Come aveva intitolato un giornale dopo la sua vittoria all’Amstel del 2002 “The Worrior came Back”, il Guerriero è tornato. In realtà Michele Bartoli non è mai uscito dal mondo del ciclismo, e oggi lo ritroviamo sia in una veste di consulente tecnico per ciclisti a tutti i livelli, presso un Centro Sanitario altamente specializzato, che in quella di Testimonial Attivo (come ama definirsi lui) nel settore della produzione di bici, abbigliamento e integratori sportivi. Il mio incontro con Michele Bartoli è previsto presso quel centro che ha ridato all’ex pro di Montecarlo di Lucca, la possibilità di “continuare”, anche se indirettamente, la sua carriera, trasmettendo tutte le sue conoscenze e la sua enorme esperienza da professionista al ciclista che approda nell’impero di Mauro Marrucci, patron di Sixtus Italia. Sto parlando dello Sport Service di Lunata (LU), un modernissimo edificio a due piani (inaugurato nel Novembre scorso) dove in un unico luogo e presso un’unica struttura si possono trovare risposte a tutto: dalla biomeccanica alle tabelle d’allenamento, dall’integrazione alla fisioterapia, ecc., ecc., per ogni sport, tra cui ovviamente il ciclismo.
E chi meglio di Michele Bartoli, poteva assumersi il ruolo di tecnico e specialista di questo sport? Tredici anni da Professionista, dal ’92 al 2004, con 57 vittorie, tra cui due Coppe del Mondo, due Lombardia, un Campionato Italiano in Linea e soprattutto cinque Classiche del Nord: due Liegi, un Fiandre, una Freccia Vallone e un Amstel, che non a caso gli hanno dato l’appellativo di Leoncino delle Fiandre. Parlare con Michele è come parlare con un amico di vecchia data, persona genuina, gentile, colta e molto disponibile, che ti mette subito a tuo agio, senza quel distacco che a volte si percepisce da un ex pro o da un personaggio famoso. E questa, non a caso, è anche una delle ragioni principali del successo del nuovo centro di Lunata. Dopo la prima stretta di mano con Michele, si percepisce subito la sua grande passione verso questo sport, che lui pratica quasi quotidianamente e verso la quale si sente ancora “in sella” da protagonista. Passione che lui riesce a trasmettere a chi gli si rivolge per migliorare ed ottimizzare le proprie prestazioni sui pedali, grazie al suo enorme ed inesauribile bagaglio d’esperienza professionale. Prestazioni che, il Leone delle Fiandre ha visto compromettersi dopo l’infortunio al ginocchio del ’99. Un infortunio che da li in avanti ribaltò la carriera del corridore toscano (classe 1970), che però non gettò la spugna e tornò a vincere da vero Guerriero, come intitolò quel quotidiano locale dopo la sua vittoria all’Amstel Gold Race del 2002.
Michele, tra tante vittorie che hai conquistato in carriera, quali sono le più belle, o quelle che ti hanno lasciato un sapore particolare?
"Tre fra tutte, sicuramente la prima da Professionista, che è arrivata il secondo anno nel mondo dei big, 1993. Era la seconda gara dell’anno e si trattava della tappa di Palermo al Giro di Sicilia. E’ sicuramente la vittoria che mi ha lanciato nel ciclismo che conta. Poi il Giro delle Fiandre del ‘96, quando partii sul muro del Grammont, dove tutti se lo aspettavano, ed arrivai in solitario. La terza è sicuramente l’Amstel Gold Race del 2002, che è la prima vittoria dopo il problema al ginocchio, l’unica gara dove mi sono commosso dopo l’arrivo, poiché mia moglie aveva appena avuto la bimba ed io avevo riacquistato la fiducia dopo il brutto infortunio al ginocchio. Un infortunio che dal ’99 al 2001 (gli anni della Mapei, ndr) mi ha creato non pochi problemi. Prima ero abituato a vincere una o due classiche all’anno, poi mi stavo convincendo che fosse finito il mio ciclismo d’Elite, quando invece sono tornato a vincere oltre all’Amstel anche due Lombardia. L’infortunio mi ha comunque limitato il mio modo di vincere, se prima potevo partire da lontano, poiché la condizione sopperiva all’esagerazione, dopo (con il 30% di forza in meno sulla gamba sofferente) dovevo stare più attento e dosare meglio le forze, anche se l’esplosività era la stessa”.
