Alberto Tota o Michele Mascheroni?, è il quesito che si pongono in molti subito dopo l’arrivo della seconda tappa del giro delle Provincia di Como. La corsa ha avuto un andamento veloce, e nonostante il tradizionale tracciato non presenti neppure un metro di pianura, o si sale o si scende, con pendenze mia proibitive, il gruppo rimane sempre compatto, anche se degli oltre centocinquanta partenti, un terzo viene seminato lungo i sei giri del tracciato, che non lasciano scampo a chi non è al top della condizione.

Trattandosi della seconda tappa del giro della provincia, si innescano anche alcuni giochi di squadra, e la Gloria Artec Team Corse con il velocista principe non ha interesse a favorire delle fughe, così come altre squadre quotate, quindi l’arrivo in volata ne è una naturale conseguenza.

La salita che termina il tracciato a  forma di otto, è a tre chilometri dal traguardo, la strada presenta diverse curve e alcune rotonde che non consentono il recupero di coloro che si sfilano sull’ultima erta e quindi si assiste a una volata di quasi tre chilometri, che si conclude con Alberto Tota che alza le braccia al cielo mentre Michele Mascheroni lancia un potente colpo di reni, scena già vista ad una recente Milano San Remo, con l’atleta che alza le mani infilato come un tordo. La giuria deve visionare attentamente entrambe le telecamere poste sui due lati dell’arrivo, prima di decretare la vittoria di Alberto Tota, che dopo l’adrenalina della vittoria, ha aspettato con ansia e trepidazione il verdetto della giuria.

E' stato l’unico atto incerto di una corsa tenuta sotto controllo da chi voleva giocarsi l’arrivo allo sprint, nota dolente, una caduta nella volata, per fortuna dopo le tempestive cure del personale di soccorso, si è tirato un respiro di sollievo, per l’infortunato, escluso trauma cranico, si ricorreva comunque al ricovero per accertamenti sulla spalla destra dolente e immobilizzata.

Alberto Tota con la vittoria rafforza la sua leadership anche nella classifica del giro con due vittorie in due gare. Tra i cadetti junior vittoria di Stefano Berto, il Pavese dell’Olympus che si aggiudica anche la maglia di capoclassifica davanti a Cristian Meroni ancora alla piazza d’onore così cos’ com’era avvenuto a Cadorago nella tappa d’esordio.

Quarto posto tra i veterani, ma tanto gli basta a Gianluca Vezzoli per conservare la maglia di leader, la vittoria di tappa all’Orobico Andrea Locatelli della Pro Bike. La prima gara di giornata vive su una fuga di tre temerari, che partono subito nei primi chilometri guadagnando una trentina di secondi, l’accordo c’è e al secondo passaggio il vantaggio sale a poco meno di un minuto.

Sembra che i giochi siano fatti, ma il gruppo reagisce veemente e al suono della campana, fine del quarto giro, il divario dei tre dal gruppo si riduce a soli venticinque secondi, e non bastano per evitare la beffa di essere raggiunti a due chilometri dal traguardo, quando già era iniziata la discesa che li avrebbe lanciati verso l’arrivo.

Trionfo in volata per gli uomini di Vincenzo Gautieri, il general manager della Makako Team di Cantù che vede i suoi uomini sfrecciare in prima e terza posizione, con Emilio Ricetta vincitore e Franco Rivoltini piazzato, tra di loro il “Bortolami” Francesco Bitetti che con il piazzamento veste la maglia provvisoria di leader dopo la seconda tappa.

Sconvolgimento della classifica generale tra i super “B”, la tappa va a Fabio Caccia delle cere di A. Finassi di Bergamo, mentre la maglia la veste Francesco Brambilla nonostante sia giunto oltre la quinta posizione, precisamente ottavo. Non c’è storia tra i meno giovani, dove il New entri di categoria Fabio Carcano bissa il successo di Cadorago e si pone saldamente alla testa della classifica davanti al compagno di colori Giorgio Castoldi, staccato di sei punti.

P.S. Quanto sotto, a detta di alcuni è accaduto anche a Lurago, ma anche in molte altre gare amatoriali, e quindi la segnalazione è di carattere generale

Una segnalazione doverosa, che non vale solo per la gara in oggetto, ma che è un motivo ricorrente, atleti che nonostante le raccomandazioni prima delle partenze, tagliano contromano le rotonde, ormai patrimonio della viabilità del terzo millennio, a volte traendone considerevoli benefici e/o vantaggi.

Se è vero che basterebbe squalificarli, è anche vero che quando l’infrazione viene compiuta da un elevato numero di concorrenti, e in più rotonde sullo stesso tracciato diventa praticamente impossibile per le giurie essere nella zona d’arrivo ed essere a presidiare le varie rotonde, e pensare che basterebbe un po’ di senso di responsabilità da parte dei concorrenti stessi, che con tale comportamento si mettono anche fuori dal codice della strada, con conseguenze gravi personali in caso di incidente.

Arnaldo Priori