Da Tregenda. Definizione calzante dell’atmosfera respirata oggi al Parco del Rivellino di Osoppo per la quinta tappa del Giro d’Italia Ciclocross. Secondo il dizionario è “tempesta che si scatena con grande violenza e lampi terrificanti”, esattamente quello che si è visto in casa del Jam’s Bike Team Buja, blasonato team che con il supporto dell’ASD Romano Scotti ha messo su la tredicesima edizione della gara dedicata alla memoria di Jonathan Tabotta. Dal cielo è venuto giù tutto quello che il Giro d’Italia Ciclocross numero undici ha atteso sin dalla prima tappa, ovvero quell’acqua che, impastata con la terra dallo scorrere delle ruote tassellate, produce un amalgama chiamato fango, l’ingrediente fondamentale per ogni delizia a base di ciclocross sotto l’egida della Federazione Ciclistica Italiana.
Con l’acqua dal cielo e un piacevole fango sotto le ruote sono cambiati tutti, o quasi, i valori in campo, con molte sorprese e poche conferme in uno scenario allestito a tempio del ciclocross anche nei minimi particolari (birra a fiumi e fumi di arrosti alla brace). Qui al parco del Rivellino ogni colpo di pedale è stato diverso dal precedente e la tecnica ha avuto la meglio sulla velocità, un valore ampiamente testato nelle tappe precedenti. Se alla pioggia si aggiunge il vento, che come frequenti schiaffi ha sferzato i volti dei corridori si pone la ciliegina sulla torta di una giornata riuscita davvero bene, grazie anche alla sinergia e all’amicizia fraterna tra gli organizzatori. Il colmo? Nessuno (forse tranne qualche sconfitto) è tornato a casa deluso. È lo spirito del ciclocross, che porta a gradire, talvolta a sperare, anche le condizioni che per chiunque altro sarebbero semplicemente estreme.
«È stata una giornata da incorniciare – sintetizza Sergio Scotti, vice presidente dell’ASD Romano Scotti – oggi sono stati tutti straordinari, ma una menzione speciale la meritano tutti i volontari della Jam’s Bike Team Buja e Romano Scotti che sono intervenuti più volte sul percorso per le riparazioni necessarie dovute all’acqua, al vento e agli errori degli atleti. Poi chapeau allo speaker Moreno Martin e alla giuria, riuscendo entrambi e lavorare in condizioni davvero al limite, sia per l’acqua che per la difficoltà di riconoscere gli atleti. L’uno ha tenuto viva ed energica la cronaca della corsa, gli altri, giovani e rampanti, hanno sciolto anche le situazioni più intricate. Encomiabili».
Come fiume in piena sono scivolate via ben 7 partenze, che sommate ai giovanissimi dello short track hanno visto in attività più di 600 crossisti, costringendo persino il DOF Fausto Scotti, con l’avvallo dei giudici della Federciclismo, a sdoppiare la corsa degli allievi e delle esordienti, proponendo una partenza tutta al femminile per le ragazze dai 13 ai 16 anni. Giunti al traguardo come maschere di terra, talvolta irriconoscibili, molti di essi hanno visto nel fango anche una metamorfosi delle maglie di leader. Com’è andata? Scopriamolo insieme!
