non riguarda solo i raduni programmati fino a marzo presso il velodromo di Montichiari (due week end al mese oltre ad una settimana a metà marzo), ma che prevede anche il coinvolgimento delle società che operano nel settore e una fase di reclutamento. ‘Dobbiamo portare il maggior numero di atleti e paratleti sulla pista, attraverso il lavoro con le società e con il contributo del CIP, che può attivare una rete capillare su tutto il territorio nazionale’.
Un’esigenza anche di Pierpaolo Addesi, tecnico della strada: ‘Faccio parte della Nazionale paralimpica da 19 anni (17 da atleta e 2 da tecnico). Ho vissuto gli anni del boom, con una crescita di atleti e risultati, direi fino al 2016. Poi pian piano, per ragioni anagrafiche e naturali scelte personali, il numero degli azzurri si è ridotto. Quando sono arrivato alla guida della Nazionale mi sono reso conto che il primo passo, per certi versi decisivo per continuare ad ottenere i risultati che ci hanno reso un punto di riferimento a livello mondiale, è quello di far crescere il gruppo. Prima di partire abbiamo fatto un’analisi dei bisogni e delle realtà nelle quali eravamo più carenti..’
Così l’attenzione dello staff delle Nazionali (sia strada che pista) si è concentrato sui tandem, disciplina che mette a disposizione diverse medaglie sia ai mondiali che alle paralimpiadi. Continua Perusini: ‘Formare una coppia competitiva, soprattutto in pista, non è un’operazione facile. Da una parte bisogna lavorare sull’aspetto tecnico, individuando le coppie e le discipline che più si adattano ad esse. Dall’altra parte bisogna lavorare sull’aspetto umano, perché una guida e un paratleta si ‘formano’ anche fuori dal campo gara, nella fiducia reciproca e nell’intesa che nasce tra loro.’
Aggiunge Addesi: ‘Da questo punto di vista è fondamentale il ruolo della guida: un atleta che abbia anche grandi qualità umane. La collaborazione con i tecnici delle altre Nazionali della Federazione ci ha permesso di conoscere e integrare nel gruppo persone di grande spessore, come Paolo Simeon, Davide Plebani, Alice Gasperini, Elena Bissolati, Francesco Ceci… insomma di atleti di prima grandezza che hanno sposato questo progetto con profonda convinzione e tanto entusiasmo.’
PROGRAMMAZIONE - Per quanto riguarda il gruppo pista, fermo restando la necessità di allargare il gruppo e di far crescere l’attività anche in Italia (lo scorso anno si sono svolti i campionati italiani di pista paralimpica, la speranza è che quanto prima si possano organizzare anche altre manifestazioni), il gruppo guidato da Perusini svolgerà raduni periodici a Montichiari fino a metà marzo. Poi ci sarà uno stop nei mesi di aprile e maggio, per dare la possibilità ai paratleti di concentrarsi sulle prove internazionali strada: ‘Torneremo a radunarci su pista nei mesi di giugno e luglio, per una fase di preparazione in ottica mondiale. Il nostro vero unico obiettivo della stagione, infatti, saranno i mondiali di Glasgow, per l’occasione insieme alla Nazionale pista di Marco Villa. Sarà un’esperienza sicuramente entusiasmante, nella quale vogliamo svolgere un ruolo da protagonisti.’
La strada avrà un percorso più complesso, avendo un numero maggiori di eventi. Addesi: ‘Questi primi raduni (quello svolto a Francavilla e i prossimi di fine febbraio e fine marzo) servono per provare nuovi atleti. Infatti non sto cercando di avvicinare al nostro sport solo tandem, ma anche diversi ciclisti (per chiarire, coloro che fanno riferimento alle categorie C, ndr). La difficoltà, da questo punto di vista, è riuscire a convincere molti ragazzi a mettersi in gioco, a superare quella naturale e umana resistenza che si ha quando bisogna misurarsi con gli altri e con se stessi. Vale per tutti ma soprattutto per chi pensa di non essere in grado di fare certe cose. Il mio tentativo, da qui ad aprile, sarà proprio quello di trovare nuovi ‘talenti’. Dopo inizia la fase di selezione che passa inevitabilmente per la Coppa del Mondo di Maniago, alla quale possono partecipare anche le singole società, e per i Campionati italiani. L’impegno della Nazionale strada proseguirà quindi con la Coppa del Mondo in Belgio e poi, a fine maggio, negli USA. I Mondiali e gli Europei, ad agosto, chiuderanno la stagione.’
Una stagione intensa che costringerà in alcuni casi gli atleti e lo staff della Nazionale a trasferte impegnative: ‘Il regolamento di quest’anno prevede che, ai fini della qualificazione alle Paralimpiadi, valgono i punti dei primi tre atleti del ranking mondiale per ogni categoria. Questo ci costringe a partecipare con il maggior numero di atleti e possibilmente a tutte le prove. Organizzare una trasferta per un gruppo paralimpico è un impegno gravoso, che il nostro staff assolve con massima attenzione. Per dare un’idea basti dire che pochi alberghi, nel mondo, hanno più di due stanze in grado di ospitare persone con una mobilità ridotta. Eppure in ogni nostra trasferta noi dobbiamo spostarci con circa una ventina di atleti in questa condizione. E’ nostra cura, per ogn’una di esse, prendere visione prima della logistica, per mettere le condizioni gli Azzurri di poter dedicare le loro forze solo alle gare. Gli atleti della Nazionale paralimpica sono campioni, che se messi nelle migliori condizioni, sono in grado anche quest’anno di assicurare un grande bottino di medaglie allo sport italiano. Il compito del nostro staff e agevolare questo loro talento e devo ringraziare la Federazione e tutti i tecnici delle Nazionali per la completa disponibilità, di risorse, consigli e suggerimenti che ci hanno fornito.’
Antonio Ungaro
Nella foto: Pierpaolo Addesi (a sinistra) e Silvano Perusini (a destra) con Angelo Chiloiro, massaggiastore e osteopata.