Tornata alle gare dopo la caduta di Tabor nella Repubblica Ceca e i relativi problemi al ginocchio, Eva Lechner si è ben destreggiata ad Anversa nella sesta prova del Superprestige dove è riuscita a centrare la top ten concludendo al 10° posto.
“Potevo anche entrare nelle prime cinque dell’ordine di arrivo - racconta la campionessa italiana della Star Casinò -. Sono partita male a causa di una caduta della concorrente che mi stava davanti alla partenza, ho dovuto frenare per evitare di cadere a mia volta e ho perso tantissime posizioni. Sono quindi entrata nel tratto fuoristrada abbastanza indietro e non nascondo di aver avuto anche un po’ paura dopo quello che era successo a Tabor. Invece sono riuscita a prendere il mio ritmo a metà primo giro, ho recuperato tante posizioni e non ero molto lontana dalle prime cinque, per questo penso che senza l’inconveniente iniziale avrei potuto lottare per le prime posizioni. C’erano anche le condizioni ideali: cielo coperto ma senza pioggia e non faceva freddo, aveva piovuto molto nei giorni precedenti alla gara e così c’era tanto fango e il percorso era divertente, quello che a me piace”.
E i problemi al ginocchio?
“Mi sono quasi del tutto ristabilita, prima della gara a freddo sentivo il dolore e anche dopo la gara era la stessa cosa, ma a caldo in corsa tutto andava bene”.
Archiviato il Superprestige si pensa alla Coppa del Mondo in programma domenica 20 dicembre a Namur per la seconda tappa della Coppa del Mondo di ciclocross. Il tracciato belga strizza l’occhio alla bolzanina allenata da Luca Bramati: in carriera ha ottenuto tre podi sempre in CDM: 3° posto nel 2017, 2° posto nel 2016 e 3° nel 2015.
“E’ la mia gara preferita in assoluto - conferma la pluricampionessa della Star Casinò -, il percorso è stile mountain bike: lento, c’è sempre fango, bisogna stare attenti ai sassi nascosti sotto, e c’è un pezzo da fare con la bici in spalla. Tracciato duro come piace a me! Ho fatto belle gare a Namur, ricordo un secondo posto dopo ben due forature! L’unico problema è vedere se parto tanto indietro, dipende dalle scelte dell’UCI per le griglie di partenza: se usano quella decisa a inizio stagione parto in seconda fila e quindi va bene, se usano la classifica di Coppa, visto quello che mi è accaduto a Tabor, parto in quarta fila e di conseguenza diventa difficilissimo poi ritornare davanti”.