La cronaca di tutte le 7 gare di giornata - CLASSIFICHE
UN SOGNO CHE SI AVVERA: COMINELLI IN ROSA (Uomini Open) – Aveva detto che era il suo sogno: tornare a vestire la maglia rosa al Giro d’Italia Ciclocross. Proprio lui, che è un veterano del GIC e che nel lontano 2008, alla prima edizione, aveva indossato la bianca di miglior giovane. Cristian Cominelli (Cycling Cafè) sotto il diluvio più copioso di giornata ha portato a casa tappa (la terza consecutiva, tutto il Trittico del Nord è stato suo) e maglia. Se l’è dovuta vedere in primis con un agguerrito Filippo Fontana (CS Carabinieri), che anche questa volta ha provato a lungo ad andar via in solitaria senza però concretizzare un ottimo stato di forma, dovendosi arrendere in volata alla tenacia dell’esperto bresciano. Terzo è giunto Nicolas Samparisi (KTM Alchemist Selle SMP Dama) e quarto un bravissimo bujese Davide Toneatti (DP 66 GIANT SMP) al primo anno tra gli Under 23. Cominciamo dalla fine per raccontare 55 minuti di una corsa intensa, molto equilibrata e mai scontata. Non si pensi, per esempio, che la maglia rosa uscente Stefano Capponi (Pro Bike Riding Team) abbia mollato: dietro il suo sesto posto si cela una resistenza stoica fino all’ultimo metro, così come lo stesso può dirsi di Federico Ceolin, che per sei punti cede la maglia bianca di miglior giovane al pimpante alfiere della Benemerita Filippo Fontana. Si è rivisto far capolino tra i primi 5 l’esperto Marco Ponta. Su tutti loro, partiti in 50, il cielo non è stato mai clemente, ma ha contribuito alla costruzione di una giornata indimenticabile.
«Davvero non mi aspettavo di prendere la maglia rosa già oggi, per la prima volta dopo tanti anni riesco a vestirla. Spero di mantenerla sino all’ultima tappa, ormai ne manca solo una – spiega un radioso Cominelli a rincorsa terminata - La prima uscita sul fango mi ha fatto faticare non poco specialmente all’inizio, ho avuto un problema a metà gara e ho dovuto anche cambiare bici e ho ripreso Filippo solo all’ultimo giro, giocandocela nel finale. È u periodo davvero bello, mi gira tutto bene. Questa maglia rosa la dedico alla famiglia, che ogni domenica è qui, con qualsiasi geografia e condizione atmosferica, a mia moglie Chiara e al piccoletto Bryan. E poi alla squadra, so che questa maglia per loro vale tanto».
Questa vittoria la insegue da tanto, ma non arriva: «Trovo sempre quello più forte di me, anche oggi è andata bene, mi divertivo sul percorso, ma è stata dura – spiega il Carabiniere Fontana - All’ultimo giro quando ho visto Cominelli rientrare ho provato a staccarlo, conoscendomi battuto in volata, ma non ci sono riuscito. So che sto andando forte e mi sento bene. Non mi aspettavo la maglia bianca, saltando le prime sue tappe. È una bella soddisfazione e cercherò di portarla sino alla fine».
BLACK OUT CASASOLA, BRILLA LA BARONI (Donne Open) – I riflettori erano tutti puntati sulla ragazza di Majano, la maglia rosa Sara Casasola, che a due passi da casa sua ambiva a dare spettacolo sul fango. Se non fosse che si son messi di traverso alcuni guai fisici, che l’hanno costretta prima a mettere il piede a terra e poi ad abbandonare la corsa già al secondo giro. Il tutto è capitato nel giorno di grazia di Francesca Baroni, che ha tirato fuori tutte le sue doti di equilibrista per danzare elegantemente sul fango e portare la stella Guerciotti al trionfo sul traguardo di Osoppo. Promessa mantenuta: a Cantoira aveva detto che l’avrebbe ripresa presto e Francesca Baroni, toscana di Viareggio, è una che la parola la mantiene, specialmente il giorno prima del suo compleanno: «É stata una grande emozione riuscire a riconquistare la maglia, sono molto contenta della gara, oggi è stato vero ciclocross, con questa giornata piena di pioggia e fango è venuto tutto da sé. Mi dispiace per Sara, non so cosa le sia successo – ammette con la grande sportività che la contraddistingue – sicuramente una gara combattuta sarebbe stata più bella. Mi dispiace per lei e spero che si riprenda il prima possibile (tranquilli, a fine giornata Sara stava già molto meglio, ndr) sono contenta anche perché domani è il mio compleanno e mi sono fatta un bel regalino».. Alle sue spalle non c’è stata storia, ma una menzione d’onore la merita tutta Anna Oberparleiter, che a 1’10” fa suo un argento dal sapore eroico, così come Alessia Bulleri (Merida Italia Team) che torna sul terzo gradino del podio. Podio che per la prima volta ha visto scendervi Gaia Realini (Vallerbike), quarta dopo una gara grintosa come sempre. Anna Oberparleiter, maestra di sci, oggi quasi sciava sul fango: «Oggi sono partita molto più motivata perché adoro queste condizioni. Oggi era scivoloso, specialmente sulle contropendenze mi sono divertita tantissimo, non si sapeva mai se si riusciva a restare in piedi. E in curva cercavo di andare dove non mettevano le ruote le altre. Ero davvero a mio agio».