Nel 2004 ti sei ritirato dal professionismo, e oggi ti sei messo a disposizione del ciclista che vuole ottimizzare le sue prestazioni, giusto?
“Si esatto, devo dire che mi aggrada molto lavorare con gli atleti, soprattutto quando poi ottengono dei risultati o vincono. L’idea del centro è nata da Mauro Marrucci, patron di Sixtus Italia (leader nel mercato italiano di prodotti destinati alla salute ed al benessere fisico, ndr) che insieme al Dott. Carlo Giammattei, attuale medico della Nazionale Italiana di Ciclismo Professionisti nonché mio medico di carriera, hanno sviluppato l’idea di creare un centro dove il ciclista potesse trovare una linea completa di servizi: dai plantari alla biomeccanica, dal test sul consumo massimo d’ossigeno alla dieta. Prima di aprire il centro a novembre, per non partire da zero, abbiamo lavorato un anno facendo test gratuiti ad amici e corridori vari, che ci sono serviti da banco di prova per ottimizzare tutte le dinamiche alla perfezione. Il nostro obbiettivo non era fare un centro qualunque, come ce ne sono tanti, ma un Centro Sanitario (il nostro non è un Centro Sportivo) di altissima qualità. Aperto non solo al ciclismo, ma anche ad altri sport, come l’atletica, il calcio, il podismo, ecc.. Mentre io gestisco più la parte Race per l’atleta che cerca la prestazione, con tabelle e consigli, il Dott. Giammattei ci mette la sua informazione medica, mentre Giovanni Stefania e Niccolò Sabatini (entrambi laureati in Scienze Motorie a Pisa) gestiscono la parte Biomeccanica. Un bel team di professionisti rivolto a tutti i ciclisti, dai giovanissimi al professionista. Nel fare questo, ho scoperto che si possono provare delle sensazioni molto belle che non avevo mai provato prima. Quando senti di aver dato il tuo contributo ad un atleta per alzare le braccia al cielo, è molto bello. Come il regalo che mi ha fatto di recente Carlos Alberto Betancur, chiamandomi dal Belgio il giorno del mio compleanno (27 Maggio) dicendomi: “questa è tua”, si riferiva alla 5° tappa del Giro del Belgio, vinta davanti ad un “certo” Gilbert. Io gli avevo chiesto un regalo e lui ha mantenuto la parola, facendomi provare una grande emozione, come se fosse una mia vittoria, consentendo anche a me di rialzare le mani verso l’alto”.
La stessa passione, tradotta in termini tecnici, se non sbaglio la metti anche nella Bartoli-Altair, il modello top di gamma della linea bici di Prestigio, e anche in una linea di abbigliamento tecnico, o sbaglio?
“Si, esatto, a me piace essere un Testimonial Attivo, ossia colui che da veramente l’idea e testa il prodotto in maniera molto scrupolosa. La Bartoli-Altair rispecchia in pieno le mie esigenze, ossia quelle di un telaio che associa le due caratteristiche principali di una bicicletta da corsa: rigidità e leggerezza. Infatti, con l’Altair siamo riusciti ad ottenere un telaio di una rigidità estrema, come se fosse in acciaio, ma dal peso di 800gr, tutto questo grazie ad un carbonio fasciato e non monoscocca con una fusione in kevlar sulle congiunzioni. Per raggiungere ciò non abbiamo badato a spese, usando il meglio a disposizione, che ci ha portati ad ottenere un Top di gamma. Il costo infatti si avvicina ai 10.000 euro, che sappiamo non essere accessibile a tutti, e per questo è disponibile solo in edizione limitata, con 50 pezzi all’anno. Dato che, appunto, mi piace essere un testimonial attivo, oltre alla Bartoli-Altair, do consigli e testo anche tutti gli altri modelli di Prestigio, l’azienda di San Marino facente capo a Giancarlo Di Marco, con il quale la priorità è stata quella di creare un prodotto 100% Made in Italy. In cantiere, sempre con Di Marco, abbiamo anche un evoluzione dell’Altair sul quale, con l’uso di un carbonio veramente “spaziale” in tutti i sensi, riusciremo a fare un telaio ancora più leggero (700gr), ma sempre rigido. Per quanto riguarda l’abbigliamento sono testimonial della linea Biemme, che ha lanciato sul mercato la novità di una fibra in carbonio inserita nella parte posteriore della maglia, capace di abbassare la temperatura corporea di qualche grado. Una caratteristica che, dopo averla sperimentata di persona nelle giornate calde, devo riconoscere fa la differenza e ti aiuta a sprecare meno energie, per essere così più performanti”.
