Gruppo sempre compatto sul colle anconetano dell’entroterra senigalliese. Per molti è il Presepe Vivente dei Ciclisti, essendo tutti innamorati delle due ruote i padri fondatori e rifondatori, i registi, gli sceneggiatori, i figuranti, i tecnici e tutti i collaboratori (l’intero paese è coinvolto e mobilitato, con il vivo contributo dei centri viciniori e con collaborazioni che vengono anche da lontanissimo).
Barbara è il simbolo vivo delle Marche delle Tradizioni: consapevolmente rivissute e reinterpretate.
Risultato tangibile: quasi mezzo secolo di consensi, costante partecipazione degli spettatori-visitatori-viaggiatori, attenzione da parte dei mezzi di informazione multimediali.
I CicloPresepisti barbaresi operano dal 1972. Le rappresentazioni vengono inscenate da sempre tutti i giorni festivi dell’arco natalizio, alle 18 (ultimo appuntamento: domenica 8 gennaio, preceduto dal Ciclocross del Presepe).
La sacra rievocazione è stata concepita da un mistico e pionieristico nucleo di ciclofili, anticipatori del progetto Ruote e Cultura.
Ovvero: difesa-valorizzazione-fruizione del paesaggio naturale e del paesaggio storico, rinvigorimento del messaggio etico-spirituale, rafforzamento del profondo senso di irripetibile identità e alimentazione costante del senso di appartenenza, pur nell’ampia visione solidale, interculturale, interetnica e intergenerazionale (nei vari ruoli ‘presepistici’ sono barbaresi di lungo e brevissimo corso provenienti dai vari continenti: Re Magi dalla Germania e dalla Gran Bretagna, dignitari dall’Africa…).
Gli spettatori sono nuovi o affezionatissimi (chi viene appositamente anche dall’Irlanda, chi non perde una rappresentazione di ogni ciclo, chi si commuove sempre).
Tutti fanno squadra e quadrato.
Barbara vanta una singolare tradizione ciclistica, dalla forte carica avanguardistica, dalle pulsioni coivolgenti, dalle dimensioni inventive e anticipatrici.
Americo Severini è stato tre volte campione italiano e quattro volte medagliato al Mondiale professionisti.
BiciScuola ha assestato il primo colpo di pedale negli Anni Ottanta, facendo della bicicletta una vera e ramificata materia scolastica.
Campioni, tecnici, giornalisti, intellettuali, biker, cicloamatori, promotori e personaggi hanno contribuito a cambiare lo stesso scenario nazionale ed internazionale dell’universo pedalato.
Manifestazioni prestigiose e singolari hanno fanno tappa o hanno spiccato il volo dai 219 metri del dolce rilievo marchigiano, distante 20 km dal mare Adriatico e salubremente a ridosso del Preappennino.
Tutti valori e categorie che si riflettono nel Presepe Vivente, e si traducono nella suggestione notturna della narrazione, la quale scorre dalla Genesi, vibra con il decalogo delle Tavole di Mosè (a intepretarlo è in sindaco), ha la biblica voce tonante del profeta, la dolcezza dell’Angelo che annuncia l’Avvento noché la Redenzione, la rivoluzione del cambiamento, il ribaltamento delle logiche sociali, il ritorno al Principio.
Il censimento e l’inutile ricerca di un alloggio preludono alla Nascita del Salvatore nell’umile mangiatoia.
La verità della terra e del cielo si illumina: i pastori sono i primi a capirla.
I Re Magi seguono la Stella Cometa della certezza. Silenzio, musica, oscurità e luce parlano e pensano.
L’unicità della rievocazione della Nascita si apre al teatro della quotidianità di Betlemme.
Ogni pellegrino-spettatore entra fisicamente nel Presepio Vivente: nelle capanne, nel Tempio, nel Palazzo di Erode, nelle case degli antichi mestieri.
Il parco a ridosso delle mura occidentali di Barbara vuole alimentare la Speranza, il Riscatto, la Riconciliazione, la Coscienza, la Consapevolezza.
Domenica 8 gennaio, il Ciclocross del Presepe Vivente si aprirà alle 9 con la corsa d’avvio. Alle 10 si disputerà la seconda gara.
Seguirà l’attesa manifestazione promozionale per giovanissimi, abbinata a BiciScuola (progetto formativo nato nel segno dell’unicità su scala nazionale e planetaria).
Umberto Martinelli
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