La storia è nota ed è riportata nel dettaglio sulle pagine dedicate del nostro sito (qui): la notte tra il 6 e il 7 dicembre 1885 a Pavia, alla presenza di 17 società, nacque l’Unione Velocipedistica Italiana; primo presidente Ernesto Nessi, segretario l’avvocato Edoardo Coopmans de Yoldi.
Da allora sono passati 132 anni e numerosi successi; tante storie che spesso si sono intrecciate con la storia culturale e sociale dell’Italia. Quando nacque la Federazione, lo sport moderno era agli albori. Solo 11 anni dopo nacquero, per volere del Barone De Coubertin, le Olimpiadi moderne. Le attività sportive organizzate rappresentavano l’evoluzione della società industrializzata, “di massa”, nella quale la scoperta del tempo libero apriva nuovi orizzonti anche alla persone meno agiate. La bicicletta, in questo scenario, ricoprì il ruolo di acceleratore democratico: accorciando i tempi di spostamento e rendendo possibili viaggi, avventure e attività impensabili pochi anni prima. Rappresentava il futuro, come anche l’attività sportiva del ciclismo, in grado di accendere la fantasia con gare apparentemente “impossibili”, con chilometraggi oggi considerati estremi. La storia della bicicletta e del ciclismo è quindi storia sociale, segnando in modo chiaro il valore di questa data emblematica del 6 dicembre 1885.
Anche dal punto di vista sportivo, la nascita della Federazione segna un passaggio importante. Se non bastano i successi di campionissimi come Binda, Bartali, Coppi (solo per citarne tre) a delineare i confini del valore sportivo del nostro sport, ne aggiungiamo un altro, spesso dimenticato: il ciclismo è, insieme all’atletica, la disciplina italiana più medagliata della storia delle Olimpiadi, alle spalle della scherma. Gli oltre 70 successi di quest’anno si inseriscono perfettamente in questa tradizione.
Il fatto che buona parte dei successi del 2017 provengano poi da giovani e in discipline storiche, permette di guardare al futuro con ottimismo. Lo stesso che trasmettono i nostri atleti, sorridenti e orgogliosi di vestire una maglia, quella Azzurra, che ha una storia gloriosa alle spalle e un futuro altrettanto entusiasmante avanti.
Cento di questi giorni, Federazione Ciclistica Italiana!
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