Tra le juniores si sblocca finalmente Letizia Brufani (Folcarelli Race Mountain), la migliore di tutti, ma ancor più fa festa Nicole Pesse (DP 66 Giant SMP) che torna a vestire la maglia bianca. Menzione d’onore per la locale Asia Zontone (Jam’s Bike Team Buja), quinta al traguardo. «L’avevo persa la scorsa tappa e oggi avevo voglia di riprenderla a tutti i costi - festeggia la maglia bianca Pesse – aspettavo questo clima ormai da un mese, sono partita bene e ho retto bene anche a un piccolo incidente. Poi nel finale grazi a tutti i miei compagni di squadra sono riuscita a ritrovare le forze e correre per la maglia bianca. Un grazie in particolare a Daniele per la fiducia che sta riversando in me».
LA PRIMA VITTORIA DI KEVIN PEZZO ROSOLA (Uomini juniores) – Avete presente i copioni delle scorse gare? Bene, dimenticateli, fateli a pezzetti, mescolateli con bel buon fango di Osoppo e otterrete tutt’un’altra storia. Se si è in cerca di colpi di scena allora la quinta tappa del Giro d’Italia Ciclocross è proprio quello che fa d’uopo. Se il primo giro vedeva in testa i “soliti” De Pretto, Agostinacchio, Capra e un attivissimo Calligaro, già al secondo passaggio un tubolare malconcio ha messo fuori gioco la maglia rosa, costringendo Agostinacchio a una lunghissima corsa a piedi vero i box (molto lontani dal punto della rottura). Il tutto mentre nel frattempo rinvenivano sempre più veementi sia Kevin Pezzo Rosola (DP 66 GIANT SMP) che il pugliese di Bisceglie Ettore Loconsolo (CPS) finalmente con il morale giusto per affrontare le sfide d’alto livello, anche partendo dalla terza fila. Il figlio d’arte Pezzo Rosola quasi galleggiava sul fango, stesse dote dell’equilibrista della CPS, così in men che non si dica il primo si è portato sulla testa della corsa, il secondo ha cominciato ad insidiarne il podio. All’attacco di Calligaro hanno subito risposto Pezzo Rosola e De Pretto, che ha cominciato subito a sentir profumo di maglia rosa, stuzzicando continuamente, senza mai staccarlo, il compagno di fuga. Il fango e l’acqua sono stati anche gli alleati di Loconsolo, che in queste circostanze sa esaltarsi, giungendo a rimontare su Calligaro e piazzarsi stabilmente in terza posizione, il suo primo podio del Giro d’Italia Ciclocross. Avanti si è concluso tutto in volata, con un inedito arrivo senza esultanza da parte di Pezzo Rosola. Che non si sia accorto della sua impresa che gli vale la prima vittoria? O che abbia semplicemente ceduto alla stanchezza? In ogni caso così ha commentato il sigillo: «É stato bellissimo vincere sul percorso meravigliosamente tracciato dalla Jam’s Bike Buja, è stata dura perché De Pretto non ha mail mollato un attimo. Nella seconda parte del circuito, quella tecnica, venendo dalla mountain bike, mi sono divertito di più. Questa vittoria va alla mia squadra e alla mia famiglia».
