Gio12052024

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Sportful Dolomiti Race: a Feltre il comitato organizzatore presente nell'edizione non disputata

 

 

Oggi avrebbe dovuto esserci la 26.edizione della Sportful Dolomiti Race, la granfondo che ogni anno porta a Feltre 5.000 ciclisti amatori da tutto il mondo. Covid-19 ha portato all’annullamento di tutto. E allora sui pedali è salito il comitato organizzatore. Bisogna onorare un’edizione…che non c’era.

Il comitato organizzatore, guidato dal presidente Ivan Piol, ha pensato che dopo 25 anni e dopo il grande successo della tappa del Giro d’Italia dell’anno scorso sullo stesso tracciato della granfondo, non era giusto far passare cosi una giornata importante come questa. Così è salito in bicicletta e alle 7.00 (orario in cui sarebbe dovuta partire la granfondo da Largo Castaldi in centro) con il dovuto distanziamento sociale si è schierato alla partenza e…è partito per onorare la granfondo che non c’era. Sui pedali anche Alessio Cremonese (amministratore delegato di Sportful e a latere il fratello Dario Cremonese), Steve Smith brand manager, gli amici speaker storici della manifestazione, Paolo Mutton e Paolo Mei, il dj ufficiale della manifestazione Marco Testa (in arte dj Cavallo) e i meccanici Massimiliano Dalla Rosa e Fabrizio Galeazzi che hanno organizzato un’assistenza con ebike attrezzata con ruote e pompa.  Comune denominatore la voglia di onorare l’edizione che non c’era, una cosa senza precedenti nella storia della manifestazione (nemmeno la neve del 2010 e la tempesta Vaia che si era portata via 700 mt di strada sul Manghen erano riusciti a far saltare tutto). Visto che i direttori di gara erano in bicicletta, a dare la partenza con la tradizionale bandiera a scacchi ci ha pensato il sindaco di Feltre Paolo Perenzin. Un gesto di affetto e di rispetto per una delle manifestazioni piu importanti della provincia di Belluno, non solo della città di Feltre.

Sull’onda dell’insegnamento dell’amico del comitato Alex Zanardi cui è andato il pensiero e l’affetto alla partenza, gli organizzatori non si sono fatti spezzare dal Covid ma solo piegare. Molti componenti del comitato sono tornati sui pedali dopo anni che non andavano in bicicletta, hanno deciso di pedalare chiaramente non tutto il percorso ma l’ultima salita, quella che porta a Passo Croce d’Aune dove si trova il monumento a Tullio Campagnolo la cui inaugurazione nel 1995 ha segnato anche la nascita della granfondo 25 anni. Sui pedali anche Andrea PARTELI, primo presidente del comitato organizzatore, prima di passare il testimone a Piol nel 1998. Prima un passaggio a Lamon dove ad attendere il comitato c’era il sindaco Ornella Noventa per un saluto.

La sorpresa a Sorriva di Sovramonte dove ad aspettare il comitato c’era Alberto CARRETTA, vicentino che non aveva mai mancato una delle edizioni. “Il primo anno senza granfondo Sportful Dolomiti Race – ha detto – manca un appuntamento importante nel mio calendario. Vi aspetto a Sorriva e pedalo con voi”. E si è fatto trovare con i figli Federico di 9 anni e  Alessandro di 14 che sono arrivati in cima al Passo. “Da grande voglio fare il ciclista professionista e diventare come Nibali” raccontava pedalando Federico senza timore delle pendenze anche al 13% “per il mio compleanno il papà mia ha regalato finalmente una bici seria con tutti i rapporti che mi servono”.

Siamo arrivati a Passo Croce d’Aune in bicicletta con tutto il comitato organizzatore per rendere omaggio alla manifestazione che quest’anno non c’è stata – ha spiegato all’arrivo il presidente Ivan PIOL – oggi avremmo avuto 5.000 partenti, purtroppo tutto questo non c’è stato. Abbiamo omaggiato tutti i granfondisti che non hanno potuto farlo, salendo noi per loro e arrivando qui davanti al monumento a Tullio Campagnolo da dove tutto è partito 26 anni fa per ringraziare e dare appuntamento a tutti il 20 giugno 2021 a Feltre sperando che sia una giornata di sole come lo è stato per noi oggi”.

Oggi è una giornata doppiamente triste – ha detto Alessio CREMONESE –  e abbiamo onorato la mancanza della Sportful Dolomiti Race con un ritrovo semplice ma sincero sulla linea di partenza e poi abbiamo pedalato assieme con epilogo dove tutto è iniziato 26 anni fa. Era un modo per far capire a tutti che il mondo non si ferma e nemmeno la granfondo e come ci ha insegnato il nostro caro amico Alex bisogna sempre cercare una rinascita e una ripartenza e questa era la nostra ripartenza e auguriamo che presto possa esserci anche la sua”.