Domenica si è disputata la dodicesima edizione della Marathon del Salento, una delle gare più iconiche del Trofeo dei Parchi Naturali. Partenza e arrivo sono stati ospitati, come sempre, presso la Pista Salentina, kartodromo internazionale di Torre San Giovanni, nel comune di Ugento. Un luogo dal sapore speciale, che in passato ha visto gareggiare persino un giovane Michael Schumacher.
Ogni anno, sono almeno duemila le ruote che scorrono sui sentieri sapientemente realizzati da MTB Casarano e ASD Terrarussa.
Ai nastri di partenza si è presentato al completo anche il team Torpado, con alcuni dei nomi più prestigiosi del panorama nazionale e internazionale: l'attuale campione italiano ed ex campione europeo Fabian Rabensteiner, il vice campione italiano Gioele De Cosmo e Jakob Dorigoni.
Tra le donne, la lituana Katazina Sosna, al rientro alle gare dopo un anno di assenza iniziato proprio dal Salento nel 2023.
Come di consueto, la gara si è svolta l'ottava di Pasqua. Quest'anno, però, con la Pasqua “alta”, si è corsa a fine aprile anziché a marzo.
Un cambiamento che ha reso il paesaggio ancora più straordinario: il trionfo della macchia mediterranea in piena fioritura, con colori vividi, profumi intensi e scorci mozzafiato su quel mare che, a buon titolo, viene chiamato "le Maldive del Salento".
Il meteo ha contribuito a regalare una splendida giornata di sport.
La pioggia, annunciata poco dopo la partenza, si è rapidamente dissolta lasciando spazio a un cielo terso e temperature ideali, intorno ai 20°C, perfette per godere appieno di un tracciato in cui la natura è sempre protagonista.
I biker hanno pedalato immersi in un paradiso naturale, affrontando fitti boschi e sentieri tecnici, dove le spine erano pronte a lasciare il segno sui completini e sul corpo degli atleti.
Dal punto di vista agonistico, la gara ha visto da subito i più forti prendere il largo, con i master che nulla hanno potuto per restare agganciati alle ruote dei pro della Torpado e della Rolling Bike, quest’ultima presente con Saitta, Spica e Privitera.
Man mano che i chilometri scorrevano sulla roccia salentina, tutto sembrava avviarsi verso un duello spettacolare, almeno fino a metà gara, quando un piccolo malinteso nella segnalazione ha cambiato le carte in tavola.
Una moto, confusa sulla direzione, ha imboccato una strada sbagliata e alcuni atleti, nell'incertezza, l'hanno seguita. In mountain bike, come nella vita, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo: fa parte del gioco. I pro non sono riusciti a rientrare sul percorso e di fatto si sono trovati loro malgrado fuori gara. Probabilmente, una traccia caricata sull’onnipresente GPS avrebbe salvato la loro prova.
Nella seconda parte di gara, dopo una prima metà velocissima, il tracciato ha presentato il conto a chi non aveva dosato bene le energie.
Sul terreno duro e tecnico del Salento tocca mantenere un ritmo costante, mentre i continui rilanci, soprattutto dopo le curve strette a 90 gradi, mettono a dura prova gambe e testa.
La storica “salita bianca” ha visto molti atleti fermarsi per crampi e cedimenti.
Subito dopo, la tecnica dei biker è stata messa alla prova sulla discesa di Rotta Capozza, una delle più dure e spettacolari del percorso.
E ancora, ad attendere i biker del tracciato lungo, il mitico single track Morso del Cane: un autentico concentrato di macchia mediterranea, tra arbusti, ginepro, mirto e soprattutto la rude roccia salentina.
Qui servivano non solo gambe forti, ma anche braccia e busto pronti a danzare sulle pietre al ritmo frenetico della taranta, il ballo dei biker. Sul traguardo finale, tra gli uomini, a giocarsi la volata sono stati Di Cosola, Mignoli e Luciano.
I tre, convinti di lottare per un piazzamento di rincalzo, hanno dato tutto negli ultimi metri. Solo dopo il traguardo hanno scoperto che quella volata valeva il primo posto assoluto!
In campo femminile, il successo è andato alla pugliese Anna Ciccone del team Eracle, arrivata sul traguardo assieme a Samantha De Pascali (Team Cyclobike).
Terza classificata la lucana Ilenia Fulgido del Ciclo Team Valnoce.
Della gara resteranno forse anche alcune polemiche, inevitabili in una giornata così intensa, ma quello che davvero resterà, più forte di ogni altra cosa, sarà il sorriso di chi ha vissuto un evento unico, immerso nella natura salentina.
Resteranno i 70 chilometri di spettacolo puro, resterà lo spettacolo dei giocolieri alla partenza e il pasta party a bordo piscina.
Resteranno i sorrisi di atlete come Daniela D'Alessandro e Angela Pisanò, i sorrisi di chi, magari per la prima volta, è stato protagonista della festa salentina.
Sorrisi che ripagano ogni sforzo e che danno agli organizzatori la voglia di continuare a sognare e costruire eventi ancora più belli negli anni a venire. Perché alla Marathon del Salento vince sempre e comunque la festa.
Alla Marathon del Salento vincono tutti, sul percorso o fuori. Prossimo appuntamento per il Trofeo dei Parchi Naturali: il 4 maggio a Reggio Calabria per l'Aspromarathon.
Si correrà in casa Rolling Bike, con i suoi atleti che avranno voglia di rifarsi.
Antonio Caggiano (Bike Rounder)