Il secondo posto vale invece la maglia rosa a De Pretto, che torna a vestirla dopo averla conquistata a Corridonia e persa a Cantoira: «È sempre bello tornare a vestire la maglia rosa. Sono molto contento della mia prestazione e ora punto a far bene agli appuntamenti internazionali. Con questo fango è stato davvero duro, ma ci prepara per gli scenari esteri, dove non ci risparmia mai niente nessuno».
«Il vero ciclocross per e è questo, fango, tecnica e molti rettilinei su cui spingere – ha spiegato il pugliese Loconsolo - La parte in cui mi sono esaltato era quella con le collinette e le contropendenze. Ora hi recuperato morale, la stagione non è iniziata benissimo, le gare non erano a mio favore e questo scenario mi ha permesso di esprimermi. Questo podio è tutto per mio fratello, mio padre e mia madre e soprattutto alla CPS, che mi permette una stagione di ciclocross nelle competizioni d’alto livello»
LA CARICA DEI 100 ALLIEVI PARLA (QUASI) SARDO – Strepitosa vittoria di Eros Cancedda (Sorgente Pradipozzo), che oltre la pioggia e il fango non teme nemmeno il vento, altro agente atmosferico che si è aggiunto ai precedenti nel corso della sesta gara di giornata, quella dedicata agli allievi uomini (atleti di 15 e 16 anni). Il milanese di origini sarde ha battuto Matteo Fiorin (Cicli Fiorin) e Fabio Bassignana (Team Bramati). L’ordine d’arrivo è però sin troppo riduttivo nel descrivere una gara che esigeva più del 100% della concentrazione per restare in equilibrio e che ha visto per la gran parte Cancedda in fuga solitaria inseguito anche da Marco Betteo (poi rallentato dal guasti meccanici). Nel corso dell’ultimo giro 5 metri presi dal sardo-milanese sul tratto tecnico sono diventati prima dieci e poi quindici, un elastico rotto che sfugge via senza poter essere più ripreso a coronare un bagnatissimo successo nella corsa più partecipata di giornata con ben 110 giovani atleti al via.
La maglia rosa di Federico De Paolis (Race Mountain Folcarelli) ha chiuso in ottava posizione, ma il suo simbolo del primato è ormai (quasi) in cassaforte.
DONNE ALLIEVE ED ESORDIENTI INSIEME – Cala sempre un’atmosfera magica quando le ragazze hanno la possibilità di confrontarsi in una gara tutta loro. Così ad Osoppo le 65 ragazze.
Al termine di una gara di scatti e controscatti, con l’acqua che non ha concesso un attimo di clemenza Elisa Viezzi (DP 66 GIANT SMP) vince alla grandissima ad Osoppo. La friulana, allieva di Pontoni, che vive a Majano, a una manciata di chilometri dal parco del Rivellino, ha conquistato la sua prima vittoria stagionale, festeggiata con un urlo liberatorio. Seconda Federica Venturelli (Cicli Fiorin) in volata su Eleonora Ciabocco (Team Di Federico). La maglia rosa resta sulle spalle della cadetta di Daniele Fiorin, ma «Ora ci si prepara al campionato italiano, speriamo di far bene a tutte le prossime gare – ha commentato sorridente la vincitrice - Dedico la vittoria a Daniele Pontoni e a tutti quelli che lavorano per noi. L’approccio con il fango è stato duro ma a me questi terreni piacciono tantissimi. Il ciclocross è questo, fango e freddo».
Azzurro vivace anche tra le donne esordienti! Seconda vittoria della stagione per Bianca Perusin (DP 66 GIANT SMP), che arriva con 26" su Irma Siri (Cadeo Carpineto) e Beatrice Temperoni (Ciclistica Bordighera) al termine di una corsa sempre e coraggiosamente all’attacco. «Vincere in casa è bellissimo, questo percorso è fatto molto bene – ha commentato la vincitrice - non mi aspettavo di vincere qui, ma ciò che mi rende ancor più felice è l’aver contribuito con i miei punti alla classifica per società». La maglia rosa Anita Baima chiude quarta, per la prima volta giù dal podio, e mantiene il simbolo del primato per un solo punto di vantaggio sulla Temperoni. La sfida continua.
