Una strada nel comune di Vittorio Veneto per Renato Longo dov’è vissuto fino all’8 giugno ed è deceduto a 85 anni. La decisione è stata presa dalla giunta comunale per onorare la memoria del pluricampione. Sviluppò quasi tutta la sua carriera nell'ambito del ciclocross, dove ottenne numerosi successi vincendo per ben cinque volte il campionato del mondo di ciclocross negli anni 1959, 1962, 1964, 1965, 1967 e per dodici quella tricolore di campione d'Italia di ciclocross negli anni 1959, 1960, 1962 e dal 1964 al 1972.
Ottenne inoltre due vittorie in gare su strada, entrambe nel 1960, la prima tappa del Giro del Portogallo e il Trofeo Uci-Gp Fivizzano.
Nella sua splendida carriera, Renato Longo ha vinto 233 corse su 388 disputate. Ha conquistato 5 maglie iridate, 12 maglie di campione d’Italia di ciclocross e una di campione d’Italia di mezzofondo dilettanti. Si è aggiudicato quattro Trofei Martini a Parigi, sei Trofei Garinei, dieci Gran Premi dell’Epifania a Solbiate Olona. Longo è stato una personalità della città e dello sport nazionale ed internazionale. Non ha mai voluto ostentare il suo passato di campione, ma ha preferito sempre un profilo basso e semplice, quello di uno sportivo della porta accanto. In tanti all'indomani della sua morte hanno auspicato un pubblico ricordo per Longo. Ecco ora l'intitolazione di una via. Ricevuti i nulla osta di prefettura e soprintendenza, necessari non essendo trascorsi dieci anni dalla morte della persona a cui si vuole dedicare una via, con atto ufficiale la giunta ha deliberato il cambio di denominazione della strada che porta in cima al monte sul versante vittoriese.
Nato a Vittorio Veneto nel 1937 in una famiglia umile, Longo ha trascorso la sua infanzia a Milano, al Giambellino, a 14 anni, al seguito del padre, che dopo avere lavorato in Francia prima della guerra aveva trovato un impiego come commesso in un filiale della Banca Commerciale, e della madre, colf.
Aveva lavorato prima in una panetteria in piazza Tommaseo, poi in un'altra in via Vincenzo Monti, alla fine in una panificio al numero 45 di viale Certosa. Nello stesso stabile abitava Tano Belloni, entrato nella storia del ciclismo come l'"eterno secondo", che regalava al ragazzo Renato i biglietti per entrare al Vigorelli. Longo passava la notte a impastare e alla mattina pedalava avanti e indietro per consegnare due quintali di pane alla mensa dell'Alfa Romeo. Era stato quello il suo allenamento.
"Era il 1955 - raccontava rievocando gli inizi - strada, pista, ciclocross. Sono andato avanti così. Nel 1958 sono arrivato quarto ai mondiali di cross e ho vinto il campionato italiano di stayer in pista. Nel 1959 ho vinto il mio primo mondiale di ciclocross. Ero anche il primo italiano. Lo stesso anno sono arrivato terzo ai mondiali degli stayer. Nel 1960 ho corso il Giro della Svizzera e sono arrivato secondo nella cronometro di Lugano. Poi il Giro del Delfinato e il Giro del Portogallo, dove ho vinto una tappa". Adesso a Vittorio Veneto se lo ricorderanno per sempre.
Sandro Bolognini
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