Mer12042024

Aggiornamento:12:12:10

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“Restare a casa per tutelare la nostra salute”: il messaggio della Federciclismo Marche

 

 

In piena emergenza sanitaria legata al Coronavirus, quello che sta succedendo sotto gli occhi di tutti in Italia è un problema di non facile ed immediata risoluzione per il ciclismo e per lo sport nazionale che auspicano un netto miglioramento della situazione entro il 3 aprile, in attesa della scadenza del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che vieta lo svolgimento di eventi sportivi all’aperto e con la presenza di pubblico.

Attraverso una nota ufficiale, il direttivo regionale della Federciclismo Marche, rappresentato dal presidente Lino Secchi, vuole porre in evidenza agli atleti, alle società, ai dirigenti e agli addetti ai lavori come si deve far fronte a questa emergenza atipica nel pieno rispetto delle linee guida dettate dal nostro Governo: “A causa dell’epidemia di Covid-19, sono stati emanati alcuni Decreti e per ultimo quello pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana che uniforma le norme di comportamento e le precauzioni da mettere in atto in tutto il territorio nazionale. Da oggi sono pervenute richieste su come comportarsi per gli allenamenti dei ragazzi e delle ragazze. Il Segretario Generale FCI ci comunica che attende il Decreto specifico in materia di sport per dare indicazioni come Federazione. Dopo avere informato i componenti del nostro consiglio regionale ed i presidenti dei comitati provinciali, lette alcune informazioni anche dal punto di vista legale, si suggerisce e si consiglia con forza queste linee di comportamento, in attesa di superiori comunicazioni, per rispettare la finalità del decreto governativo. Il RESTARE A CASA è l’unica soluzione per contenere il più possibile i contagi permettendo spostamenti solo per casi urgenti indifferibili, per motivi di lavoro, approvvigionamento alimentare e di dimostrata necessità. L’attività di allenamento, sino al 3 aprile compreso, è permessa per chi ha lo status di professionista perché fa parte del lavoro. Per tutti gli altri, compresa l'attività amatoriale, non rappresenta un motivo di necessità. Infatti, con lo sforzo si abbassano temporaneamente anche le difese immunitarie che non è elemento di garanzia quello della distanza del metro minimo perché oggettivamente difficile da rispettare. Non è giustificabile neanche il fatto di allenarsi in solitudine. Per un ragazzo/a e per un amatore, quale motivo di necessità assoluta o esigenza primaria potrebbe dimostrare ad un controllo? Se dovesse malauguratamente capitare una caduta con necessità di soccorso medico, ci si potrebbe trovare in difficoltà a ricevere l’assistenza in tempi rapidi e, data la situazione, si entrerebbe in un ambiente sanitario ad alto rischio di contagio. Chi può, continua ad allenarsi a casa con i rulli e attendere che la situazione si normalizzi. Questo potrà avvenire a breve se TUTTI facciamo la nostra parte e non bisogna cercare scappatoie per eludere il dettame del decreto e risolvere i problemi con interpretazioni a nostro favore. È un discorso di etica in quanto se ci comportiamo in modo equo ed intelligente, avremo tempo in futuro per fare ciclismo e portare avanti la nostra attività sul territorio altrimenti andremmo ad alimentare i disagi in una situazione già di per sé difficoltosa per la nostra salute e il nostro quieto vivere. Insieme ce la faremo!

In questo periodo di stasi forzata dell’attività, in sintonia con la Federazione nazionale e la struttura tecnica, si stanno valutando alcune alternative per il recupero delle gare e la fattibilità in considerazione del calendario in essere una volta rientrata l’emergenza a livello nazionale.