PICCOLI MA IRRESISTIBILI (Esordienti Uomini) – Nicholas Travella (Cicli Fiorin) dà spettacolo sul fango e con un’agilità incredibile supera ogni difficoltà e non si lascia intimorire nemmeno dalla pioggia che è caduta giù copiosa durante il secondo giro della gara esordienti (60 al via). La sua maglia rosa è sempre più vivace grazie alla vittoria ad Osoppo e non teme di sporcarsi di fango. Dopo il terzo posto di due giorni fa, al Parco del Rivellino Stefano Sacchet (Sorgente Pradipozzo) da Longarone festeggia il secondo posto. Terzo il friulano Stefano Viezzi (Ceresetto) al termine di una gara che ha esaltato le doti di guida dei piccoli crossisti. Maglia rosa confermata anche sul fango per la categoria speciale ID-2 di Daniele Peschi (TRZ Cycling Team), da applausi per il coraggio con cui ha affrontato un percorso eroico. Tra i G6 promozionali vittorie per Anna Sinner (Sunhine Racers Nals) su Elisa Ferri (Olimpia Valdarnese) e la russa Diana Elagina tra le ragazze, per Ettore Fabbro (Lib. Gradisca Friuli), su Riccardo Da Rios (Sanfiorese) e Luca Vaccher (Mosole) tra i maschietti. Ben 65 al via sotto il diluvio.
I MASTER APRONO LE DANZE – Sono sempre loro ad aprire le danze del Giro d’Italia Ciclocross, i cicloamatori. A Osoppo sono partiti in cento e già dal primo giro hanno cominciato a prendere acqua a secchiate, per una di quelle gare che rimane nelle gambe, ma vale una maglia rosa. In prima fascia (under 45) a lungo ha sperato nella vittoria casalinga il portacolori della Jam’s Bike Team Buja Thomas Felice, che però per un gusto meccanico ha dovuto cedere la leadership a un arrembante Gabriele Merlino (radical Bikers), che ha vinto con 56” di vantaggio. Terzo Diego Lavarda (Ciclismo Insieme), mentre può accontentarsi del quarto posto Giovani Gatti (Team Castello Bike race Mountain), tanto consolida il primato con la sua bella maglia rosa (oggi leggermente sporcata dal fango, in realtà).
Nella fascia due (over 45) è monocolore rosa Folcarelli, l’unico a calare la cinquina. Il portacolori della Folcarelli Race Mountain ha messo ben 2’30” di distanza tra sé e la sfida tra gli eterni rivali Gianfranco Mariuzzo (Veneto, Cicli Montanini) e Luigi Carrer (Puglia, Team Eurobike Corato), che se le sono suonate di santa ragione per tutta la gara, con Carrer che nell’ultimo giro ha perso le ruote di Mariuzzo. Che emozioni con i veterani del ciclocross al battesimo del fango 2019. Tra di loro uno merita una menzione speciale. Si tratta di Marco Valentini, categoria M7, che dopo aver corso a Jesolo è sceso in Umbria per correre a Gualdo Tadino, ieri in notturna, ed essere oggi presente a Osoppo per onorare il Giro d’Italia Ciclocross. Che cosa fa l’amore per il ciclismo!
Spettacolo a secchiate anche per la corsa riservata alle donne master. Chiara Selva (Spezzotto Bike Team), già in passato vincitrice del Giro d’Italia Ciclocross, sbaraglia la concorrenza e chiude anche a pieni giri. Seconda un’agguerritissima Ilenia Lazzaro (UC 2000), assoluta protagonista delle prima fasi di gara. Alle spalle della veneta arriva la maglia rosa laziale Sabrina Di Lorenzo (ASD Di Lorenzo), sempre più sicura del suo simbolo del primato.