E’ stata una serata storica per lo sport italiano. Filippo Ganna, l’uomo simbolo del nostro movimento, ha scritto a caratteri cubitali il proprio nome in uno degli albi d’oro più prestigiosi del ciclismo. Aveva detto alla vigilia: “un metro in più è sufficiente…”, ma era solo pretattica. Nel mirino non solo il record dell’ora di Bigham, ma la ‘migliore prestazione sull’ora’ di Boardman. Con una prova unica, Filippo Ganna riscrive la storia del record dell’ora, chiudendo per sempre la dicotomia tra 'record dell’ora' e ‘migliore prestazione’ e unificando, come solo i grandi sanno fare, tutto. Da oggi l’uomo più veloce al mondo in bicicletta, in un’ora, è lui: il nuovo incredibile record è 56,792 km/h. Crediamo che la prestazione di oggi abbia spostato in avanti le lancette del tempo almeno di 10 anni, ma forse anche di più. Se non siamo al cospetto di qualcosa alla Beamon con il record del mondo di salto in lungo di Città del Messico poco ci manca, a meno che lo stesso Ganna non decida di riprovarci, ‘..magari in un periodo della stagione con meno chilometri nelle gambe’ come lui stesso ha dichiarato al termine.
Ad assistere all’impresa addetti ai lavori, i giornalisti e un’ampia rappresentanza della Federazione Ciclistica Italiana, a cominciare dal presidente Dagnoni, il segretario generale Tolu, il Team Manager delle Nazionali Amadio, lo staff della Nazionale pista che poi volerà a Parigi per i campionati del mondo e la squadra azzurra, che si è stretta attorno al campione in questo momento storico, non mancando di far sentire il proprio sostegno. L’abbraccio con i ragazzi del quartetto, con Villa e con tutto lo staff al termine dell’impresa rappresentano la migliore fotografia dello stato attuale della pista italiana, del clima che si respira, dell’importanza che questo ha nella tranquillità e nelle imprese di Ganna.
E’ stata, per questo, una festa della pista azzurra e soprattutto la consacrazione definitiva per il ragazzo verbanese; atleta in grado di rompere la barriera dei 56’ chiudendo anche la bocca ai tanti che avevano criticato questa sua scelta, dandolo, almeno per questa stagione, in difficoltà. “Ringrazio a tutti – ha detto al termine, visibilmente commosso -. Il supporto avuto è incredibile. Oggi ho raggiunto questo obiettivo impensabile per me all’inizio della giornata. E’ la giusta soddisfazione per tutti questi mesi di lavoro. Questa mattina pensavo di battere il record anche solo di un metro, ma durante la gara mi sono reso conto che stavo andando oltre ogni aspettativa. Adesso è il momento di recuperare. Il momento più difficile? Negli ultimi cinque minuti. Sentivo le gambe pesanti. Soffrivo e non ho avuto la forza per arrivare ai 57 km/h”.
Visibilmente soddisfatto il presidente Dagnoni, che ha assistito all’impresa. ‘Avere un italiano detentore del record dell’ora è un onore per il ciclismo e lo sport italiano. Filippo Ganna scrive il proprio nome in un elenco che, per quanto riguarda i corridori italiani, può vantare nomi del calibro di Giuseppe Olmo, Fausto Coppi, Ercole Baldini, Maria Cressari e Vittoria Bussi. A questi voglio aggiungere anche Francesco Moser, che con le sue imprese a Città del Messico ha aperto una nuova era in questo tipo di esercizio, basata su una preparazione fisica mirata, attenzione ai particolari, cura dei materiali.
Elementi, questi, che sono alla base anche del successo di Filippo Ganna e del suo Team. I miei complimenti, a nome di tutto il movimento ciclistico italiano, vanno per questo, oltre che all’atleta e allo stesso team, ai tecnici a cominciare da Marco Villa, a tutto lo staff ed anche al partner tecnico della Nazionale, Cicli Pinarello, orgoglio e vanto dell’industria italiana nel mondo, in grado di allestire una bicicletta frutto delle più avanzate tecniche ingegneristiche. Credo che il lavoro e la ricerca alla base di questo record rappresentino la migliore testimonianza delle grandi potenzialità che il nostro Paese è in grado di esprimere in campo sportivo, scientifico e industriale.
Un risultato che premia, infine, un campione esemplare, un uomo serio e amante del proprio lavoro, un grande talento che con le sue imprese e il suo esempio rappresenta una ricchezza di tutto lo sport italiano.’
Antonio Ungaro
foto Bettini
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