So che sei testimonial anche di una linea di integratori, un’idea nata da una tua richiesta specifica, che poi hai sviluppato sempre in collaborazione con l’aiuto del Dott. Giammattei (qui presente), che magari ci illuminerà nei dettagli medici.
Bartoli: “L’idea è nata dall’esigenza di sopperire alla fame in quelle situazioni in cui non è possibile mangiare, come al Fiandre per esempio, dove è difficile mandar giù in maniera forzata un panino o una barretta tra un muro e l’altro, bevendo quando la respirazione è in difficoltà. Una polvere contenente tutte le sostanze indispensabile che diluita in acqua potesse sostituire l’atto di mangiare, sarebbe stata per me ideale. Ecco che con TuEnergy (il prodotto denominato “durante” di TuBike, la linea dedicata al ciclismo, che a sua volta fa parte del brand TuSport) diluito in borraccia si è potuto sopperire al cibo solido. Per intenderci con tre borracce di TuEnergy si riesce a fare un tappone di montagna, senza mai mangiare.
Giammattei: I cibi solidi, come panini, barrette, ma anche gel, vanno digeriti, e quando si è sotto sforzo il sangue è concentrato sui muscoli delle gambe; quindi fegato, pancreas, apparato digerente e intestino lavorano molto meno. La cosa migliore sarebbe non andare a sovraccaricare in quel momento un apparato che già si trova in sofferenza. Ecco perché, diventa ideale un alimentazione liquida che favorisca l’assorbimento da parte di tali organi. Il TuEnergy contiene tutto ciò che serve in quel momento: zuccheri e carboidrati a lento e rapido assorbimento, acidi grassi a corta catena che stabilizzano la glicemia, sali minerali alcalinizzanti, amminoacidi, proteine, ecc., ossia un vero e proprio pasto sostitutivo ad una concentrazione molto più bassa, dal gusto quasi insapore, in modo da non dare nausea, e quindi facilmente digeribile. Il prelievo della glicemia fatto a vari atleti a fine test ha dimostrato che il valore glicemico di chi aveva usato il TuEnergy era più alto di chi aveva assunto le normali maltodestrine, ossia una glicemia più stabile”.
Bartoli: “Dopo vari test di allenamento durati oltre cinque ore, dove abbondavo nelle dosi in modo da stressare lo stomaco, ho visto che non ho mai avuto ne diarrea (come mi succedeva prima, quando correvo, a fine di una classica, usando un mix di prodotti vari), ne altri tipi di problemi di stomaco. Certo che dopo 5 ore hai la voglia di mettere qualcosa sotto i denti per il gusto del palato, ma non per una crisi di fame. Oltre alla linea durante la TuBike, ha anche una linea “prima” e una linea “dopo” gara. Il prodotto si trova nelle migliori farmacie d’Italia”.
Per concludere, Michele, so che hai ancora qualche sogno nel cassetto e progetto su cui stai lavorando, ce ne vuoi parlare?
“Si, uno sarebbe quello di creare una squadra di Professionisti, in cui non vorrei avere il ruolo del DS, ma seguirla come se fossi ancora un corridore, occupandomi di tutta la parte tecnica, seguire la preparazione atletica, la selezione dei migliori materiali, l’abbigliamento, gli integratori, ecc., cercando di dare il massimo agli atleti, dato che io sono uno molto esigente. Poi mi piacerebbe anche riorganizzare la mia Granfondo Michele Bartoli a Montecarlo di Lucca dove abito, ma con un percorso unico, tipo di 200km, solo per 400 partecipanti che abbiano una certa preparazione atletica. Oppure un giro a tappe per amatori, ma fatto di regolamenti rigidi, un po’ come quelli dei professionisti. Sono tutte idee su cui stiamo lavorando con il mio gruppo ma sulle quali ancora non abbiamo ancora deciso niente di concreto”.
Sport Service – Lunata (LU)
Via A. Rossi, 1 - Capannori – tel. 0583-93.66.52
www.sportservicelunata.it – Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Prodotti Sixtus: www.sixtus.it
Bici Prestigio - BartoliAltair : www.prestigio.sm/it/
Abbigliamento Biemme: www.biemmesport.com/it/
Integratori TuBike: www.tusport.it/tubike
Granfondo Michele Bartoli: www.granfondomichelebartoli.it
Fonte:
Autore: Leonardo Olmi
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