Dici Stelvio e subito il pensiero vola alle grandi imprese del ciclismo, ai 48 tornanti che salgono da Trafoi al Passo sul versante altoatesino, ai 2.758 metri del valico, il passo carrozzabile più alto d’Italia e il secondo in Europa.
Affrontarlo con i mezzi motorizzati, in bici, a piedi e con qualsiasi altro sistema, di giorno è sempre affascinante ma anche complicato, perché nella bella stagione la celebre strada è presa d’assalto da tantissima gente e d’inverno è inaccessibile.
Percorrerlo di notte, invece, è una magia che in pochi possono custodire nella propria memoria, perché si vive appieno il fascino di una montagna che toglie il respiro, anche perché, pure d’estate, in quota l’aria è particolarmente frizzante e il meteo è bizzoso, e può capitare di assaggiare la neve anche nei mesi più caldi.
Ebbene, la scorsa notte c’è stato chi, queste emozioni, le ha vissute alla grande grazie alla 1.a Stelvio Stilfserjoch Night, Light & Food, con i 48 tornanti chiusi al traffico motorizzato (ammessi solo mezzi elettrici dell’organizzazione) e per gran parte illuminati, e con un tour gastronomico “tipico” che i fortunati 120 partecipanti ricorderanno per lungo tempo. Questa manifestazione, voluta dall’associazione turistica di Prato allo Stelvio e particolarmente del suo coordinatore Peter Pfeifer, avrà cadenza biennale e nel 2025 fra il resto ricorreranno i 200 anni dalla realizzazione della strada dello Stelvio. L’evento si ripeterà di sicuro, visto che il successo della prima edizione è stato enorme. Queste manifestazioni, che si possono chiamare tranquillamente avventure, occorre viverle, perché non si possono raccontare tutte le emozioni vissute in una notte correndo lungo i tornanti chiusi al traffico, arrampicando in bici oppure con gli skiroll.
Inizialmente prevista per venerdì 30 giugno, la 1a Stelvio Stilfserjoch Night, Light & Food è stata spostata a sabato notte a causa di previsioni particolarmente piovose. Partenza alla francese, nessun cronometro, solo la voglia di esserci. Lo start di Trafoi, presso l’Hotel Bellavista del campionissimo Gustav Thöni, è stato caratterizzato dal primo ristoro, una specie di ‘carboload’ ma con prelibatezze da gustare in uno splendido giardino col fuoco acceso e il gigantesco Ortles a fare da sfondo con la cima imbiancata. Strada chiusa alle 20 e via con scarpette (un imperterrito runner ha affrontato la salita scalzo!), bici di ogni tipo (da strada, mtb, gravel, pieghevoli, elettriche) ed anche skiroll.
Una salita affrontata senza fretta, l’unico impegno era… non abbuffarsi troppo, cosa non facile ai ristori, ben quattro più quello finale. Il primo era collocato proprio allo start e offriva Tres Fontes, invitanti finger food tirolesi, poi a circa 4 km presso la locanda “Zum Weissen Knott”, con la vista panoramica sui ghiacciai dell’Ortles e del Medaccio, i partecipanti potevano gustare una scodella di Knifferlinge (canederlini con finferli), con sosta d’obbligo per ritirare la torcia del pacco gara. Poco dopo, mentre il buio stava ammantando lo Stelvio, gli organizzatori accendevano i 132 fari led negli ultimi 7 km del percorso. Uno spettacolo di luci e di colori, conditi dal sudore e dall’entusiasmo dei partecipanti. Prima di affrontare lo Stelvio illuminato dai fari colorati, però, sosta presso l’Albergo Franzenshöhe con una divina e calda zuppa di vino (vegetariana) con piccoli assaggi, senza dimenticare di ritirare e indossare l’originale T-shirt dell’evento, autentico trofeo da finisher della Stelvio Stilfserjoch Night, Light & Food. Poi ancora avanti a far fatica verso la vetta. C’è da dire che in questa prima edizione si è pagato un po’ lo scotto del debutto, con qualche faro ad abbagliare i partecipanti, comunque Peter Pfeifer ha già preso nota del problema e per il 2025 sarà certamente risolto.
Mentre la fatica si faceva sentire e il fiato affaticava i polmoni, qualche gocciolina mista a neve cominciava a scendere, ricordando che si era al cospetto del bizzoso Stelvio. Al tornante 10 sosta a lato strada per rifocillarsi con verdure fritte, serviti dalle ragazze e dai ragazzi del Greiterhaus (agricoltura biologica di Oris vicino a Prato allo Stelvio), con musica e panchine a disposizione per gustare il brulè di succo di mela, ma c’era anche la birra per dissetare gli appassionati. Ultimo strappo verso la cima, con il nevischio che si faceva sempre più intenso e con il termometro che scendeva verso lo zero mettendo alla prova gli impavidi concorrenti. Tutto dimenticato all’arrivo, col ristoro finale della Locanda Tibet che metteva in tavola polenta e spezzatino di cervo accompagnati da cavolo rosso, oppure polenta con ratatouille di verdure, e pure tanta musica con chitarra e fisarmonica. Ufficialmente ristoro aperto fino alle 2, ma la festa è proseguita fino alle 4 di mattina. Poi la discesa in bici oppure con le navette, con la consapevolezza di essere entrati nella leggenda di un evento speciale e “green”, dove la plastica era bandita e i fari caricati con energia rinnovabile e senza disturbare marmotte e altri animali selvatici, incuriositi dai 120 eroici scalatori. Una bella esperienza, sicuramente da ripetere.
Ovviamente soddisfatto a fine evento Peter Pfeifer: “L’idea mi è venuta un anno e mezzo fa, ho valutato che durante il giorno abbiamo sempre problemi per proporre eventi sullo Stelvio vista la necessaria chiusura strade, allora ho pensato alla notte. Non ci sono problemi di chiusura durante la notte e la gente che lavora non si trova in difficoltà a raggiungere lo Stelvio. L’idea era di organizzare un evento non competitivo, che abbinasse il gusto e lo sport, quindi la bici e la camminata, insomma un mix nella natura e nel silenzio dello Stelvio. Questo potrebbe diventare un appuntamento da grandi numeri, ma dobbiamo valutare se è il caso invece di mantenerlo a livello “familiare” riservato a pochi. Nel 2025 sarà ancora più interessante perché collegato ai 200 anni dalla nascita della strada dello Stelvio, considerata tra le più belle del mondo”.
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