L'Assemblea Elettiva Ordinaria Nazionale che si è svolta sabato 12 gennaio, al Palalevico di Levico Terme (Trento) ha confermato Renato Di Rocco alla guida della Federazione Ciclistica Italiana. È la sua terza maglia tricolore consecutiva, ottenuta con il 57,6% dei voti subito dopo la prima votazione, per un totale di 144 voti su 250 voti validamente espressi, superando il quorum previsto di 55% più uno.
Ma la vera sorpresa arriva da Daniela Isetti (voti 112), preferita a Giovanni Duci (voti 100) e Michele Gamba (voti 84), tutti parimenti eletti alla carica di Vice Presidente della Federazione Ciclistica Italiana (nella foto i tre con Di Rocco). Daniela Isetti diventa così la prima donna nella storia del ciclismo italiano a ricoprire il ruolo di Vice Presidente Vicario della FCI.
Il risultato ottenuto in quel di Levico Terme, ha espresso un vero cambio di rotta culturale, portando ad una carica così importante una donna, che in questi anni ha militato in ambito federale, prima a livello regionale, in Emilia Romagna, arrivando anche in quell’occasione alla Vice Presidenza, per poi operare a livello nazionale come Consigliera Federale. Per tre anni, la Isetti ha ricoperto il ruolo di referente e coordinatore del Centro Studi della Federazione Ciclistica Italiana, organizzando importanti ed innovativi corsi mirati alle nuove figure che andranno ad operare in ambito ciclistico in Italia.
Se di Di Rocco conosciamo molto, di Daniela Isetti sappiamo molto poco.
Vive a Salsomaggiore Terme (PR), ha corso in bici da strada nelle categorie giovanili, ma proviene da una famiglia di precursori del ciclismo femminile. Se il papà è stato giudice e direttore di corsa , la mamma infatti è stata se non la prima, uno dei primi direttori sportivi “in gonnella” per il ciclismo in Italia.
Daniela Isetti, appena eletta, ha ottenuto moltissime attestazioni di stima, ma tra le dichiarazioni più apprezzate vi è stata quella di Florinda Parenti, Campionessa Italiana su strada di ciclismo femminile nel 1964.
Daniela, come ha trascorso la prima notte da Vice Presidente, è riuscita a riposare o era troppo emozionata per riuscire a dormire?
«Devo confessare di essere rimasta sveglia fino a tardi proprio per la grande emozione che mi ha regalato questa nomina, ma poi il sonno ha preso il sopravvento.»
Ritiene che l'elezione di una donna alla carica di Vice Presidente Vicario, cioè quella che ha ottenuto più voti, sia una svolta anche culturale all'interno della Fci?
«Certamente, è stato un cambio di rotta culturale, ma è altrettanto vero che in questo ambiente, se non hai saputo lavorare bene, vieni tagliato fuori dai giochi. La mia elezione è stata sicuramente frutto del lavoro di squadra a 360° ed un riconoscimento ai risultati ottenuti sul campo, prima di tutto.»
Quali saranno le prime cose che farà a livello federale?
«Da sola nulla. Il Presidente Di Rocco ha un Consiglio Federale e mi auguro che il lavoro porti alla possibilità di operare in serenità. Non nascondo che queste elezioni siano state dure e a volte scorrette. Posso capire tutto, che non ci si comprenda a livello sportivo, ma attaccare personalmente la gente, buttando fango sulle persone, per una questione sportiva mi pare veramente troppo. Adesso i giochi sono terminati e bisogna ripartire tutti sereni, con l'attività di ammodernamento del ciclismo, evitando sterili polemiche e lavorando su obiettivi concreti e condivisi. Penso che adesso tutti dovremo rimboccarci le maniche e riprendere a lavorare, dato che c’è molto da fare.»
Sappiamo che è appassionata di teatro: insomma, il ciclismo è certamente importante per la sua vita, ma non è l'unica cosa...
«Per la verità, recito nell’ambito di una compagnia teatrale. Il ciclismo è entrato di prepotenza nella mia vita, ma dev’essere chiaro a tutti che non è l’unica cosa importante per me, ci sono tanti altri aspetti parimenti rilevanti.»
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